Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale ricordo di Delio Farinazzo impresario e filantropo. Precursore del ‘Club Sicurezza del Cittadino’ e compose l’inno Europa Unita


Fu tra i primi imprenditori dello sviluppo immobiliare di Ceriale e Pietra Ligure. Delio Farinazzo se ne è andato a 89 anni, sconosciuto alle giovani generazioni, ignorato dai media locali, quelli più apprezzati e seguiti. Eppure al di là delle sue stravaganze, del suo carattere focoso, eccentrico, Delio, a fine anni ’60, era salito alla ribalta della cronaca e all’apice di popolarità. Scrisse note e testo dell’inno ‘Europa Unita’, col patrocinio del Centro del Libro Ligure di Peagna e del Centro Culturale Pietrese del cav. Giacomo Accame. Una cerimonia si svolse in pompa magna, con la presenza dell’allora ‘principe’ dei presentatori e della Tv, Enzo Tortora. Gli anni di Farinazzo ‘magnate’ e filantropo.Un manifesto affisso sui muri della cittadina e della frazione Peagna, fino alla località San Giorgio, fece grande scalpore. Una sorte di ‘pietra dello scandalo’ lanciata nell’esteso pantano. Era già l’Italietta, quella che diventerà ‘repubblica delle banane‘, tra terrorismo di Stato, corruzione, evasione, mafia, regioni del Sud da terzo mondo, strage sui posti di lavoro e sulle autostrade che ‘crollano’. Fino al governo della rivolta, della ribellione dei nostri giorni, accompagnato da molti interrogativi.

Per quel manifesto – vedi a fondo pagina – da Savona si mosse l’allora ‘squadra politica’ della questura, i carabinieri di Albenga (non c’era ancora la stazione di Ceriale) convocarono  Farinazzo in caserma. I corrispondenti locali invitati a non dare risalto, meglio ignorarlo come una sortita estemporanea e personale, senza seguito; dalla Procura della Repubblica trapelava che erano in corso accertamenti per l’esistenza di eventuali reati di istigazione a disertare le urne. L’unico a ‘disubbidire’ il giovanissimo pubblicista Luciano Corrado che dopo aver riportato il testo e la foto del manifesto, le dichiarazioni bellicose di Farinazzo, finì a sua volta nel mirino dei politici locali. L’accusa: non si doveva dar spazio e voce alle ‘farneticazioni’, da qui la  minaccia che il Comune avrebbe tutelato il buon nome di Ceriale, la sua fiorente immagine turistica. Insomma, poco importava se Farinazzo era un ‘benefattore’ che pagava di tasca propria eventi mondani e promotore di un’iniziativa unica nel suo genere. Autore delle parole e delle note di un inno in onore dell’Europa Unita, secondo soltanto al sindaco di Erli dell’epoca, Vasco Longano, che mise nello stemma del suo Comune l’Europa delle nazioni. Primo caso in Italia e che finì sulle prime pagine di quotidiani e settimanali, con il plauso e la visita di Sandro Pertini.

Delio Farinazzo per il suo ‘inno’ non badò a spese, dedico tempo e denaro. Un valzer lento di cui scrisse le note per contrabasso e chitarra, strumenti in Do, strumenti in Si bemolle. All’epoca aveva come indirizzo  corso Italia 45, a Pietra Ligure e nel ‘Nuovo Quartiere Residenziale Marino’ di Ceriale. Il clamore di quel manifestò di denuncia e proposte finì in parte per offuscare le iniziative filantropiche.

Queste parole musica  – scriveva Farinazzo sulla prima pagina dello spartito, recante la sua immagine sorridente e giovane – sono state da me create perchè tutti gli stati d’Europa siano uniti, compatti e possa formare una sola potenza all’onore del mondo”.

Ma continuava a tenere banco, a fare rumore, il manifesto. La pressione fu tale (non c’era ancora la Lega di Bossi dura e pure, la Dc era il partito egemone) che ad un certo punto

Enzo Tortora a Ceriale per la Festa di Europa Unita con l’impresario edile Delio Farinazzo organizzatore e finanziatore dell’evento (Foto archivio Trucioli.it)

Farinazzo in persona  si premurò di rimuovere il materiale affisso, avvertendo comunque il cronista che lo faceva ob torto collo: “Ho troppi interessi in campo…..(edilizia)….si dice che vogliano mandarmi la Finanza…..”. Cosa che comunque accadde qualche mese dopo, ignoriamo con quale esito. Come pure non si seppe più nulla su iniziative giudiziarie. “Mi sono rivolto all’avvocato.…- fece sapere l’impresario edile -“.

