Casa di Riposo Renzo Merlino di Ormea: delibera acquisto automezzo usato Ducato (vedi….) da 9 posti: 21 mila € a rate per il trasporto di cittadini stranieri. Casa di Riposo: spese (52 mila €) per servizi mensa in appalto alla Cooperativa ‘Il Cortile’ di Villanova di Mondovì (vedi….). Casa di Riposo: spese dirette a cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale: 2.620 € giugno 2017 per i ‘poket meney’ di 2,50 € al giorno pro capite e tessera ricarica telefonica da 15 € all’ingresso nel Centro di accoglienza nell’ambito della convenzione con la Prefettura di Cuneo. Ma il ‘caso migranti’ a Ormea si sarebbe ormai trasformato in ‘campo di battaglia’ strisciante. Trucioli.it è in possesso di un’esplosiva relazione (top secret ?), firmata dall’ormai ex responsabile del ‘Centro’: dr. Paolo Ferraris, 59 anni, sindaco di Caprauna dal maggio 2015. Una durissima testimonianza anche causa ‘mancanza di chiarezza e trasparenza’ nella gestione del Centro, con interferenze della presidenza dell’Ipap, aggravate dal potere e l’influenza del primo cittadino di Ormea. Mentre un consigliere comunale, come ha rivelato un solitario trucioli.it, è stato lasciato dalla moglie per amore di un migrante ed una consigliera, entrambi della maggioranza, si è vista ‘soffiare il marito da una responsabile del Centro.
Ce ne abbastanza incendiare gli animi, le fazioni che scuoteno Ormea in un crescendo di malumori e malessere. E su questo fronte caldissimo, trucioli.it è in possesso della relazione finale (ottobre 2015 – aprile 2016 ), scritta in modo minuzioso, certosino, priva di retorica e di enfasi, dal dr. Paolo Ferraris. Racconta di clamorose ed inedite ‘falle’ nella gestione del Centro migranti di Ormea, soprattutto per “mancanza di chiarezza e trasparenza della struttura”, nella stessa rendicontazione dei costi e dei pagamenti. Non si tratta, è bene chiarirlo, di un esposto – denuncia per asseriti aspetti penali, ma la critica ad un metodo di gestione che l’esperto Ferraris si è trovato di fronte; ha elencato in modo quasi asettico ed ha’concluso’ la sua analisi con un lungo capitolo dedicato alle “Raccomandazioni”.
Un dossier di 20 pagine dattiloscritte di cui ignoriamo la destinazione. Sarebbe logico immaginare che il documento è stato portato a conoscenza del presidente dell’Ipab, Luciano Obbia, ripetutamente chiamato in causa. Diciamo che Obbia, fama di uomo pragmatico della sinistra moderata, è più che altro un tecnico chiamato al vertice della Casa di Riposo e che gestisce il Centro d’Accoglienza in sinergia con il Comune. Un passato di funzionario e dirigente Asl del Cuneese, in ottimi rapporti sia con la passate amministrazione del sindaco Gianfranco Benzo, sia con l’attuale che l’ha chiamato alla presidenza. Oltre a Obbia, gli altri componenti del Cda dell’ente sono: Tullio Galvagno, Franca Acquarone, Monica Seno e Federico Sappa (c’è da notare che gli ultimi due risultano assenti a diverse delibere dell’ente). Segretaria, con il ruolo di direttrice facenti funzioni, Stefania Manfredi. Difficile non ipotizzare che la relazione finale non sia stata portata all’attenzione del sindaco, Giorgio Ferrairs, personaggio della sinistra storica, ex consigliere regionale del Piemonte, l’uomo del Pd ad Ormea e che trucioli.it aveva scritto, senza ricevere smentite, che era confluito nello schieramento dissidente De Bersani e D’Alema; da ottobre 2016 presidente dell’Unione montana Alta val Tanaro. Sul fronte sindaco Ferraris e sue reazioni al ‘dossier’ per ora mancano notizie.
