Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il Santa Corona può fruttare fino a 200 alloggi con la vendita degli immobili proposta dall’ex sindaco Pd. Altri 200 nell’ex cantiere e 50 nell’ex Italcementi in centro


Non si dica, per favore, che sono tornati i tempi degli Ambientalisti come accade nella potente locomotiva economica della Germania, l’affermazione nelle recenti elezioni in Alto Adige, provincia di Bolzano, o ancora in qualche area dell’Austria. Gli elettori li tengano alla larga. E’ il momento di ‘far fruttare’ gli edifici fatiscenti dell’ormai storico Santa Corona. Bisogna finanziare il futuro monoblocco. La proposta, a quanto emergerebbe, dell’ex sindaco e futuro ricandidato Luigi De Vincenzi, è vendere in parte l’ospedale ricavandone, a chi acquista, 200 alloggi. Nonostante i tempi di crisi. Ma il popolare ed autorevole Ivg riferisce un’indagine dell’amica Tecnocasa. Si torna a vendere e comprare, da 169 mila€ fino a…leggi.

Una rara cartolina di Pietra Ligure, fine anni ’60, dell’area del S.Corona, della frazione Ranzi e del Trabocchetto e Monte Grosso. Utile fare un confronto con un’immagine più recente e riflettere sul futuro urbanistico
Così salveremo l’ospedale Santa Corona, titolava Il Secolo XIX del 1° dicembre 2011. Sopraelevazione della Piastra dei Servizi, creazione di un mini-monoblocco di collegamento tra il padiglione chirurgico e il padiglione 18, mantenimento del padiglione 18 e 17 (sui quali negli anni sono stati fatti i maggiori investimenti) e collegamento sotterraneo tra il nuovo monoblocco e il padiglione dedicato alla riabilitazione e l’unità spinale. È, in estrema sintesi, quanto propone l’amministrazione comunale De Vincenzi all’Asl 2 e alla Regione Liguria per venire incontro alle esigenze di un ammodernamento e di una razionalizzazione del Santa Corona, oggi fatto secondo il sistema desueto dei padiglioni, sistema che, nel tempo, diventerà sempre più costoso da mantenere e sempre meno competitivo.
Per finanziare il progetto, prendendo atto della situazione estremamente critica della sanità regionale, potrà essere alienata tutta la parte a ovest della chiesa, da mare a monte (circa un 30% del Santa Corona). La destinazione delle aree dismesse, poi, dovrà essere decisa con un concorso di idee internazionale e dovrà prevedere non solo a residenze, ma anche attività commerciali, turistiche e servizi.
La proposta dell’amministrazione comunale, che ora dovrà essere vagliata da Regione Liguria e Asl 2, potrebbe consentire di realizzare il nuovo Santa Corona con un investimento da 45-50 milioni di euro: le soluzioni prospettate, infatti, non prevedono di spostare servizi come quelli presenti nella Piastra e nel Chirugico, il cui costo sarebbe stato insostenibile. Così come insostenibile e inaccettabile è ritenuta dal Comune la proposta avanzata a suo tempo dall’Asl 2 di realizzare un monoblocco nella parte a monte, spostata verso ponente, dismettendo tutta l’attuale area ospedaliera, compresa l’Unità Spinale che sarebbe stata demolita.
«Quello che presentiamo ufficialmente è il frutto di una discussione molto ampia che mi dà la possibilità di presentare una proposta condivisa da tutta la maggioranza per il futuro di un ospedale patrimonio non solo della Comunità Pietrese, ma di un intero territorio e per il quale solo negli ultimi dieci anni sono stati realizzati investimenti per oltre 20 milioni di euro di denaro pubblico – ha dichiarato il sindaco Luigi De Vincenzi – quanti per parte pubblica sono stati spesi nella costruzione dell’ospedale di Albenga. Per questo motivo siamo disponibili a individuare le soluzioni urbanistiche che, attraverso il sacrificio di una parte del territorio dell’ospedale, contribuiscono a trovare le risorse necessarie per un ritorno diretto nell’esclusivo interesse del miglioramento dei servizi che il Santa Corona può sviluppare nell’immediato futuro». La maggioranza consigliare ritiene che la proposta presentata sia la soluzione migliore proprio perché consente di raggiungere gli obiettivi che per l’amministrazione comunale sono «imprescindibili»: minore trasformazione possibile del territorio, salvaguardia e potenziamento dell’ospedale, salvaguardia dei servizi e dei posti di lavoro.
«Abbiamo ormai preso coscienza del fatto che la Regione sta cercando di delineare due poli ospedalieri, quello di Albenga e Pietra e quello di Savona e Cairo – ha aggiunto De Vincenzi – il che porterà ad una vocazione delle urgenze al Santa Corona e di tutto ciò che è elezione ad Albenga. E proprio perché riteniamo che il futuro dell’ospedale Santa Corona sia un patrimonio e una responsabilità di tutti, sarà la Commissione consigliare appositamente istituita ad iniziare i propri lavori su questa ipotesi».
Il progetto sarà illustrato ai dipendenti del Santa Corona dal sindaco Luigi De Vincenzi, lunedì alle ore 11.30, nella Sala Spotorno del Santa Corona.

