Il Santuario di Lourdes celebra i 140 della morte di Bernadette Soubirou. Il 7 gennaio 1844 nasceva a Lourdes, un piccolo paese ai piedi dei Pirenei, Bernadette Soubirou e il 16 aprile 1879 apriva gli occhi al Cielo. Per celebrare i suoi 140 dalla morte, il Santuario di Lourdes ha scelto, non a caso, come tema pastorale dell’anno da proporre alle migliaia di pellegrini che verranno “in processione” alla Grotta di Massabielle, la beatitudine evangelica: “Beati voi, poveri, perché il regno di Dio è vostro” (Lc. 6,20).
PRIMA PARTE – Questa beatitudine della povertà, che si legge nel testo di Luca, è parte integrante della vita e della santità della piccola veggente di Lourdes. Non si tratta della povertà accidentale, cioè la povertà che ci possiamo ritrovare tutti alla nostra nascita, ma della povertà che è scelta come regola di vita e condizione favorevole di un cammino di santità. Questa è la povertà in Santa Bernadette. Lei la sceglie, non solo quando decide con fermezza e coraggio di non trarre vantaggio dalle apparizioni mariane, ma sin dal momento in cui accetta con gioia le ristrettezze economiche e sociali della sua famiglia; le condivide e le apprezza come valori che provengono da una povertà accettata come scelta e non come “incidente di percorso” nella vita.
Qui parliamo non di una povertà che molti uomini sperimentano senza volerlo a causa dell’egoismo e l’avidità dei ricchi di questo mondo, ma della povertà di cui parla la beatitudine evangelica, come scelta in vista del Regno di Dio. Da questo punto di vista la povertà in se stessa non è interessante come valore se non fosse stata scelta da Cristo stesso. La povertà evangelicamente intesa è strettamente legata al mistero della “kenosi”, cioè della spogliazione di “Colui che pur essendo ricco si è fatto povero per noi”, pur essendo Dio “non giudicò un bene geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso e divenne servo”. Parliamo di questa povertà secondo il Vangelo, povertà che diventa possibile vivere perché si possiede la vera ricchezza, cioè il Regno di Dio. È questo il senso della promessa di Maria Immacolata alla piccola Bernadette: “Io ti prometto che sarai felice non in questo mondo, ma nell’altro” (testimonianza diretta del Servo di Dio, il cappuccino P. Antonio Maria de Lavour, amico di Bernadette e grande apostolo di Lourdes).
Pertanto è giusto dire che in se stessa la povertà “non è interessante”, ciò che la rende interessante è che essa è legata al Regno di Dio, che solo i piccoli e i poveri possiedono. Bernadette nella sua semplicità e “ignoranza secondo il mondo” ha capito questa grande lezione evangelica.
La povertà è un valore Cristiano perché Gesù l’ha scelta come stile di vita. In questo senso non si può essere veri discepoli di Cristo se non si sceglie il suo stile di vita e quindi la povertà. Così Bernadette ha cominciato ad essere felice, “beata”, della sua povertà, che la rendeva ricca di Dio e delle confidenze di Maria. Lei, come Francesco d’Assisi e tanti altri santi, non ha scelto “Madonna povertà” perché era “interessante”, ma solo perché fu scelta da Cristo, al punto che, per paradosso, se Cristo non l’avesse scelta, questi santi non l’avrebbero presa come regola o forma di vita.
Ecco dunque da dove parte l’ammonizione di Bernadette ai suoi genitori, in seguito alle apparizioni: “Mi raccomando, non arricchitevi, restate poveri”. Ormai la piccola veggente aveva assaporato alla Grotta di Massabielle la vera ricchezza del Mondo Futuro, da non aver nessun desiderio di una ricchezza di questo mondo. La sua raccomandazione ai suoi genitori non era soltanto un monito a non trarre profitto dalle apparizioni, ma molto di più a non perdere la vera ricchezza del Regno di Dio. È bene fare queste precisazioni anche perché esiste una povertà che non sarà mai un valore ed è la povertà spirituale, che non è per niente evangelica, ma significa “impoverimento di valori” dello spirito, di cui il mondo moderno e post moderno è terribilmente e tragicamente soggiogato. Il Vangelo non si schiera contro o a favore di una povertà materiale di fronte alla quale l’uomo propone delle rivoluzioni sociali. Il Vangelo non ha mai incitato o promosso rivoluzioni sociali, ma una sola rivoluzione, quella dei cuori. In questo senso è vero quanto è stato scritto: “il cristianesimo è la più grande e più profonda delle rivoluzioni, perché non ricorre alle armi o ai sovvertimenti sociali, ma rivoluziona le coscienze e i cuori”. E se oggi molti pellegrini vengono qui a Lourdes è perché sentono la necessità di questa rivoluzione interiore che può partire soltanto da un distacco evangelico dalle ricchezze e sicurezze di questo mondo per aspirare alla vera ricchezza e felicità del mondo futuro. È questa la grande e sempre attuale lezione di Bernadette Soubirou nel 140° anniversario della sua morte.