LE CRITICITA’ – Nell’introduzione, Paolo Ferraris, ripercorre la cronaca dei migranti ad Ormea. Ricorda che nell’estate 2015 l’Amministrazione comunale ha deciso di accettare la scommessa di gestire in diretta l’accoglienza di 35 richiedenti asilo….Qualche tempo prima buona parte della popolazione si era sollevata alla notizia che il proprietario dell’albergo Olmo aveva dato disponibilità ad accogliere gli immigrati, “con la non celata intenzione di farne un business. Per paura che il turismo in città avesse a risentirne soprattutto durante i mesi estivi, un gruppo di commercianti, propose di rilevare l’attività affinchè il proprietario avesse comunque il suo beneficio ed i richiedenti asilo non trovassero sede ad Ormea. Questo non si è verificato in quanto la Municupalità decise di gestire direttamente l’accoglienza attraverso l’Ipab. A novembre arrivarono i primi….E’ arrivato il momento di capitalizzare l’esperienza acquisita ed i risultati finora conseguiti – conclude questo capitolo il dr. Ferraris – e cominciare a razionalizzare il lavoro, assegnando ruoli e responsabilità a chi è più capace, migliorare il coordinamento interno, e finalmente concentrarsi su quanto effettivamente necessario e richiesto , al fine di offrire quanto di diritto dei richiedenti asilo”.
Seguono capitoli e paragrafi che sviscerano e fotografano le varie fasi del lavoro, fino alle note dolenti delle criticità (Vedi a fondo pagina). In sintesi e con scala prioritaria emerge che, scrive Ferraris, “i problemi principali, da cui discendono a cascata quasi tutti gli altri, risiedono essenzialmente in: 1) mancanaza di chiarezza e trasparenza nella condivisione dei conti della struttura con il responsabile dell’accoglienza; 2) mancanza di potere decisionale effettivo dello stesso le cui decisioni devono essere avallate dalla presidenza dell’Ipab, con notevoli perdite di tempo, traducendosi in mancanza di leadership effettiva; 3) obiettivi di Ipab, Comune e Responsabile dell’accoglienza opposti e contrastanti”.
Ce ne sarebbe abbastanza per domandarsi se, uscito di scena Paolo Ferraris, si sia messo mano ai rilievi e soprattutto ai suggerimenti di una persona competente, decisa, pronto ad assumersi fino in fondo le sue responsabilità pubbliche e capace di farsi da parte. Non sappiamo neppure se la relazione, una volta portata a conoscenza degli organi pubblici quali la giunta, il consiglio comunale, il Cda della Casa di Riposo, abbia sortito degli effetti, o ancora se sia stata oggetto di una risposta scritta del presidente Obbia e del sindaco. O se vince sia rimasta chiusa nel cassetto.
Vogliamo fare un cenno ad alcune annotazioni che appaio di maggiore interesse e sferzanti. Scrive Paolo Ferraris: “ Non è mai stato richiesto un feed back regolare, da parte della presidenza Ipab, men che meno scritto, dell’andamento delle attività relative all’accoglienza. Tutto si è limitato ad un ‘Tutto bene? Tutto tranquillo’ ?
Altro aspetto: “Il 20 per di esternalizzazione ammessa per l’ente locale è stato superato ampiamente a causa dell’affidamento della preparazione dei pasti ad una cooperativa esterna (Il Cortile di Villanova di Mondovì che fa capo ad un sindaco della zona ndr)….Questo ha fatto si che non si sia potuto affidare a terzi l’insegnamento dell’italiano come anche attività di formazione o attività culturali che coinvolgessero i richiedenti asilo e anche la popolazione di Ormea, con mutuo beneficio”.
Altro punto: “ Spese iniziali per tinteggiatura della struttura, esterna ed interna (vecchio edificio Casa di Riposo in centro storico ndr), del tutto inutili, ingiustificate e mai concordate, insieme a diverse altre. Questo ha determinato dover spalmare su lungo periodo spese iniziali a scapito di investimenti ben più necessari quali il ripristino della cucina”.
E ancora: “ Nessun fondo a disposizione per insegnamento della linbgua italiana, dei corsi di formazione per richiedenti asilo e per gli operatori, oltre che per attività culturali e di integrazione”.
Continua: ” Al di là delle apparenze e senza false ipocrisie, chi effettivamente decide cosa fare e soprattutto non fare, è il presidente dell’Ipab (Luciano Obbia ndr>), rendendo superflua la presenza di un Responsabile dell’accoglienza (oggi affidata alla dr. Paola Colombo, laureata in Scienze Forestali ndr). Sindaco (Giorgio Ferraris ndr) e Direttrice Ipab (Stefania Manfredi ndr), hanno altresì la loro influenza e potere che rendono ancora più inutile la presenza di un esperto in materia. Per far breve, la leadership è affidata alla Presidenmza Ipab che decide in merito alle spese da effetuarsi senza alcun coinvolgimento del Responsabile dell’accoglienza e senza richedere alcuna informazione in merito alle priorità da lui stabilite”.
