Una mozione consiliare con la richiesta, motivata, di approvare un ordine del giorno per il trasferimento dei binari a monte, tra Andora e Finale Ligure, in modo da completare l’opera terminata fino a Ventimiglia. Un’urgenza anche alla luce delle ultime notizie che arrivano da Roma dove il ministero avrebbe stralciato, almeno per ora, il finanziamento previsto, alcuni miliardi, peraltro mai interamente fissati, visto il costi lievitati. La richiesta porta la firma dei consiglieri di opposizione Mario Carrara e Maurizio Novara. Espongono dati di fatto, elementi di valutazione e la circostanza che ad oggi l’unico tratto a binario unico è rimasto quello tra Loano e Pietra Ligure- Finale. Un passo analogo era stato fatto lo scorso anno da Laigueglia, ma sulla linea pro trasferimento sono allineati tutti i comuni interessati.
E’ tuttavia utile, a completezza di informazione, per quanto riguarda Pietra Ligure, fare presente ai cittadini che l’attuale stazione sarebbe ‘derubricata’ a fermata e trasferita su un viadotto ai confini con Giustenice e Tovo San Giacomo. Anche Loano perderebbe la stazione che sorgerebbe a Borghetto ai confini con Toirano. Stesso discorso per Albenga dove lo scalo è previsto nella frazione di Bastia, a monte dell’abitato. Perde la stazione anche Laigueglia e con ogni probabilità la stessa Alassio. E’ un danno per le località turistiche perdere la stazione in centro ? Quali conseguenze ha avuto il trasferimento in località come Diano Marina, Arma di Taggia, Sanremo ? Qual’è il parere di quei sindaci, di quelle comunità, degli operatori turistici e commerciali, ma anche dei pendolari, degli utenti delle ferrovie ? A leggere dai giornali le cronache non indicano segnali di entusiasmo, di soddisfazione. E ‘vero che mancano ancora parecchie strutture e collegamenti tra stazioni e centro città. E’ altrettanto vero che c’è una corrente di pensiero (Assoutenti, ma non solo) che consiglia di realizzare un raddoppio sotterraneo nell’attuale sede, trasformando il tracciato esistente in metropolitana leggera, incrementando le fermate in prossimità del Santa Corona, ma anche in altre zone più frequentate della Riviera. Osserva che nessuna importante località turistica (Rimini, Riccione, Viareggio) ha mai progettato di allontanare la stazione dal centro urbano. A questo si aggiunga le esigenze di chi il treno lo prendere ogni giorno per recarsi al lavoro, andare a scuola. E la lontananza dal centro abitato, l’insufficiente collegamento con i bus crea disagi e difficoltà, con il risultato (vedi stazione di Sanremo) di disincentivare fino al 35- 40 per cento l’utilizzo del treno.
Insomma occorre un’analisi più che approfondita. Anche se bisogna dare atto che i consigli comunali delle città interessate si sono già espressi per i binari a monte. E una decisione deve essere assolutamente presa. Si è già perso troppo tempo, anche se , ripetiamo, i binari a monte nel ponente non pare abbiano raccolto molti consensi, ma forse si tratti di una situazione iniziale.
ORDINE DEL GIORNO SUL COMPLETAMENTO DEL RADDOPPIO E DELLO SPOSTAMENTO
A MONTE DELLA LINEA FERROVIARIA GENOVA-VENTIMIGLIA
Il Consiglio Comunale di Pietra Ligure
Ravvisata l’indispensabilità, oggi aggravata dall’urgenza conseguente ai sopravvenuti, contingenti problemi derivati dal crollo del ponte Morandi di Genova, di risolvere definitivamente l’intollerabile problema dell’incompiuto completamento del raddoppio e dello spostamento a monte della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, opera che anche l’Unione Europea ha recentemente inserito tra le priorità, come linea “internazionale”.
Ritenuto
che il completamento dello stesso raddoppio e spostamento a monte, nonché l’avvio della realizzazione della gronda genovese, oltre logicamente alla ricostruzione del ponte sul torrente Polcevera, contribuirebbero significativamente al miglioramento del sistema di collegamenti e di trasporto ferroviario e stradale ligure.
