Così come abbiamo sostenuto che la questione della lapide inaugurata al Cimitero di Zinola in memoria dei savonesi caduti nel secondo conflitto mondiale (e nel cui testo erano comprese le Camicie Nere) non riguardava i caduti in quanto tali bensì il simbolo che le camicie nere hanno rappresentato durante il periodo dello squadrismo pre-fascista, nel ventennio e nel periodo dell’occupazione nazista.
La demolizione della lapide stessa, avvenuta per mano ignota e senza alcuna determinazione da parte dell’Amministrazione Comunale, non può altro che essere giudicata – nelle condizioni date – un semplice atto vandalico da condannare comunque.
Un atto vandalico che ci auguriamo non alimenti ulteriori pretestuose polemiche.
Polemiche che nella maggior parte dei casi sono state alimenta teda coloro che anno interesse a confondere e distorcere la verità storica sovrapponendovi un rimpallarsi di accuse e contraccuse senza senso.
In questo frangente nessuna dietrologia da sviluppare in alcune direzione: soltanto l’espressione di una condanna netta anche allo scopo di sgomberare un campo inquinato da inganni ed equivoci, generatisi soprattutto per responsabilità del Comune di Savona, e fare in modo che la cerimonia di ripristino di un’altra targa, anch’essa oggetto di atto vandalico, ricordante i Martiri del Natale di Sangue 1943 possa avvenire sabato prossimo nel pieno della serenità di spirito com’è necessari sia nell’occasione del ricordo dell’evento più doloroso e drammatico che Savona ebbe a vivere nella triste stagione intercorsa tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945.
Ricordiamo ancora come, ben testimoniato dalla medaglia d’oro al valor militare per la lotta di Resistenza, il grande contributo che i savonesi seppero perché si giungesse alla Liberazione d’Italia e la lunga stagione di ricostruzione e di crescita democratica che nel dopoguerra ha illustrato la vita sociale, politica, culturale di una città industriale come Savona. Da non dimenticare.
Franco Astengo