Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albenga: cronisti, sciacalli, copia & incolla
Dopo quattro querele per diffamazione
le scuse di Ciangherotti alla famiglia Costa


Vale la pena ricostruire i fatti, rileggendo i punti salienti della presunta diffamazione  (o disinformazione) ai danni di una storica e stimata famiglia di Albenga’: l’avv. Cosimo Costa, la moglie Josepha, il figlio Camillo. Vittime di vigliaccherie ? Tra superficialità giornalistiche e accanimento politico. Protagonista il consigliere Eraldo Ciangherotti in un alone di masochismo che non ha precedenti contro il casato dei Costa, albenganese da secoli e che di momenti difficili ne ha superati tanti.

Ancora il 19 luglio IVG.it 2018, in rete dalle 13,39  (il giornale on line da 60 mila ‘lettori’ come ci tiene a far sapere l’editore Rainisio) scriveva: “Dopo la denuncia (sic! ndr) del consigliere forzista, che aveva avanzato il sospetto che alcuni reperti di Palazzo Peloso Cepolla, gestito dall’Istituto di Studi Liguri.., fossero stati messi sotto sequestro o trafugati illegalmente da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione…, con chiaro riferimento alla famiglia Costa“.

Ne scaturì una querela per diffamazione, anzi la quarta nei confronti di Ciangherotti.  La famiglia Costa, interpellata da trucioli.it, ritiene che non sia il momento di rilasciare dichiarazioni e precisa soltanto: “Non abbiamo rimesso nessuna querela, dunque nessun accordo”.

L’avvocato Cosimo Costa e la moglie dr.ssa Josepha Restagno, benemeriti albenganesi, in un giorno felice

La settimana scorsa, pare venerdì, l’avv. Cosimo Costa e lo stesso Ciangherotti  sono stati visti nella sede della caserma dei carabinieri. Convocati e interrogati, si presume, su mandato del Pm dr. GB Ferro. L’iter della querela prevede l’interrogatorio e tentativo di conciliazione. Qualora non abbia buon fine il magistrato inquirente decide se chiedere il rinvio a giudizio, oppure l’archiviazione alla quale può opporsi la parte lesa; sarà il Gip del tribunale, a quel punto, a dire l’ultima parola. Si va a sentenza o al proscioglimento con la possibilità di fare opposizione fino alla Cassazione.

Accade che il lunedì successivo, si legga su IVG:” Albenga, querelle Ciangherotti – famiglia Costa. Il consigliere: ” Mi scuso per tutto sperando di far pace”.“Mai pensato che i Costa si fossero impadroniti degli antichi vasi, ho sollevato il dubbio fossero stati trafugati da ignoti”.  Pace fatta, sembrerebbe. Le sobrie parole dei Costa non lasciano dubbi. Stando così le cose la giustizia faccia il suo corso. Certo è singolare la sortita pacifista di un querelato che di prassi e non solo concorda (tra i rispettivi legali) l’eventuale testo di una rettifica. Visto che non si sta giocando a tombola.

Nell’ultimo fuoco d’artificio di accuse (reperti spariti… intervento dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Genova), può essere invocato il diritto di cronaca e di critica ? con l’uso dell’ascia di guerra da parte di un politico rampante che, da leader, studia anche da sindaco e che almeno un paio di volte in settimana conquista il pulpito  ‘copia e incolla’ di Ivg.it (Il Vostro Giornale). Bisogna riconoscere che Ciangherotti non usa l’arma delle veline anonime, non fa parte dei sciacalli che pure non mancano e rimproverano trucioli di cestinare e tacere. Nella attività giornalistica capita di ricevere notizie improntate al sciacallaggio contro Tizio e Caio, senza fornire peraltro la minima prova. Nel caso Ciangherotti – Costa, il consigliere comunale si è sempre mosso attaccando, senza che i Costa siano stati parte attiva. Ovvero hanno subito o perlomeno sul loro operato l’amministratore pubblico avrebbe riscontrato motivo di accuse e contestazioni. Non da oggi l’avvocato Costa ricorda agli amici di non aver mai avuto occasione di incontrare Ciangherotti, di non averlo mai cercato. “Non capisco perchè la mia famiglia sia sempre nel mirino e le querele restano l’unica nostra difesa, troppo semplice infangare e poi pretendere il colpo di spugna con un articolo di scuse  neppure concordato – sarebbe  l’ultimo sfogo dell’anziano gran signore del foro savonese e presidente dell’Istituto di Studi Liguri.