Più avanti: “…probabilmente la corrispondenza in arrivo all’Ipab non viene girata al responsabile dell’accoglienza – vedesi la riunione…indetta dalla prefettura di Cuneo…è probabile che lo stesso si verifichi con la corrispondenza in arrivo e partenza dal Comune – vedi contratto firmato con Stalker e mai girato al responsabile dell’accoglienza”.
E oltre: “L’insegnamento dell’italiano è lasciato alla iniziativa del responsabile accoglienza e di due volontarie….tutti gli operatori, a quanto loro affermano, fanno ore aggiuntive che non sono rimborsate, né recuperate. Nonostante i malumori gli operatori accettano questo stato di cose….Tra il personale ne esiste di stanco e demotivato. Esistono conflitti personali tra gli operatori….L’entusiasmo e l’allegria di inizio accoglienza si sono trasformati in routine forzata ed a volte annoiata……Non accorgersi che uno dei richiedenti è rientrato con u n giorno di ritardo è solo uno degli esempi… come pure la richiesta dei carabinieri di intervenire per un litigio tra due ragazzi che ha portato alla rottura della Play station, al contrario, la non richiesta di intervento dei carabinieri per un fatto ben più grave avvenuto in palestra tra un gruppo di Afgani……”.
Fa riflettere inoltre il cenno sui ‘costi’: ” Se si considerano i costi del personale questi risultano decisamente elevati se rapportati alle stesse voci di spesa delle cooperative…..”. E poche righe nei rapporti con i ‘media’ , ovvero gli organi di informazione. Lo scorso numero abbiano raccontato la ‘delirante lettera’ scritta a trucioli.it, dalla responsabile dell’ufficio Iat del Comune Ormea, dopo la pubblicazione della notizia (allora senza nomi, né riferimenti specifici al paese) che la moglie “di un panettiere ha lasciato il marito per amore di un migrante”. Abbiamo successivamente scoperto della consigliera comunale alla quale è stato a sua volta ‘soffiato’ lo sposo sempre nell’ambito della struttura del centro di accoglienza. La signora Anna D’Oria, genovese, esperta di promozione ed uffici stampa, dopo aver biasimato la pubblicazione di quelle notizie, ha ‘intimato’ al blog di non “riportare in futuro notizie anche di interesse turistico che riguardano Ormea”.
Più che intimazione ha il sapore di una barzelletta e per noi, giornalisti, resta tale. Scrive Paolo Ferraris: “Comunicazione con i media migliorabile per certi versi, del tutto inutile per altri, se non per fini propagandistici ma, di certo, non per condivisione di buone pratiche”.
Abbiamo, da operatori dell’informazione non asservita ad alcun potere, se non quella di informare dettagliatamente i cittadini ed il lettori di trucioli.it (non ospita pubblicità alcuna, né donazione onlus). Pare che dopo la pubblicazione del secondo articolo sul ‘pianeta scottante dei migranti e dintorni‘ il sindaco, ex compagno comunista della prima ora, insegnante in pensione, da sempre prestato dalla politica in ruoli elettivi e non, abbia sfogato tutta la sua rabbia dal suo profilo facebook, incolpando quale autore degli articoli, udite bene, l’ex sindaco e suo nemico giurato, dr. Gianfranco Benzo, dal quale non abbiamo bisogno di imbeccate, né di suggeritore occulto. Ha scritto, per trucioli, da Ormea nella veste di tecnico e di storico, mai di politico e politica.
Chi fa il giornalista cerca le notizie ed ha le sue fonti. Non solo, abbiamo già scritto che contrariamente ad altri media, il cronista montanaro dedica molto più spazio al povero entroterra montano rispetto alla città, per una scelta precisa di coerenza. E’ vero che le città sono più popolate, hanno più lettori, fonte di mercato pubblicitario per gli editori, ma è la campagna e la montagna abbandonate che hanno bisogno di vicinanza e di attenzione, anche con articoli, buoni o cattivi che siano, importante che rispettino la verità dei fatti.