Accertato
che il punto più critico dell’attuale problematicità è rappresentato dalla tratta compresa tra Finale Ligure e Loano, ancora a “binario unico”, nell’ambito dell’antico tracciato costiero, risalente al 1860; cosa che costituisce e causa il rallentamento e, talvolta, anche il blocco della circolazione dei treni sulla linea, impedendo, di fatto il raggiungimento di velocità di percorrenza adeguate ai tempi, nonché l’istituzione di treni più frequenti nel loro numero e più rapidi, come loro potenzialità.
Reputato
che, accanto a tale prezioso risultato, si potrebbe ottenere anche una considerevole riduzione del traffico autostradale, sia turistico che commerciale, non solo nei nodo genovese ma anche sull’intera Riviera di Ponente, dal momento che si incentiverebbe l’utilizzazione del trasporto ferroviario pubblico rispetto a quello automobilistico privato.
Considerato
di non sottovalutare quanto l’apertura del nuovo scalo merci di Vado Ligure potrà incidere sull’incremento del traffico, specie autostradale, dal momento che le opere di potenziamento dell’asse ferroviario verticale dalla costa verso il Piemonte non sono state ancora realizzate.
Sottolineato
che il completamento del raddoppio ferroviario Genova-Ventimiglia costituisce non una “nuova opera”, per la quale sarebbe immediatamente necessaria una totale copertura finanziaria, bensì esso rappresenta unicamente il “completamento” di una infrastruttura sulla quale la Stato nei decenni passati ha già investito una notevolissima somma nei tratti Genova-Finale e Andora-Confine.
Tutto ciò premesso,
SI CONCLAMA
l’indifferibilità e l’inderogabilità dello stanziamento dell’adeguato finanziamento per il completamento dell’opera, già intrapresa nel 1960, di raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, e del suo spostamento “a monte”, rispetto all’originale tracciato “costiero”, in modo che la Liguria di Ponente possa, finalmente, esser dotata di un’infrastruttura ferroviaria al passo con i tempi, tale da stimolarne l’intera sua economia e da scongiurarne, invece, il declino.
Il raddoppio della linea ferroviaria Genova – Ventimiglia ed il suo spostamento a monte
Sono oltre 50 anni che il Ponente della Liguria attende che sia effettuato l’integrale raddoppio e spostamento a monte della linea ferroviaria Genova – Ventimiglia. Quest’opera è stata già realizzata per il 75% per cento del suo percorso, ma quel 25% rimanente, ancora “incompiuto”, pregiudica e rende vano se non inutile tutto il resto già fatto.
Il tratto più scandalosamente “indietro” e problematico di tutta la linea è quello che attraversa proprio il nostro territorio: infatti, tra Finale Ligure e Loano la linea, oltre ad insistere ancora sul tracciato del 1862, è squallidamente ancora a “binario unico”.
Non c’è, sotto questo profilo del “binario unico”, nessuna differenza tra la nostra linea ferroviaria e quelle di certe linee di trenini delle Ande. Come noi, il Liguria, c’è, ormai, solo la pittoresca ferrovia Genova – Casella, che si inerpica su per l’Appennino.
E dire che la linea ferroviaria, in teoria, sarebbe, o avrebbe l’ambizione di essere, una linea “internazionale”! Il collegamento costiero del Mediterraneo tra Italia e Francia, il collegamento con la Costa Azzurra! La linea che porta fino a Barcellona e poi, per Spagna e Portogallo! Territori già da tempo solcati da linee ad “alta velocità”!
Tuttavia, ahimè, noi rimaniamo la ferrovia della “strozzatura” del nostro tratto “a binario unico”, e basta! Una linea percorsa, giornalmente, da sei coppie di Intercity, in andata e ritorno, per Milano; nessun intercity per Torino; una coppia di I.C. per Roma. Il resto, la prevalenza, sono treni locali: questa è la nostra potenzialità! D’altronde, come si possono inserire nuove offerte di treni, su una linea obsoleta che, proprio e principalmente, a causa della “strozzatura” del “binario unico” nel territorio di Pietra Ligure, obbliga i treni a vistosi rallentamenti ed a “blocchi” forzosi, a Pietra Ligure e nelle stazioni vicine, per gli “incroci” tra convogli che viaggiano nelle opposte direzioni. La dimostrazione più evidente è rappresentata dai passaggi a livello chiusi per tempi dilungati (a volte intollerabili) per consentire le partenze ed il transito, spesso, di due treni, incrociati in stazione.