Non è il caso di spulciare sentenze della Cassazione in materia di diffamazione, i limiti della critica politica, della veridicità, della continenza. Semmai stigmatizzare chi persiste nell’offesa all’onestà, al buon nome dei Costa e al loro operato con l’Istituto di Studi Liguri. Ciangherotti (e IVG da autoparlante) ha fatto una scelta di campo conquistandosi quattro querele. Tre dall’avv. Costa, 90 anni il 17 marzo scorso, l’uomo più pacifico, meno litigioso o arrogante che un cronista possa conoscere. Costa con un limpido passato di consigliere comunale del Pli, nel marzo 2017, ha ricevuto il Premio Nazionale “Francesco de Sanctis-Una vita per la cultura”, consegnato dal professor Pier Franco Quaglieni, presidente della Giuria del Premio, nell’Aula del Consiglio Comunale di Albenga. Stesso riconoscimento alla dr.ssa Josepha Restagno Costa. Il marito è Presidente dell’Istituto Internazionale di studi Liguri e della sezione ingauna.

L’11 luglio sui media era veniva data notizia dall’avv. Costa, quale presidente dell’Istituto, che: “In data odierna i consiglieri comunali Eraldo Ciangherotti, Ginetta Perrone, Cristina Porro e Massimiliano Nucera si sono introdotti abusivamente nella sede della Sezione Ingauna dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri forzandone la porta di accesso secondaria collegata al Museo Navale e facendo scattare l’allarme antintrusione presente a salvaguardia dei beni, reperti e materiali conservati in essa….Preso atto delle successive dichiarazioni dei quattro consiglieri riguardo il sospetto che siano stati “trafugati illegalmente beni dello Stato da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione” …poiché tali affermazioni si manifestano palesemente false e i comportamenti di inescusabile gravità si rende necessaria la proposizione delle più idonee querele e denunce a tutela della sede dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dell’onorabilità delle persone che lo compongono”.

Un’altra querela è stata presentata, per quel poco che trapela, anche da Camillo, figlio dei  coniugi Costa.

Se Eraldo Ciangherotti di cui nessuno pare metta in dubbio l’onestà, semmai un eccesso di protagonismo, di esibizionismo e  ricerca di visibilità, oggi primo verbo di molti politici locali, regionali e nazionali,  nutriva dubbi e fondati sospetti, nel ruolo di privato cittadino e di consigliere comunale di minoranza, la ‘denuncia’ avrebbe dovuto farla prima all’autorità giudiziaria. Oppure presentare un’interpellanza urgente da discutere a porte chiuse poiché sono in ballo, a quanto si è letto, nomi e cognomi. Mai si dovrebbe, in anteprima, ricorrere al metodo del ‘fango megafono’ via web, mass media, strumento devastante, anche insinuando il sospetto. Ma basta rileggere il materiale pubblicato per farsi un’idea dell’uso di bombe mediatiche, attraverso il più diffuso e popolare strumento di informazione.

