Una ‘passeggiata’, un tour enogastronomico di 14 tappe, nel borgo antico di Ormea, con altrettante specialità e degustazioni di vini liguri e piemontesi. Un sabato di giugno, una serata estiva, per assaporare piatti della tradizione dell’Alta Val Tanaro e Alta Valle Arroscia, con due cassieri particolari: il sindaco in persona, Giorgio Ferraris, insegnante e il suo assessore Serenella Omero, avvocato. E tanti volontari nei panni di cuochi, cuoche, ciceroni per decantare le prelibatezze. Ormea che è alle prese con le ferite dell’alluvione, con una stagione invernale tutt’altro che brillante, se ci sono fine settimana di maltempo si perdono anche i clienti cosidetti della domenica. Ormea che si ripropone spingendo al massimo le attrazioni e le manifestazioni estive – autunnali. Merita senz’altro un posto d’onore e di ammirazione la serata all’insegna del buon vino e buon mangiare che di fatto consente di scoprire o riscoprire il fascino dell’antico paese. Non abbiamo i dati dei pasti venduti, con 25 euro, 14 assaggi ed altrettanti bicchieri. Tutto basato sul volontariato, sulle casalinghe, qualche chef nostrano, qualche sommelier. Degustazioni per ogni giusto e sapore della tradizione culinaria ormesca e imperiese. Ogni tappa era indicato il nome della Corte: con assaggio (mezzo bicchiere, ma alla fine la miscelanea faceva qualche scherzetto in tema di ebrezza) di Vermentino, Pigato, Ormesco di Pornassio, Rossese di Dolceacqua, Barbaresco, Moscato d’Asti, Grignolino, Taverga, Ormeasco Sciac – trà.
E come capita spesso di vedere nei paesi, la nota di colore di essere ricevuti alla cassa dallo stesso sindaco e dall’assessore.