Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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I nostri viaggi nella buona e cattiva sorte
Conferenza a Bra su ‘ferro e gomma’
Dati e statistiche, collabora la Clinica ortopedica universitaria del San Martino


Viaggiare in treno è più sicuro che sulla strada! Non ci sono dubbi. I dati del Ministero dei Trasporti e Istat, nell’arco preso in considerazione (2004 – 2012 – 2016) sull’incidentalità comparata indicano 216827 indicenti di strada, 131 di ferrovia; 4686 morti (strada), 79 (ferrovia); feriti 305530 (strada), 99 (ferrovia). Nella conferenza in programma giovedì 27 settembre, ore 20,45, al Caffè Cavour di Bra (CN), Roberto Borri, ingegnere e medico chirurgo degli Ordini di Alessandria, illustrerà i risultati  di un approfondito studio – ricerca – analisi di dati e statistiche ufficiali sul tema “Ferro e Gomma. Due differenti supporti per i nostri viaggi, nella buona e nella cattiva sorte”.  Con la collaborazione  della Clinica Ortopedica Universitaria dell’ospedale San Martino di Genova, diretta dal prof. Lamberto Felli.

Il prof Lamberto Felli direttore della Clinica Ortopedia Universitaria del San Martino di Genova

La conferenza (VISUALIZZA CLICCANDO QUI) ripercorre il confronto tra 13 opportunità che offrono il ‘trasporto su ferro’ e quello su ‘gomma’. Seguono: Il treno è un mezzo poco energivoro. Il treno occupa poco spazio. L’incidentalità comparata, basti pensare che gli incidenti stradali sono circa 2000 (sic, duemila !) volte più numerosi rispetto a quelli ferroviari. La letalità (morti) comparataLa lesività. Cause dell’incidente ferroviario (il 48% per violazione di norme, 15% fattore umano, 14% presenza di veicoli in passaggi al livello, 8% presenza di pedoni in passaggi a livello, 8% altre terze parti, 6% sistemi ferroviari, 1% condizioni atmosferiche. Mortalità ferroviaria, con una media di poco superiore al centinaio all’anno, nell’arco tra il 2007 e 2016. Con 56 vittime  nel 2014 (quota minima) e 85 nel 2016 (quota massima).

E ancora: dinamiche di incidenti ferroviari tra il 2007 e 2016 con collisione tra treni (media 5,9), deragliamenti (7,9),  passaggi a livello (18,8), coinvolgenti materiali rotabile in movimento (82,1), incendio o esplosione di materiale rotabile (3,1), altri tipi di incidenti (3,6).

C’è il capitolo ‘Traumatismi ferroviari più comuni’. Il 4 dicembre 2007 alcuni rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza delle FS hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma denunciando ” un gravissimo fenomeno infortunistico fortemente ricorrente, che riguarda viaggiatori e ferrovieri, correlato alle caratteristiche tecniche, alle norme d’uso, al malfunzionamento delle porte dei treni, che, per l’altissima frequenza e la gravità delle conseguenze riportate dalle persone coinvolte, lo rendono la più importante causa di infortuni”.

Segue l’illustrazione di casi clinici ferroviari trattati dalla Clinica Ortopedica Universitaria di Genova.  Una paziente di 66 anni rimasta incastrata alla porta tentando di salire con treno in partenza, Ha riportato frattura biossea scomposta di avambraccio e multiple escoriazioni, trattata chirurgicamente mediante osteosintesi con placche e viti. Un uomo di 74 anni cade dopo aver messo il piede nello spazio tra treno e marciapiede, riportando frattura del collo femorale, trattata con protesi totale all’anca e successivi sette giorni di degenza, seguiti da un mese di riabilitazione.

Altro capitolo le dinamiche di incidenti stradali 2016 (dati Istat). Lo scontro frontale provoca ogni anno 1070 morti e 62 204 feriti,  lo scontro laterale 715 morti e 70746 feriti,  tamponamento 341 morti e 56472 feriti, urto con veicolo fermo  87 morti e 7919 feriti, investimento pedone 683 morti e 23624 feriti, urto con ostacolo 450 morti e 13061 feriti, caduta da veicolo 82 morti e 2838 feriti. Segue ” Traumatismi stradali più comuni‘ suddivisi tra pedoni, motociclisti e automobilisti. Tra cranio, rachide, arti inferiori, politrauma.

Casi clinici più frequenti trattati dalla Cinica Universitaria di Genova: motociclista di 48 anni investito da autovettura ad un incrocio, ha riportato frattura scomposta biossea di caviglia, trattata chirurgicamente mediante con osteosintesi con placche e viti. Automobilista di 36 anni danneggiato da scontro frontale in cui ha riportato la frattura della duodecima vertebra dorsale, trattata mediante stabilizzazione  con viti a barre metalliche, ben consolidata ad un anno dall’intervento. E ancora: indicendalità comparata dati Ista 2016. Mortalità comparata dati Istat 2016.  Incidentalità comparata strada e ferrovia dati combinati del Ministero dei Trasporti.

Post Scriptum: Con la fattiva collaborazione della Clinica Ortopedica Universitaria dell’ospedale San Martino di Genova, diretta dal prof. Lamberto Felli insegnante di Ortopedia e Traumatologia nonché relatore di tesi del Dr. Borri, otre ad essere un valido professionista è anche persona di spiccata urbanità e dirittura morale, con il quale lo stesso ha, da ormai 14 anni, un rapporto di rispetto e stima reciproca.

Roberto Borri

 


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