Seconda parte
IL CAMMINO DI BERNADETTE, TRACCIATO DA MARIA
Povertà e ricchezza di Bernadette. Ogni pellegrino che giungerà quest’anno a Lourdes e gli sarà presentato il tema pastorale dell’anno: “beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio”, non potrà fare a meno di avere davanti agli occhi e soprattutto nel cuore la piccola Bernadette che di questa beatitudine è uno splendido modello. Bernadette ha conosciuto la povertà materiale, fisica, intellettuale e sociale. È vissuta gran parte della sua giovinezza in una prigione, il luogo più povero di Lourdes. Per tutta la vita fu afflitta da una penosa malattia, l’asma, che ha consumato piano piano il suo gracile corpo. A causa di questa malattia fisica non ha potuto sviluppare le sue capacità intellettive e per questo ha subito incomprensioni e derisioni. È vissuta in una famiglia ai margini della scala sociale e per questo lei era considerata “una buona a niente” da tutti. Bernadette ha dunque assaporato i disagi della povertà materiale, che ha accolto come suo cammino verso la santità.
Disse: “il bisogno nasce dal desiderio; purifica il tuo desiderio e terrai a bada il bisogno”. Questo slogan è il segreto per accettare la povertà in spirito evangelico. Tuttavia Bernadette non è mai scivolata nella “miseria o povertà spirituale”, che porta tanta gente all’infelicità della vita morale e religiosa. Bernadette al contrario ha beneficato di una duplice e grande ricchezza: lo spirito di preghiera e di unione con Dio, e la solidità morale e religiosa della propria famiglia. Per questo Bernadette ha conosciuto la vera felicità della beatitudine evangelica che l’ha spinta da subito a desiderare di vivere ed essere dalla parte dei poveri e degli ammalati. Così dirà al momento della scelta della vita consacrata: “Scelgo la Congregazione più vicina ai poveri e agli ammalati”. Queste interiori disposizioni del suo animo sono certamente all’origine della scelta di Maria su quest’ultima cittadina di Lourdes. Sono le stesse disposizioni della “Serva del Signore”, che si lascia colmare della grazia del Signore che trasforma l’umiltà è la povertà della sua serva nella capacità di donare le ricchezze di Dio. Bernadette sarà dunque sempre sulla lunghezza d’onda del Magnificat della Vergine Maria, che ne ha plasmato e impregnato il cuore.
