Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La pittrice sconosciuta, Federica Biale Colla
Le sue opere a Celle Ligure e Begato
Visse al culto del vero, del bello e del buono


Federica Colla nasceva in Celle  Ligure, figlia di Luigi Colla. Il Cavaliere Luigi era fratello di Federico (1790-1879) fondatore della Corte dei conti del regno d’Italia, di Giovanni (1795-1879) alto funzionario del regno sardo e di Anna madre del generale e ministro Federico Pescetto.

    Della sua infanzia e adolescenza sappiamo ben poco, se non che dovettero essere serene, e circondata dall’affetto dei familiari. Federica fu d’intelletto vivace, desiderosa di imparare, mai oziosa; certo ebbe un’educazione corrispondente al suo stato sociale, forse presso qualche istituto di monache.

    Il 17 ottobre 1855 la sua vita conobbe una svolta: sposò il cugino Francesco Pasquale Biale (1827-1894) avvocato in Genova, poi anche sindaco di Celle, presidente dell’Ospitale di Celle, difensore dei deboli. Quasi certamente il matrimonio fu combinato, conforme all’usanza seguita nella famiglia Biale e da pressoché tutte le famiglie buone d’allora, ma è altrettanto verosimile che gli sposi si conoscessero e si volessero bene: l’auspicio dei parenti combaciava col desiderio dei due giovani. Come dono di nozze Federico Colla (chiamato papà Colla da Vittorio Emanuele II) ottenne agli sposi il doppio cognome Biale – Colla.

    Il marito, minato dalla mole degli impegni rivestiti e dalla disinteressata passione con cui li svolgeva morì in età piuttosto precoce l’anno 1894. Gli sposi ebbero vari figli, ma tutti morirono presto, salva la figlia primogenita Maria (1856-1937) e pertanto con Pasquale si estinse la famiglia Biale.

    Ma in questa sede si desidera appena partecipare qualche notizia sull’attività di pittrice di Federica Biale Colla: essendo l’artista del tutto ignota, potranno risultare di qualche utilità e costituire l’avvio per un approfondimento. Se la nostra ipotesi calza, la passione pittorica di Federica sorse ovvero si potenziò dipingendo ritratti dei parenti, tutti nel formato di piccoli ovali su tela: del figlio morto infante Federico Biale Colla (1869-72), della figlia Guglielmina (1859-80), dello zio Federico Colla e di altri congiunti: questi ritratti ad olio per decenni furono esposti nella cappella cimiteriale della famiglia in Celle, poi furono ritirati forse un poco per colpa mia, avendo espresso anni or sono all’ingegner Lagorio (coerede della famiglia Colla) l’auspicio che sarebbe stato opportuno quanto meno proteggere gli ovali con un vetro.

    Per il proprio paese Federica dipinse molto: lo stendardo di San Michele Arcangelo per l’omonima confraternita (tuttora esistente), una tela per la parrocchia di San Michele (da identificare, se ancora posseduta), un quadro per l’ospedale di Nostra Signora di Misericordia (soggetto? Perduta?), un quadro per la Società operaia cattolica (soppressa negli anni ’20), un quadro per la piccola chiesa della Crocetta (fatta saltare il 25 aprile 1945), quadri per altre cappelle del paese.

Siamo propensi ad attribuire alla Nostra l’ampia pala effigiante Nostra Signora di Misericordia conservata nella prima cappella entrando a sinistra della chiesa di Nostra Signora della Consolazione: ci troviamo di fronte ad una pittura di modesta qualità, ma dignitosa e non priva di un suo interesse; la pittrice ebbe presenti le note creazioni di Bartolomeo Guidobono e di altri pittori savonesi, ma personalizzò la scena con una curiosa vedutina della chiesa della Crocetta e l’immagine di una madre che sembra presentare il suo piccolo figlio alla Vergine: particolari preziosi, dal momento che la chiesetta non esiste più… Ed anche commoventi, giacché l’unico figlio maschio morì infante. Le teste alate di putti intorno alla Vergine, dal gusto popolareggiante, sembrerebbero il ritratto del figlioletto, sempre reiterato.

    La tela della Crocetta sopra allusa, durante l’ultimo conflitto fu traslata in parrocchia e fu decisione provvidenziale, perché si salvò. Essa effigia N.S. di Misericordia ed è analoga nel soggetto a quella della chiesa agostiniana, nella misura è più ridotta (cm 133×100). Con il restauro del 1983 ripresero vigore le erme alate attorno a Maria Santissima e, va da sé, sembrano il reiterato ritratto del figlio morto infante.

    Un’altra località che possiede opere di Federica Biale Colla è il paese di Begato. Per la chiesa parrocchiale di Santa Caterina dipinse i quindici tondi con i misteri del Santo Rosario da collocare nell’omonima cappella: ne rimangono otto, essendo stati gli altri rubati anni or sono… Aveva dipinto per la stessa chiesa anche una tela effigiante gli Angeli custodi, ma è perduta o quanto meno d’ignota collocazione. Per la confraternita di Begato poi dipinse un ampio stendardo a doppia faccia: un lato effigia Santa Caterina da Alessandria, l’altro Nostra Signora del Rosario, ambedue bordati da una ricca fascia di velluto ricamato: esso le fu commissionato l’anno 1898 dalla confraternita e dai massari della chiesa. Non sappiamo se e quanto le fosse pagato.

    È piuttosto curiosa codesta committenza: forse il nome della nostra pittrice dilettante – ma appetibile per chi non era in grado di rivolgersi a pittori di grido e però assai costosi – sarà stato suggerito dai marchesi Negrotto Cambiaso che possedevano una villa nella località e che certo avranno conosciuto l’avvocato Pasquale Biale Colla, chiaro avvocato in Genova.

Di proposito non ci siamo soffermati sull’arte della Biale Colla, anche per l’esiguo numero di opere conosciute in modo diretto. Ci sembra peraltro vero l’epitaffio inciso sulla lastra tombale, purtroppo priva di data: “Visse al culto del vero, del bello e del buono”.
Gian Luigi Bruzzone



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Gian Luigi Bruzzone

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