L’attivismo politico dello scalatore di montagne russe Ciangherotti, diligente ed assiduo collaboratore dell’Avvenire (quotidiano della Conferenza episcopale italiana) cavalca  solitamente interventi dirompenti e scontro frontale con chi siede in maggioranza. Più fanno rumore, raggiungono il bersaglio, suscitano reazioni, più sale il tono della polemica. C’è tuttavia un limite da Stato democratico, di regole legali, civili e aggiungiamo moderazione soprattutto per chi ricopre un  incarico pubblico e ci si attenderebbe buon senso, rigore ma anche rispetto verso il prossimo. In un’Italia da troppi anni in ginocchio e fanalino di coda nella legalità, nella disuguaglianza sociale, nell’evasione fiscale, nella criminalità mafiosa. Con i cittadini nauseati da certa classe politica litigiosa ed inconcludente, mediocre. Con il mortificante spettacolo dei tumulti alla Camera e al Senato, gli estremismi parolai, l’ignoranza del galateo.

Un momento di frivolo tra il sindaco e il tranciatore Ciangherotti

Ciangherotti, affermato medico dentista ad Albenga e con studio a Genova, porta avanti le sue battaglie per ‘screditare’ anche uno tra i sindaci più specchiati e preparati che abbia avuto Albenga. Basta rileggere la sequenza, negli anni, di copia e incolla del ‘Ciangherotti pensiero’, il pollice giù per chi amministra la città, paragonandola spesso alle peggiori città sudiste, con una giunta di incapaci ed inetti e che fa solo danni alla comunità, alla sua economia e ne pregiudica il futuro.

I bersagliati, a loro volta, anzichè ignorare (escluse diffamazione e attività calunniose) reagiscono  a suon di ‘copia e incolla’. Magari, come capita di leggere, fanno a gara a chi è più efficace a ridicolizzare o ironizzare. Seguiti dalle tribù di facebook, dai condividi, dai giudizi lapidari. Ogni tanto qualche commentatore sopra le righe finisce sul banco degli imputati, o si salva pagando un risarcimento e le spese legali. Quasi sempre, soprattutto quando c’è di mezzo il processo civile, non si hanno mai notizie, mentre sarebbe materia di insegnamento ed informazione.

Deve esserci un limite, un confine a chi ha vocazione a privilegiare la retorica estremistica, politicamente talebana, piuttosto che l’approfondimento, la memoria storica di fatti, circostanze e vita delle persone. L’elettorato moderato, quello che magari non scende in piazza e non urla, un tempo era chiamato ‘maggioranza silenziosa’, da che parte sta ? Si può pensare di vincere sottraendo consensi alla giunta Cangiano  facendo la gara al quoziente articoli pubblicati ? IVG crede di educare alla critica costruttiva, all’informazione che mira ad approfondire,  sviscerare, documentare, confrontare, piuttosto che delegittimare l’avversario a suon di copia e incolla.

Abbiamo già l’esempio nauseante di chi va al potere o si alterna. Si rimprovera ai predecessori tutte le colpe possibili, la responsabilità di questa o quella scelta. Insomma mai niente di buono, anzi per fortuna che sono arrivati i nuovi ‘salvatori’. Per la serie ‘tutti uguali’ ? Abbiamo di fronte una società dove prosperano i ‘forconi’ alla Salvini che fa proseliti nella pancia del paese e non sempre ha torto; abbiamo troppo spesso a che fare  con il giustificazionismo sempre e comunque, vedi la violenza negli stadi, fomentata da certe trasmissioni televisive di esaltazione al tifo. Troppo spesso, nel nostro Paese civile, si camuffa la critica col dileggio. Si fa giornalismo borderline per la lotta politica ed attaccare gli avversari.