Il Club Sicurezza e Liberta, stando al manifesto, accettava “iscritti di sola nazionalità italiana, di qualsiasi ideologia politica e di religione e che intendono  preservare, quale obiettivo, la sicurezza e la libertà del Cittadino”. E ancora: ” Molta importanza  assumono le donne in quanto portatrici  di una specifica sensibilità nella società con le loro esperienze, nella famiglia,  IN TEMA DI SICUREZZA  E DI SACRIFICIO PER L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI….Il club si prefigge di porre fine alle troppe parole e confusioni da parte dei politici in materia, con il solo danno dei cittadini…. Il Club si propone di lavorare d’intesa con le forze dell’ordine. …Difendere e vigilare i negozi più a rischio…. Certezza della pena, senza sconti e riduzioni, scontando il carcere fino all’ultimo giorno….No alle scarcerazioni facili per buona condotta o altre motivazioni…. Tempi della giustizia certi…Inasprimenti delle pene  per reati particolarmente odiosi di allarme sociale: scippi, furti nelle case, omicidi, rapine, abusi sessuali verso donne e bambini….No alla violenza negli stadi che colpisce  spettatori e forze  dell’ordine… Abbassamento a 16 anni per la punibilità con il carcere per crimini commessi ed accertati….Pene più severe per i teppisti….

Basta privilegi ai politici interessati al solo esercizio del potere spesso a scapito del bene comune….Dimezzare gli stipendi ai parlamentari, dei politici tutti in genere e dei loro portaborse…Dimezzare parlamentari e senatori….Abolizione stipendio ai senatori a vita…Aumentare le pensioni  che sono al di sotto della soglia di povertà portandoli ad un livello da rendere la vita degli ultimi più civile e dignitosa….I componenti del Club saranno i protagonisti del cambiamento nella società con l’aiuto di uomini e donne e delle nuove generazioni per un futuro di sicurezza e una migliore qualità della vita….Basta con i teatrini dei politici….Cittadino non meritano il tuo voto, diserta le urne….Il nostro motto: lavorare dignitosamente nel pieno diritto e rispetto della Libertà…“. L’invito finale alla possibilità di aprire club in tutte le località, farne un movimento d0opinion e di azione.

Pare superfluo ricordare, riflettere, sul fatto che gran parte dei temi indicati nello  ‘Statuto’ del Club, sono oggi la bandiera di forze politiche come la Lega e M5S. Farinazzo solitario precursore ? C’era dietro le quinte, all’epoca una ‘mente pensante’, che non appariva ufficialmente, il cav. Giacomo Accame, scrittore, studioso di provincia, promotore del Centr0 Storico Pietrese (culturale), successivamente sindaco,  fedelissimo alla bandiera di Umberto Bossi che verrà qualche tempo dopo, fratello massone mai pentito.

Certamente pur senza condividere l’invito a disertare le urne, pur senza cavalcare lo sfascismo che non porta da nessuna parte, il fiuto e la sensibilità di Farinazzo erano quanto mai azzeccati. Mancava però il clima, l’humus necessario. Dc al potere, Pci forte all’opposizione, i radicali restavano l’unica forza ‘ribelle’, il Movimento Sociale non era contrario al ‘manifesto Farinazzo‘ e fecero pure un’interpellanza. Sta di fatto che, a parte il dovere di informare senza autocensura del giovane aspirante giornalista e di pochi altri che ci misero la faccia, l’iniziativa non ebbe gran seguito. Sepolta e dimenticata. Per Delio arrivarono altri interessi ed altri hobby, svaghi inclusi, tra cui le sale da ballo, i night, il fascino del femminile, i grattacapi.

Una vecchiaia, con qualche dispiacere, fin che ha potuto al volante di una vecchia Mercedes, sempre interessato ai locali da ballo, alle sagre paesane. Infine l’oblio anche per un combattente della sua forza. Ora è calato l’ultimo sipario. L’annuncio funebre, a pagamento, su Ivg.it, ricorda il triste addio dei figli Edith e Silvio (in parte ha continuato l’attività del padre) carattere battagliero; i nipoti Elena e Umberto. I funerali nella chiesa di San Giorgio d’Albenga, giovedì 16 agosto, il rosario nell’abitazione dell’estinto in Regione Zerbi Bianchi di Campochiesa d’Albenga. (l.cor.)

 

 

 


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