Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Villanova: da 21 anni l’Ippodromo risparmia il canone. Lo Stato latita, il Comune fa causa


Era il 21 novembre 2016 e un articolo di Bruno Bersano, sulle pagine di la Repubblica, edizione ligure, titolava: “Abusivo ippodromo d’Albenga. Da 18 anni non paga il canone allo Stato.  La Guardia Forestale di Savona denuncia alla Procura un’irregolarità iniziata nel 1996. Senza permesso anche i frutteti, uliveti e le serre realizzate nella zona….”.  Due anni prima La Stampa a firma di Angelo Fresia: “L’Ippodromo dei Fiori costruito abusivamente….Indagine della Guardia Forestale sui Terreni occupati dall’impianto”.  Se qualche lettore è interessato a conoscere come è finita resta deluso. In Italia si ‘spara’, si indaga, poi difficilmente ci si ricorda di sapere come è finita. Non parliamo di liti e beghe tra privati, fatti loro, ma neppure quando c’è di mezzo addirittura una grave lesione al preminente interesse dello Stato attraverso la prefettura, la Procura della Repubblica, il sindaco in rappresentanza della comunità elettiva.

Non se lo chiedono i cronisti più diligenti, politici e cittadini dimenticano, via una notizia avanti l’altra. Il giornalismo di successo e più apprezzato dalla stessa classe politico amministrativa savonese è quello che pubblica a raffica Tizio ha detto, Caio replica, poi rubriche e tematiche superleggere, di svago e da amici degli animali, senza che ci si renda conto della corrosione nell’etica di formazione sociale e civile dei cittadini.  Così può accadere che da ora 21 anni non ci si preoccupi nella civilissima Liguria cosa ne è dell’Ippodromno story. E nel mirino possa finire questo o quel sindaco, magari in periodo elettorale come, pare, accadde nell’inverno di quattro anni fa. In compenso scorrendo la rassegna stampa troviamo i tanti sforzi organizzativi, con le belle notizie, per il rilancio della struttura, privata si, ma con risvolti ed indotto di cui potrebbe beneficiare non soltanto Villanova e l’immediato comprensorio. Eppure non abbiamo letto di impegni ed interessamento concreto ad opera di parlamentari, in primis, di assessori e consiglieri regionali, presidenti di Provincia anche quando aveva potere e ruolo decisionale. Solo colpa dello sport ‘scaricabarile’. Di smemorati cronisti? Oppure di chi consiglia a chi ha il diritto dovere di informare (il giornalista) di voltarsi dall’altra parte se vuole conquistare amici e lettori.

Che dire ? rassegnarsi ? baciare dove passa l’informazione copia e incolla, rincorrere i comunicati che fanno ‘ascolto’: mini arresti, mini denunce, mini operazioni tra sbanditi e delinquenti dediti criminosi furtarelli, scassi, mini spaccio.  La microcriminalità impatta sull’opinione pubblica in assenza di omicidi compiuti o tentati, di azioni spettacolari di gang organizzate, rapine e sparatorie, scippi, pizzo imposto ad esercenti, commercianti ed imprenditori. Se non si versa la ‘tangente, avvertimento con gli incendi. Quello spaccato familiare a chi faceva cronaca negli anni  sessanta, settanta soprattutto, fino agli anni ottanta. Abbiamo la fortuna, tutto sommato, di vivere in una provincia tranquilla, almeno per  la cronaca nera e la sua deriva. Oggi alle prese con operazioni di polizia per contrastare i ‘disperati che finiscono per delinquere’. In un clima favorevole alle strumentalizzazioni. Se poi anche chi fa informazione sceglie il ruolo notarile, la frittata dei seduti in poltrona o al desk è quasi perfetta.

Villanova e il suo Ippodromo dei Fiori in stand by. Savona che potrebbe contare su tre personaggi di primissimo piano nell’informazione Tv nazionale. Ognuno con ruoli diversi e  strumenti giornalistici eterogenei: Antonio Ricci:….il marinaio della satira, la Liguria mi rende libero….mi hanno denunciato 300 volte, nel mio lavoro se hai paura sei morto…mi da forza che posso vivere con un pomodoro al giorno”; il colto, anticonformista e combattente Carlo Freccero tornato a dirigere una Tv, questa volta Rai 2, dopo anni di battitore libero e ‘tribuno – analista’; infine il ‘giovane’ mister  (Fabio Fazio) di Che tempo che fa, dai Rai 3 alla corazzata Rai Uno. Forse non c’è altra provincia italiana che batta in audience i tre ‘big’ dell’informazione. Non serve tirarli per la giacca solo per celebrazioni e ricorrenze, pur meritevoli. Ci sono situazioni ‘monstre’  che non sono appannaggio solo dell’informazione provinciale e regionale. Hanno una valenza  nazionale e ‘prima pagina’. Anche questo è un modo per ribellarsi alla brucrocrazia, alla malapolitica, alle ingiustizie spesso tenute nel cassetto o esibite ‘ogni morte di papa’. Quindi di nuovo nella catacombe. Nei dedali.