Non conosciamo la ragione che ha indotto il compagno Giorgio Ferraris, scrittore di ottimi libri sulla Resistenza, buon amico di Imperia Tv e di giornalisti, a rimuovere il testo scritto contro trucioli ed altri, dalla rete. Peccato, la critica è il ‘sale delle democrazia’, ed essere criticati rispettando la verità non può dispiacere, è uno stimolo. Semmai di fronte alla diffamazione non avremmo esitato a rivolgersi alla giustizia, come abbiamo fatto in passato nei confronti di un segretario dell’allora potente Federazione Provinciale del PCI di Savona e che ob torto collo ha fatto una lettera di scuse e versato un somma in beneficenza. E stessa sorte nei confronti di un famoso enogastronomo amico di D’Alema e della TV berlusconiane incluse e che curava una rubrica di successo con i voti e le sferzate a ristoranti ed alberghi. Anche in quel caso lettera di pubbliche scuse. Tutto questo non ci inorgoglisce quando al confronto, anche duro, si ricorre al giudice; non è buon segno.
Il sindaco Ferraris poteva benissimo replicare, chiarire, criticare, come ha fatto in altre circostanza; il caso della ‘filiera del legno’, importante occasione di sviluppo presa a calci per motivi che non abbiamo condiviso, sia sul piano economico – sociale che politico. Ferraris ha ribadito che quell’operazione voluta dal predecessore avrebbe rappresentato un disastro per i cittadini di Ormea e al stessa ‘gestione calore’. Siamo in attesa di conoscere quale alternativa realizzerà il primo cittadino e se è a conoscenza del ginepraio in cui si trovano e sono regolamentati gli usi civici e se non ritenga sia importante sensibilizzare la classe politica regionale e nazionale. Anche a Ormea c’è bisogno assoluto di posti di lavoro come il pane, il Centro migranti non può essere eterno.
Luciano Corrado
LEGGI LETTERA: IMMIGRATI AD ORMEA DI TRUCIOLI…….
ARTICOLO SCRITTO DAL SINDACO DI ORMEA GIORGIO FERRARIS
Quel pasticciaccio brutto di Ormea, 31 gennaio 2016
Ormea è una piccola cittadina dell’Alta Valle del Tanaro, in Provincia di Cuneo ai confini con la Liguria di Ponente, che da alcuni anni sta attraversando una profonda crisi dovuta alla chiusura della cartiera, azienda insediata sul territorio dall’inizio del ‘900 e che ha avuto per decenni alcune centinaia di dipendenti, oltre che di altre importanti attività produttive. Oggi i residenti sono ridotti a 1650 e l’attività con il maggior numero di dipendenti è la casa di riposo, che ne ha venti. Il resto dell’economia è costituito dalla presenza di un istituto scolastico superiore a indirizzo forestale con il convitto e il relativo indotto e dalle attività ricettive, commerciali, di ristorazione e di servizio.
All’inizio di agosto di quest’anno il proprietario di un albergo situato al primo piano di un palazzo che si affaccia sulla piazza principale della Città ha proposto alla Prefettura di Cuneo la sua struttura, in difficoltà di gestione, per ospitare una trentina di cittadini stranieri richiedenti asilo. Appena la notizia è diventata di dominio pubblico si sono avute decise reazioni e opposizioni, inizialmente dai residenti nel condominio che ospita l’albergo, dove ci sono un’ottantina di alloggi ai piani superiori e alcune attività commerciali e di servizio al piano terreno, e poi in modo più diffuso dalla comunità locale. In una affollatissima assemblea pubblica organizzata il 31 agosto un gruppo di operatori commerciali locali ha addirittura proposto un’assunzione collettiva della gestione dell’albergo, sollecitando l’adesione e il sostegno della popolazione a questa operazione. La notizia di questa proposta è stata rapidamente diffusa, inizialmente dai giornali e dalle pagine locali e immediatamente dopo da quelle nazionali dei quotidiani e dalle varie reti televisive, ed è stata anche commentata nella rubrica della prima pagina de “La Stampa”, nello stesso giorno in cui veniva pubblicata la fotografia del bimbo siriano morto sulla spiaggia di un’isola della Grecia, da Massimo Gramellini, sotto il titolo “Ormea culpa”.