Sono più di 50 anni che il completamento della linea litoranea e del suo spostamento a monte viene “annunciato” e poi, puntualmente “disatteso”. Ad ogni campagna elettorale di ogni livello istituzionale, quest’opera viene considerata “indifferibile”, “urgente”, “non più rinviabile”, ecc., e l’impegno delle liste e dei candidati di turno viene considerato “totale”! I risultati finali di vedono! Sono davanti agli occhi di tutti! Tra Finale e Loano “ferroviariamente ” parlando, siamo rimasti al 1862! Tali e quali! Oggi, fine del 2018, la situazione delle infrastrutture del Ponente ligure, palesa tutta la propria inadeguatezza con l’emergenza che deve sostenere. Basta un “niente” che la Liguria di Ponente di blocchi e diventi irraggiungibile!
Infatti, basta un incidente ad un Tir che occupi la carreggiata autostradale, o un incidente tra automobili, anche banale, in autostrada; oppure, basterebbe un guasto altrettanto banale, ad un locomotore nel tratto ferroviario a binario unico per provocare il blocco totale delle infrastrutture interessate. La Liguria di Ponente diventa irraggiungibile! Per ore: fino al superamento della criticità.
Un’autostrada solo di nome, perché “in deroga” in quanto sprovvista di requisiti minimi e, di fatto, a corsia “unica”, per la presenza quotidiana del “serpentone” di Tir nella corsia di marcia; l’assenza di un’Aurelia bis che costituisca una alternativa di collegamento veloce rispetto alla strada statale; la via Aurelia, che attraversando tutti i centri abitati che si susseguono, è diventata, di fatto, poco più che una strada comunale; una linea ferroviaria da raddoppiare e spostare “a monte”, son tutte cose che rendono indifferibile considerare quello delle “infrastrutture” come la vera “priorità“, oggi “l’emergenza” della Liguria di Ponente.
Tra le infrastrutture, quella da considerarsi con precedenza rispetto a tutte le altre è proprio la ferrovia; perché non è una nuova opera, ma rappresenta solo la parte rimanente di un’opera da completare, già eseguita al 75% della sua interezza; perché non ci sono da fare “studi di fattibilità” perché sono già stati fatti; perché non devono essere redatti progetti esecutivi perché ci sono già disponibili; perché gli enti tecnici sovraordinati, per laaggoor parte, hanno già visionato ed esaminato i progetti, quindi, non ci sono più lungaggini burocratiche tecniche che possano “impattare” la prosecuzione dell’opera. Ciò che manca, ciò che finora è mancato è la volontà politica di realizzare DAVVERO l’opera, senza limitarsi ad enunciarla, conclamandola come indispensabile in prossimità di ogni appuntamento elettorale.
Solo sparute voci di dissenso si levano in difesa dell’attuale tracciato. Voci fuori dalla realtà che, nella spregiudicatezza dell’assurdità delle tesi sostenute, contrarie allo spostamento a monte e favorevoli al raddoppio in sede, se per assurdo tenute in considerazione, condannerebbero a morte economica certa città come Borgio Verezzi, Pietra Ligure e Loano.
Per tutto quanto sopra scritto, nell’intento, ancora una volta, per l’ennesima volta, di confermare, rimarcare, ribadire la volontà e la determinazione della comunità di Pietra Ligure affinché la attuale linea ferroviaria sia trasferita a monte e raddoppiata, in coerenza e continuità con quanto già realizzato precedentemente, si chiede al Consiglio Comunale di Pietra Ligure di approvare la presente Mozione Consiliare, nel dispositivo rappresentato nell’Ordine del giorno allegato, analogamente a quanto già avvenuto in altri Comuni della Riviera, primo tra tutti, Laigueglia. Tutto ciò affinché sia chiaro e inequivocabile che tutte le città della Riviera, che rappresentano i propri cittadini e le proprie comunità vogliono e chiedono senza esitazioni, tentennamenti o ripensamenti lo spostamento monte ed il raddoppio della linea ferroviaria.
Pietra Ligure, 19/11/2018. Mario Carrara Maurizio Novara