L’arrivo del presidente Berlusconi e del ministro Scajola all’aeroporto di Villanova d’Albenga accompagnati dalla scorta e dal sindaco Balestra

LA CRONISTORIA –  L’iniziativa parte nel 1981, sindaco Mosso, il quale inizia una procedura espropriativa sui terreni del Demanio ex aeroportuale per realizzare un ippodromo in forza di una convenzione con la società Riviera PRI.MA che vede interessati torinesi di Vinovo. L’Ippodromo di Vinovo appartiene alla HippoGroup Torinese S.p.A. ed è tra i maggiori del nostro paese.

L’area era  era classificata nel PRG dell’epoca “Parco pubblico attrezzato-Ippodromo” . Va da se che l’Amministrazione comunale riteneva e ha sempre ritenuto che il valore dell’indennità espropriativa andasse commisurato ad un’area a di interesse pubblico non commerciale.

“E qui ha origine il problema che ci siamo portati dietro sino ai giorni nostri – osserva lo storico sindaco rag. Piero Balestra -. Infatti l’UTE di Savona era di diverso avviso sul valore dell’indennità ritenendo congruo un valore commerciale perché a loro avviso l’ippodromo generava ricavi ed era un’attività commerciale. L’Intendenza di Finanza di Savona e l’Avvocatura dello Stato invece erano in linea con le valutazioni comunali ed in ben 2 ricorsi dettero ragione al Comune.”

Nel 1985 si insedia per la prima volta Balestra sindaco. Che succede? “Non oso ricordare i viaggi a Savona, le telefonate, per giungere a una definizione del valore di esproprio che tra l’altro non avrebbe neppure pagato il Comune, bensì la società realizzatrice dell’impianto- ricorda ancora il primo cittadino che si appresta ad un nuovo mandato, manco a dirlo dopo il giudizio dell’elettorato.

Siamo nel Bel Paese, quello decantato per le sue straordinarie bellezze naturali, i gioielli storici che gli avi ci hanno consegnato in eredità nel corso dei millenni. Siamo il Paese dove di burocrazia dominante e strisciante si discute da decenni. Il Paese dove la libera stampa, potere nel contropotere, non sempre focalizza l’attenzione mediatica per aiutare un sindaco, una comunità a risolvere un problema. Si rincorre la cronaca fresca, gli ultimi fatti e misfatti, giusto per dimenticare anche le cause giuste, sacrosante, dove la pratica delle proteste clamorose, quando è necessario e da ultima spiaggia, non dovrebbero essere strumento di lotta e di conquiste dei pastori sardi. Anche se nessuno ci ha finora spiegato perchè nei supermercati della nostra Riviera, quelli che vanno per la maggiore, da tempo non si trova quasi mai il Pecorino Romano.

Il sindaco Piero Balestra accoglie l’ex procuratore della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli in occasione della presentazione del libro Nient’altro che la verità

Come finì il pressing del sindaco Balestra. Incredibile, ma qui la Tv delle inchieste e degli approfondimenti non sembra interessata nella denuncia. Anche se l’ottimo Carrado Formigli (Oggi a Piazza Pulita de La 7) trovava il tempo per mettere alla berlina quel volo dell’Alitalia propedeutico alle esigenze dell’allora ministro Claudio Scajola, con un pesante rosso per mancanza di passeggeri. Nell’Ippodromo story, il sindaco non ha “mai ricevuto una risposta ufficiale  e tanto meno l’indicazione del valore”.

Succede che  nel 2001 (fino a marzo presidente del consiglio è  Giuliano Amato poi sarà la volta di Berlusconi) il Governo decide unilateralmente di affidare in proprietà a una società dello Stato una serie di schede riferite a terreni demaniali in tutta Italia. Tra le schede ci fu anche quella di Villanova. Piccolo particolare nessuno lo comunicò al Comune che apprese la circostanza molto tempo dopo.

L’intestatario era una società denominata “Patrimonio dello Stato SpA”  gestita con grande oculatezza e finì per fallire. Allora tali terreni passarono ad altra società dello Stato la “Fintecna immobiliare”, a sua volta finita in cattive acque e  non sappiamo quanto melmose. Ora tutto è nelle mani della CDP Immobiliare  partecipata al 100% da Cassa depositi e prestiti Spa e leader italiana nel settore del property devolopmen.

Qualcosa di più  – lo approfondiremo in altra servizio – potrebbe spiegare lo studio Acqua Barralis di Finale Ligure che tutela il Comune di Villanova in presenza di cause civili che vedono coinvolti prima la Patrimonio, poi Fintecnica, infine la CDP.

Commenta il sindaco: “L’ippodromo non è nato sotto un cavolo, ma a seguito di un piano particolareggiato che è stato approvato con tutti i crismi da Regione Liguria con tanto di decreto firmato dall’allora Presidente della Regione Rinaldo Magnani, socialista.”