“La buona novella è annunciata ai poveri”. Queste sono le parole che Gesù rivolge ai discepoli del Battista per annunciare la sua missione, ma sono anche le parole che egli trasmette ai suoi discepoli perché continuino la sua opera di salvezza. In quest’annuncio sta il segreto della felicità è della beatitudine dei “poveri secondo lo spirito”, pronunciata da Gesù. Nel pensiero di Gesù i “poveri secondo lo spirito” sono coloro che rimettono nel Signore tutta la loro vita e considerano Dio la loro vera e unica ricchezza. Essi sanno apprezzare la Buona novella perché in essa vedono realizzata la promessa che “a loro appartiene il Regno dei Cieli”. Ecco perché la “Bella Signora” apparsa nella Grotta di Massabielle, può dire con sicurezza alla piccola Bernadette: “Io ti prometto che sarai felice, non su questa terra, ma in Cielo”, “perché il Cielo ti appartiene in quanto tu hai scelto di restare povera di cose terrene e di voler essere ricca di Dio”. In questa promessa di Maria si realizza la beatitudine evangelica: “Beati voi poveri, perché il regno di Dio è vostro”. Bernadette stessa ha ben compreso questa lezione quando candidamente riconoscerà: “La Santa Vergine mi ha scelto perché sono la più ignorante..”. Nella sua sincera umiltà e vera semplicità, Bernadette traduce evangelicamente la sua povertà secondo lo spirito. Essere ignoranti secondo il mondo è una delle condizioni per essere poveri secondo il Vangelo. Essere “Bonne à rien” per il mondo è la condizione per entrare nelle confidenze di Dio. Questa povertà e questa “non apparenza” secondo il mondo diviene la condizione per essere “cercati e trovati” da Dio che non guarda alle apparenze, ma guarda il cuore. “Bernadetta è tutta qui”, dirà lei ad una consorella che pensava di trovarsi davanti una Santa da doversi inginocchiare. Questa piena consapevolezza di se stessa, la porterà ad avere grande fiducia nella misericordia di Dio: “Se un angelo ti dicesse che sarai dannata, che farai tu? – Continuerei ad avere fiducia nella misericordia di Dio”. È questa stessa piena consapevolezza di se’ che la porterà a scegliere di “servire i poveri, e gli ammalati, perché più bisognosi di amore”.
Si ripropone in Santa Bernadette, la scelta di Dio al profeta Geremia: «Non dire “sono un fanciullo”, perché sono io, il Signore che ti mando» (Ger.1,7). La sua condizione di povertà secondo lo spirito diventa la sua forza per essere scelta da Maria come sua messaggera, per trasformare i cuori e renderli capaci di aprirsi al perdono e alla conversione. L’invito di Maria a Bernadette nella Grotta di Massabielle: “Vai a dire ai sacerdoti che si costruisca qui una cappella e si venga in processione”, ha lo stesso valore del comando di Gesù alla Maddalena: “Vai a dire ai miei discepoli…che mi vedranno…”. La Grotta di Massabielle non ci richiama solo la Grotta di Betlemme, ma anche ci rimanda alla Grotta della tomba nuova scavata nella roccia. Bernadette, come la Maddalena, per la sua povertà secondo lo spirito è scelta per essere messaggera di un annuncio Pasquale: “Venite a Gesù Eucaristia e là mi vedrete”. Ecco il miracolo della povertà: “Tu, Bernadette, non sei niente, tu non sai niente, eppure tu comprendi tutto”, riconoscerà con verità il suo padre spirituale. In lei si realizzano le parole di Gesù riportate da Luca e Matteo: “Ti benedico, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”, ai poveri, agli ignoranti secondo il mondo. Non con parole sapienti Bernadette convertirà i peccatori, ma con il suo gioioso sorriso: “Poiché tu ti riconosci peccatore, io ti voglio rifare il sorriso della Santa Vergine”, e quel sorriso semplice e innocente convertì all’istante un arrogante peccatore.
Maria Immacolata dalla Grotta di Massabielle non ha faticato a plasmare il cuore di Bernadette, già pronto ad accogliere tutte le sue attenzioni materne, il suo indimenticabile sorriso. Maria può così educare con pedagogia divina la piccola Bernadette sino a farle desiderare di “restare povera per vivere e condividere la felicità di Dio, la bontà di Dio”. Bernadette diventa la messaggera di questa felicità, di questa beatitudine, di questa ricchezza che viene solo da Dio e che la spinge a scegliere e restare in una “Chiesa povera per i poveri”. Infine Bernadette, portando alle sue labbra l’acqua fangosa della Grotta, accoglie la povertà spirituale di noi suoi fratelli peccatori; fa sua la miseria spirituale del mondo, perché venga risanata dalla grazia di Dio che salva e rigenera. La sorgente d’acqua limpida scaturita dal fango diventa il segno della misericordia divina che risana e purifica la povertà spirituale dell’umanità peccatrice e redenta. Ecco il segreto di Bernadette, la sua povertà secondo lo spirito diventa la sua ricchezza che vivrà per tutta la sua vita terrena e ora in Dio per tutta l’eternità. Ecco il suo messaggio: “a me non importa essere povera, ciò che desidero è diventare ricca di Dio”.
Gianluca Valpondi