La famiglia Costa non ha bisogno di cronisti difensori. Ha reso noto subito dopo gli ultimi attacchi diffamatori:…che di fronte ad affermazioni che si manifestano palesemente false e a comportamenti di inescusabile gravità, si rende necessaria la proposizione delle più idonee querele e denunce a tutela della sede dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dell’onorabilità delle persone che lo compongono”.  E nulla era mai trapelato sull’esistenza di altre tre denunce querela, presentate senza l’ausilio di megafoni. A chi giova esasperare gli animi con continue risse verbali e un giornalismo becero che appaga i ‘lettori’ ed educa i lettori a suon di veline. Forse il 90 per cento della sua produzione giornalistica quotidiana, cronaca nera a parte, dove peraltro parlano quasi sempre solo i comunicati (o altre veline) di forze dell’ordine. Chi l’ha provato, come vittima o testimone, anche per un incidente stradale, ne sa qualcosa. (luciano corrado)

LA VIGILIA DI NATALE IVG.IT HA TITOLATO E PUBBLICATO

Albenga, querelle Ciangherotti – famiglia Costa. Il consigliere: ” Mi scuso per tutto sperando di far pace”.

“Mai pensato che i Costa si fossero impadroniti degli antichi vasi, ho sollevato il dubbio fossero stati trafugati da ignoti”

Albenga. Arriva il Natale e, come si suol dire, “si è tutti più buoni”. Funziona così anche ad Albenga, dove il consigliere comunale di Forza Italia Eraldo Ciangherotti ha deciso di “seppellire l’ascia di guerra” e di archiviare la querelle che lo ha visto protagonista per svariati mesi insieme alla famiglia Costa. “E’ Natale, siamo tutti più buoni, – ha esordito lo stesso amministratore albenganese. – Come molti sanno, tra la primavera e l’estate scorsa, ho avuto un duro scontro con la famiglia Costa sugli antichi vasi della farmacia di Albenga, sulla gestione di Palazzo Peloso Cepolla, su come il Museo Navale sia valorizzato. Battaglia che, per me, era solamente politica, nulla di personale nei confronti dell’avvocato Cosimo Costa, presidente dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, nè della moglie Josepha, insigne storica, nè del figlio Camillo, Ispettore onorario dei beni culturali per il ministero”.

“La famiglia Costa, come si sa, aveva annunciato di querelarmi e nei giorni scorsi mi è stato imposto di scusarmi con la famiglia Costa, cosa che non solo faccio volentieri, ma che avevo già deciso di fare in autonomia, proprio perchè, da cattolico, non voglio avere, soprattutto, a Natale, nessuna “lite in corso”. Non ho mai pensato, ne tanto meno detto o scritto, che la famiglia Costa si fosse impadronita degli antichi vasi, ho solamente sollevato il dubbio che i vasi fossero stati trafugati da ignoti, non certamente da Cosimo Costa o dai suoi famigliari, i cui meriti per la custodia della cultura di Albenga sono riconosciuti da tutti”.

“Mi scuso anche per ‘l’intrusione’, non voluta, negli uffici dell’Istituto in Palazzo Peloso Cepolla, stavo solamente, assieme ad altri consiglieri comunali, verificando quel che succedeva in un bene, per lascito, di proprietà comunale gestito, sempre per lascito, da uno dei più prestigiosi Istituti culturali della Regione. Mi scuso per tutto, insomma, sperando con questa di fare pace con la famiglia Costa e che si possa, da una serie di equivoci, sviluppare un progetto ambizioso per valorizzare sempre di più l’enorme patrimonio storico e culturale di Albenga”, ha concluso Ciangherotti.

IL 19 LUGLIO 2018 IVG. SCRIVEVA

ALBENGA, DIATRIBA CIANGHEROTTI – COSTA. INTERVENE LA SOPRINTENDENZA: NESSUN REPERTO TRAFUGATO DA PALAZZO CEPOLLA”

Il consigliere aveva avanzato sospetti sulla “sparizione di beni dello Stato”, fugati dai controlli della Soprintendenza

Albenga. La querelle nata tra il consigliere di Forza Italia Eraldo Ciangherotti e l’Istituto di studi liguri (la famiglia Costa) si arricchisce di una nuova “puntata”, che potrebbe però essere decisiva per far rientrare definitivamente le polemiche. Dopo la denuncia del consigliere forzista, che aveva avanzato il sospetto che alcuni reperti di Palazzo Peloso Cepolla, gestito dall’Istituto di Studi Liguri, “fossero stati messi sotto sequestro o trafugati illegalmente da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione”, con chiaro riferimento appunto alla famiglia Costa.