Stando così le cose, la fotografia aggiornata il sindaco Balestra traccia l’ultimo quadro disponibile: “L’ippodromo, compresi i parcheggi esterni, è circa 130.000 mq. ed è quello che è in contenzioso; a valle ci sono circa 65.000 mq. liberi e di fronte allo stabilimento Piaggio, a monte, altri 40.000mq. di loro proprietà. Terreni privi di indice volumetrico, orti irrigui e a monte siamo in zona per lo strumento urbanistico vigente. Quindi chi volesse comprare non potrà realizzare nulla se non con il consenso esplicito del consiglio comunale”. E pare ovvio con una variante urbanistica che deve pure passare al vaglio della Regione.

Dunque speranze di valorizzazione chiuse nel cassetto ? Conclude il sindaco: “Noi stiamo provando a dialogare con CDP per una soluzione transattiva di reciproco interesse che ovviamente dovrà passare eventualmente attraverso una valorizzazione del loro terreno, in modo compatibile”. Sono da solo 9 mesi al governo del Paese i ‘rinnovatori’ e ‘decisionisti’. La rappresentanza leghista alla Salvini e pentastellata alla Di Maio dal cui ministero dipende la Cassa depositi e Prestiti, vede al governo sottosegretari e parlamentari liguri. Senatori e deputati. Nel lontano passato da prima Repubblica non era un’eccezione che il nostro ponente strappasse una priorità di rilievo nel contesto sociale ed economico. Sarebbe un’occasione per valorizzare un’area, un comparto della piana albenganese.

Chissà se è ancora in vita quel gentiluomo che il cronista incontrò casualmente all’azienda Vivai Montina. “Vivo in una villa dell’entroterra…ho lobby dell’orto….sono stato il primo ad investire nell’Ippodromo e a vendere al momento giusto le mie quote ad un imprenditore di Savona….non so se le detenga ancora….nessuno fa miracoli, tanto quando si attraversano momenti di crisi…ma questo è un hobby, passione dei ricchi….un ippodromo che come il Golf può usufruire, contrariamente ad altre strutture del Nord Italia, di 300 giorni di sole….ma come il Golf in questo benedetto paese è quasi impossibile fare impresa, si vive meglio – concluse – con la pancia al sole”. (L.Cor.)

LA STAMPA A FIRMA DI ANGELO FRESIA: il 7 maggio 2014.

“L’Ippodromo dei Fiori costruito abusivamente” (Indagine della Guardia forestale sui terreni occupati dall’impianto).

L’ippodromo è abusivo, così come il vicino maneggio, la scuola di equitazione e alcune aziende agricole. A sostenere l’accusa è il comando della guardia forestale di Albenga, impegnato in un nuovo filone d’inchiesta dopo quello sui sottotetti. Nei mesi scorsi, in seguito ad alcuni esposti, gli ispettori hanno avviato gli accertamenti sulle aree comprese tra la struttura ippica e la strada intercomunale per Ortovero, accanto all’aeroporto Clemente Panero. Le forze dell’ordine hanno eseguito diversi sopralluoghi nei terreni al centro delle verifiche e hanno prelevato la documentazione relativa all’occupazione degli appezzamenti. Il più importante è sicuramente l’ippodromo. «Si estende su una superficie di circa otto ettari. Era stata fatta un’occupazione d’urgenza valida cinque anni e prorogata per due anni, cui non ha fatto seguito nessuna acquisizione, né locazione da parte del Demanio. Ciò nonostante era stata stipulata una convenzione tra il Comune e la società Ippodromo dei Fiori, con finalità a scopo di lucro, e sono state rilasciate concessioni edilizie in assenza di un valido titolo di possesso del terreno», spiega il corpo forestale dello Stato. «L’occupazione abusiva riguarda anche più di due ettari per attività di maneggio e scuola equitazione sul terreno situato a nord dell’ippodromo. Ci sono altri mille metri quadrati dove sono state realizzate strutture edilizie, anche ad uso abitativo, colpite da ordinanza di demolizione in parte già eseguita. Inoltre più di cinquemila metri quadrati sono stati occupati da un unico soggetto a uso agricolo, con la realizzazione di serre in metallo e una stalla in legno», denunciano le forze dell’ordine.  E concludono: «Gran parte della rimanenza, stimata in oltre cinque ettari, è suddivisa in lotti occupati a uso agricolo da una moltitudine di soggetti privati, forse venti o trenta, con l’impianto di ulivi, alberi, box e baracche. Alcuni occupanti sono ex soci o familiari della cooperativa agraria villanovese, liquidata nel 1994. Altri invece sono estranei alla cooperativa e si sono impossessati illecitamente dei terreni, visto che per gli immobili pubblici non è consentito l’usucapione».

VILLANOVA GLI ALUNNI NELLA GIORNATA CONTRO LE MAFIE 2019

Nella giornata contro le mafie gli alunni di Villanova

 


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