L’Amministrazione Comunale ha espresso la sua contrarietà alla collocazione di un gruppo consistente di rifugiati nell’albergo, per il contesto condominiale e per l’inadeguatezza degli spazi collettivi del locale, e ha avanzato alla Prefettura una sistemazione alternativa: abbiamo proposto di accoglierli nell’edificio che, fino a tre anni fa, ospitava gli anziani della casa di riposo locale, che sono stati trasferiti in una nuova struttura. L’edificio si trova sulla strada statale nel centro storico della città ed è di proprietà dell’Ipac “Casa di riposo Renzo Merlino”, ente totalmente pubblico gestito da un Consiglio di Amministrazione nominato dall’Amministrazione Comunale. La proposta è stata avanzata per mettere a disposizione una struttura più ampia e adeguata e per garantire una gestione pubblica dell’accoglienza, di regola gestita da cooperative o da privati proprietari di strutture ricettive, motivati da legittime aspettative esclusivamente economiche.
L’Amministrazione Comunale ha ritenuto che la gestione dell’ospitalità da parte di un ente pubblico possa portare a risultati migliori sia per la convivenza con la comunità locale che per una miglior qualità e funzionalità dell’accoglienza di persone che arrivano da situazioni di conflitti o di povertà e delle iniziative di integrazione. E’ stata stipulata una convenzione con la Prefettura per la gestione dell’ospitalità di 36 cittadini stranieri richiedenti asilo per due anni e l’Ipac, oltre a garantire tutti i servizi di ospitalità previsti dai protocolli, ha assunto, a seguito di bando pubblico, sette persone, di cui tre a tempo parziale, impegnate esclusivamente nelle attività di assistenza e di accompagnamento. Il coordinatore del gruppo, dottor Paolo Ferraris, è dotato di una importante esperienza in diversi paesi dell’Africa e dell’Asia con organismi e associazioni umanitarie. L’Amministrazione della Casa di Riposo sta investendo tutto quello che potrebbe essere definito “utile di impresa” in assunzioni di personale aggiuntivo a quello impegnato a fornire i servizi di ospitalità, che ha l’esclusivo compito di assistere e accompagnare i giovani stranieri durante la giornata e di impegnarli in attività di pubblica utilità, ricreative o di formazione.
E’ già stato predisposto un Protocollo d’Intesa fra la Prefettura di Cuneo, l’Amministrazione Comunale, la Casa di Riposo e un gruppo di associazioni di volontariato locale, per consentire ai rifugiati di svolgere lavori di pubblica utilità per la comunità locale.
Nei giorni scorsi sono arrivati i primi rifugiati, provenienti dalla Nigeria e dal Mali, che, dopo qualche giorno di adattamento, hanno avviato rapporti con persone del paese, sono stati accompagnati a conoscere la realtà in cui si trovano e hanno già iniziato a impegnarsi in attività e lavoretti. La maggioranza della popolazione locale, che ha un’età media vicina ai 60 anni, guarda con attenzione e un po’ di preoccupazione a queste nuove presenze, ma ci sono stati significativi atti di generosità e di disponibilità, nonostante alcuni attivisti della Lega abbiano promosso una raccolta di firme contro questa accoglienza che è stata sottoscritta da più di 400 cittadini. Sarebbero utili e importanti, sia per i rifugiati che per le comunità locali, modifiche della normativa sull’accoglienza che consentano, già nel periodo di attesa dei permessi di soggiorno che si protrae ben oltre i tempi stabiliti dalla legge, la possibilità di impiegare i giovani rifugiati in corsi di reale formazione professionale e in attività lavorative non soltanto di volontariato, attraverso apposite convenzioni, come il recupero e la coltivazione di terreni abbandonati e la pulizia dei boschi, pubblici e privati
Giorgio Ferraris, Sindaco di Ormea
Post scriptum di trucioli.it
La Società Cooperativa Sociale “Il Cortile” nasce a Mondovì nel 1993 e da oltre vent’anni si pone come obiettivo primario quello di lavorare con il territorio per il territorio, sviluppando servizi innovativi e sperimentando diversi settori di attività, sempre nell’ottica della creazione di nuovi posti di lavoro e della massima soddisfazione dei propri Soci ed Utenti. La Cooperativa opera in ambito sociale, facendosi promotrice di numerosi progetti in campo educativo, socio-assistenziale e sanitario, che ne caratterizzano l’attività odierna e che l’hanno resa visibile ed apprezzata sul territorio monregalese-cebano.