L’operazione ospedale significa una volumetria complessiva di dolce cemento pari a 70- 80 mila mc. che potrebbero fruttare appunto 200 ‘seconde case’ o forse tanti possibilità di acquisto, da prima casa, per dipendenti e pensionati dell’Asl, in simpatica ‘unione’ materiale ed emotiva con il ‘sacro’ luogo di lavoro. Per Pietra Ligure sarebbero anni di super rilancio economico, con una ‘colata’ occupazionale nel mega cantiere. Ma non sarebbe l’unica occasione di sviluppo da non perdere. Non bisogna dimenticare il lungo sonno che da troppo tempo ha colpito l’ex cantiere navale fronte mare. Qui c’è il secondo dolce progetto, questa volta assai più concreto ed avanzato, che prevede un’iniezione di altri 200 alloggi ed un hotel a 4 stelle che non mancano mai quando si deve proporre il recupero di vecchi complessi immobiliari.

Non si spaventi, tuttavia il lettore  e tantomeno la cittadinanza pietrese, o ancora il benvoluti proprietari di ‘case’ al mare e bravi contribuenti Imu. Se tutto andrà come qualcuno prevede – non sappiamo ancora chi siano davvero i contrari, finora solo un pietrese che vive ed ha fatto fortuna in Germania ha proposto  nell’area del ex cantiere navale, per il potenziale rilancio della cittadina con grande piazza e giardini da parco urbano – il Comune potrà incassare tanti soldini dagli oneri di urbanizzazione.

Non si dimentichi, infine, un’altra ghiotta opportunità, sempre annunciata e sul filo di partenza. L’operazione Orsero nelle aree ex Italcementi. Siamo in centro città, da anni si è ripetuto alla noia che c’erano tutte le condizioni affinche fosse eliminato quel brutto spettacolo. Una vera e propria indecenza in una città che è cresciuta in lungo ed in largo, grazie sempre alla vocazione turistica della benedetta casetta al mare. Insomma fare un po di fretta agli Orsero che in borsa stanno andando benino con l’azienda a dimensione internazionale, non sarebbe male.

