Ancora una volta i darti forniti da Unioncamere evidenziano la crisi strutturale della Provincia di Savona. Nella programmazione di assunzioni per l’ultimo trimestre dell’anno se Genova e Imperia fanno registrare una crescita rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, La Spezia flette del 3,1% e Savona addirittura del 7,6%.
Si sottolinea, se mai ce ne fosse bisogno anche il persistere di una bassa qualità dei principali profili lavorativi richiesti, almeno dal punto di vista produttivo e di figure portatrici di innovazione, poiché in testa alla graduatoria ci sono ancora una volta cuochi, camerieri e figure non qualificate per i servizi di pulizia.
Le richieste riguardano per i ¾ aziende inferiori ai 50 dipendenti, ed è questo un altro dato da rimarcare.
Mentre si prolungano le richiesta di utilizzo degli ammortizzatori sociali il contesto complessivo nel quale la situazione savonese si colloca è quello per di più delle forti difficoltà delle sole aziende rimaste a livello industriale : Piaggio e Bombardier.
Una crisi che sembra infinita al riguardo della quale la famosa dichiarazione di area industriale di crisi complessa finora ha partorito dimostrazioni d’interesse non particolarmente collegate all’idea di una ripresa di presenza dell’industria produttiva.
Si reiterano qui due richieste:
- Una mobilitazione permanente da parte di tutti i settori lavorativi allo scopo di dimostrare sostegno prima di tutto a Piaggio e Bombardier, la cui permanenza diventa del tutto vitale per l’intero territorio;
2) L’elaborazione di un piano straordinario per il lavoro incentrato sull’idea della reindustrializzazione delle aree nevralgiche della nostra provincia.
Ecco in sintesi i dati forniti da Unioncamere attraverso il servizio del sistema informativo Excelsior.
Su circa 956mila assunzioni programmate dalle imprese a livello nazionale per il periodo ottobre – dicembre 2018 , in Liguria ne sono previste oltre 21mila (il 2,2% del totale Italia), di cui a Genova 12.730 (+6,7%), a Imperia 2.620 (+13,9%), a Savona 3.180 (-7,6%) e a La Spezia 2.830 (-3,1%). Rispetto allo stesso periodo del 2017, quando le opportunità di lavoro previste in Liguria erano 20.580, si registra una crescita complessiva della domanda pari al 3,7%..
Nel trimestre in esame, il 76% delle assunzioni programmate sarà assorbito dai servizi e, rispetto alla classe dimensionale delle imprese, il 74% delle entrate riguarderà quelle con meno di 50 dipendenti.
Entrando nello specifico delle principali figure professionali richieste dalle imprese liguri, al primo posto figurano ancora cuochi e camerieri con 3.370 assunzioni previste (15,8% sul totale), di cui la metà in provincia di Genova; seguono i commessi e altro personale qualificato in negozi (8,9%) e gli addetti non qualificati nei servizi di pulizia e alle persone (6,6%).
Nel savonese, l’ammontare complessivo delle figure professionali richieste è di 3.180: le richieste maggiori riguardano cuochi e camerieri, 700, poi personale non qualificato nei servizi di pulizia, 320, a seguire i commessi, 260, e poi conduttori di mezzi di trasporto operai specializzati nell’edilizia, e 190.
Franco Astengo
IL 26 OTTOBRE 2018 L’AUTORE HA SCRITTO:
ANCORA SAVONA NELLA CRISI
La notizia di oggi è questa: “L’allarme occupazionale e per i lavoratori si sposta e rimbalza dalla Piaggio Aerospace all’indotto della Laerh, azienda del settore aerospace insediatasi ad Albenga quattro anni fa nelle aree ex Fruttital grazie all’accordo di programma Piaggio del 2014. Le segreterie territoriali Fim Fiom Uilm Savona e la RSU dello stabilimento albenganese esprimono forte preoccupazione: “Ad oggi nello stabilimento sono occupati 80 lavoratori di cui oltre 20 con contratti di lavoro in scadenza a fine anno. Lo stato di incertezza nel quale l’unità produttiva versa da mesi, causata anche dai ritardi e dalle difficoltà nella risoluzione delle problematiche legate alla vertenza Piaggio Aerospace, mette a rischio non solo il mantenimento degli attuali livelli occupazionali ma il progetto produttivo ed occupazionale complessivo” affermano le organizzazioni sindacali”
La provincia di Savona continua ad arrotolarsi nella sua apparentemente inestricabile crisi, mentre l’area industriale di crisi complessa ha prodotto il topolino dei materassai (con tutto il rispetto, ovviamente, per tutti i colchoneros del mondo) e si esulta perché le aree della Centrale Tirreno Power saranno occupati da un deposito di gru. Anche in questo caso il giudizio è positivo ma di deposito di gru sempre si tratta: nulla di produttivo e di tecnologicamente avanzato e innovativo. Dopo Asset Italia sembra arrivata la volta di Laerh, da una parte se ne sono andati 50 posti di lavoro, dall’altra ne sono a rischio 80: numeri solo in apparenza piccoli che nella nostra realtà, fatta di 8.000 disoccupati e 2.000 cassa integrati, pesano tantissimo.
Il punto è sempre quello: dell’industria, delle realtà produttive, dell’innovazione tecnologica,della programmazione. Le istituzioni latitano e ci si rende conto delle difficoltà dei Sindacati. Forse sarebbe il caso di usare antiche armi: lavorare ad un “piano del lavoro” riguardante la provincia (quello che è mancato in occasione del decreto sull’area di crisi industriale complessa) e avviare una mobilitazione sul territorio in modo da coinvolgere non solo le categorie ma anche il complesso del tessuto economico.