E, dopo un blitz nello storico palazzo ingauno, messo in atto dallo stesso Ciangherotti insieme agli altri consiglieri di minoranza, la situazione era stata denunciata al comando regionale dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, con tanto di richiesta di intervento rivolta ai parlamentari liguri presso il Governo italiano.Una diatriba che non ha lasciato indifferente la Soprintendenza ai Beni Culturali della Liguria, che ha deciso di svolgere un controllo per verificare la situazione. E dalle verifiche svolte è risultato che “nessun reperto dell’età preistorica, anfore o vaso dell’antica farmacia è stato trafugato da palazzo Peloso Cepolla”.

Una conferma, dunque, di quanto sostenuto dalla famiglia Costa, e una notizia positiva per l’amministrazione comunale che, ormai da tempo, sta portando avanti importanti tavoli di discussione insieme alla stessa Soprintendenza, all’istituto di Studi Liguri e alla Fondazione Oddi per cercare di implementare turismo e cultura all’ombra delle torri ingaune.

“Sono stato il primo a sollecitare questo controllo, ma non avevo alcun dubbio sul fatto che i reperti fossero al loro posto, – ha spiegato il sindaco Giorgio Cangiano. – In questa fase, quasi epocale per Albenga, in relazione ai risultati che la città potrebbe ottenere dal punto di vista culturale e turistico, mi sembra assurdo creare polemiche anche quando, come in questo caso, non ve ne sia il bisogno. Non è il momento di dividersi e creare spaccature ma di procedere nella stessa direzione per raggiungere importanti risultati”.

“Con Soprintendenza, Istituto di Studi Liguri e Fondazione Oddi stiamo portando avanti diversi tavoli con obiettivi importanti, chiari e precisi: la realizzazione di un museo unico in città, con sede a Palazzo Oddo e di un centro di archeologia subacquea a palazzo Cepolla. Recentemente, inoltre, la Soprintendenza ha ottenuto importanti finanziamenti dal Ministero e ha già annunciato di volerli investire per realizzare il centro di archeologia, che diventerebbe così un punto di riferimento a livello nazionale, in primis per studiosi e universitari”.

L’11 LUGLIO 2018 IVG.IT

…….Dopo il blitz da loro effettuato questa mattina a Palazzo Peloso-Cepolla, i quattro consiglieri di minoranza hanno attaccato duramente, avanzando il sospetto che “siano stati messi sotto sequestro o trafugati illegalmente beni dello Stato da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione”.

….Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie i membri della famiglia Costa che, nel pomeriggio, hanno risposto per le rime, accusando a loro volta i consiglierei di “essere entrati abusivamente nel palazzo ingauno” e annunciando “querele e denunce”. “In data odierna i consiglieri comunali Eraldo Ciangherotti, Ginetta Perrone, Cristina Porro e Massimiliano Nucera si sono introdotti abusivamente nella sede della sezione ingauna dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri forzandone la porta di accesso secondaria collegata al Museo Navale e facendo scattare l’allarme antintrusione presente a salvaguardia dei beni, reperti e materiali conservati in essa”, si legge nella nota diramata dai Costa.

“Preso atto delle successive dichiarazioni dei quattro consiglieri riguardo il sospetto che siano stati ‘trafugati illegalmente beni dello Stato da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione’ poiché tali affermazioni si manifestano palesemente false e i comportamenti di inescusabile gravità si rende necessaria la proposizione delle più idonee querele e denunce a tutela della sede dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dell’onorabilità delle persone che lo compongono”, hanno concluso dalla famiglia Costa.

 

 

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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