A Pietra c’è chi vuole mettere in allarme i Verdi, ma in provincia sono allo zero virgola. Possono sempre irrompere i grillini ambientalisti. Chiamati in soccorso di quanti non vorrebbero che nella loro città nascesse un’altra piccola città, seppure divisa in tre nuovi quartieri residenziali. C’è chi si agita dentro e fuori il consiglio comunale.
L’articolo di Trucioli della scorsa settimana sul Santa Corona (vedi……) letto dai soliti tre o quattro lettori, pochino ma buoni, avrebbe creato qualche difficoltà e fermento. La Lega che ha l’assessorato alla Sanità regionale ora deve dare delle risposte chiare su cardiochirurgia e sulla ri-aziendalizzazione. Forza Italia che ha sostenuto, in passato, certe battaglie quando in Regione comandava la coppia Burlando – Montaldo del PD, ora preferirebbe non essere costretta a schierarsi. Il guardingo  De Vincenzi, vice presidente del Consiglio regionale, che legge di una proposta alternativa alla sua (vendere gli immobili dismessi  del Santa Corona per l’edilizia abitativa, sostenuta anche dal sindaco Valeriani) consistente nell’individuare la sede decentrata di ponente della Facoltà di medicina e chirurgia. Proposta che sta incontrando molte adesioni, non solo nel mondo giovanile.
Santa Corona, è prevedibile, sarà uno dei motivi dominanti della prossima campagna elettorale: De Vincenzi ed il PD per la deaziendalizzazione e nuove case, lo schieramento di centro destra per la ri-aziendalizzazione e l’Università; vendere qualcosa se è necessario purchè la contropartita non siano colate di cemento. Ma non si deve dimenticare che in Riviera il ‘partito del cemento’ è sempre stato quasi imbattibile. E chi non si adegua è perso. Perde le elezioni.

Comunque vada a finire pare scontato che il Pd non voglia rischiare di perdere il controllo sulla città che dura da tre legislature. E il fantino vincente, nonostante dica di non aver ancora deciso, corrisponde proprio a Luigi De Vincenzi. Un curriculum di tutto rispetto, come si legge, sul sito della Regione Liguria. E dopo aver mancato, non per suo demerito, il collegio senatoriale alle politiche del marzo scorso.

De Vincenzi: “Imprenditore nel settore dell’accoglienza turistica, gestisce l’azienda di famiglia Pian dei Boschi Camping-Residence a Pietra Ligure. Funzionario tecnico comunale dal 1975 fino al 2000 presso il comune di Pietra Ligure e, in seguito, nella stessa funzione presso il Comune di Borghetto Santo Spirito. Ha ricoperto il ruolo di consigliere di minoranza nel Comune di Pietra Ligure dal 2001 al 2003 e, dalla successiva tornata elettorale, è stato eletto Sindaco e ha mantenuto tale carica dal 2004 al 2014. La sua attività amministrativa è stata sempre caratterizzata dall’attenzione al territorio e ai cittadini, con particolare attenzione ai temi relativi all’urbanistica e alla pianificazione del territorio, all’ambiente, al turismo, alle infrastrutture e all’imprenditorialità. Dal 2015 Consigliere regionale, con gli incarichi di vice presidente della IV Commissione “Territorio e Ambiente” e commissario nella II Commissione “Salute e Sicurezza sociale”, dove continua l’attività legislativa mantenendo sempre un costante contatto con i cittadini del ponente ligure della provincia di Savona.
Candidato al Senato della Repubblica, nel collegio Liguria I, alle elezione politiche del 4 marzo 2018.”

TECNOCASA:  IL MERCATO HA RIPRESO A TIRARE

DA IVG.IT:

Savona. Cresce la disponibilità di spesa per comprare casa nella fascia fino a 169 mila euro. E’ ciò che l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha riscontrato nelle a luglio 2018. Rispetto a gennaio, aumenta infatti la percentuale di acquirenti che decide di spendere per l’abitazione fino a 169 mila euro. Un dato in linea anche con la tendenza registrata nel savonese. Infatti, per quello che riguarda la disponibilità di spesa, il 36,9% è propenso all’acquisto fino 169 mila euro, il 27,9% da 120 a 169 mila euro, mentre il 21,7% da 170 a 249 mila euro, infine il 9,1% oltre i 250 mila euro. Il calo dei prezzi delle abitazioni ha incoraggiato l’acquisto dell’immobile per un uso personale, ma anche gli investitori si sono fatti sentire sempre di più interessandosi a piccoli o grandi tagli da mettere a reddito, anche in considerazione del fatto che la domanda di alloggi in locazione sta crescendo su tutto il territorio nazionale dettata spesso da esigenze di tipo turistico. L’Ufficio Studi, grazie alla capillarità delle agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete presenti sul territorio nazionale, ha monitorato l’indice di disponibilità di spesa in 19 regioni, fornendo dati sui diversi capoluoghi.


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