Il consigliere comunale, ex assessore, Mario Carrara la definisce “sistematica devastazione del parco Offenburg” di Pietra Ligure, ad opera di vandali, senza che il Comune faccia nulla per difendere il patrimonio pubblico. Se il decoro ‘piange’, il rispetto della legalità (non invochiamo neppure ‘tolleranza zero’ cara ai leghisti) diciamo che è finito nel cestino. Qui si può assistere ad un ‘mercato’ abusivo dell’ortofrutta, sistemato davanti alla stazione, ai lati dell’Aurelia, senza che gli ambulanti partenopei si preoccupino di multe, verbali, sequestri. E non da oggi. Una piaga che coinvolge ormai la Riviera e da qualche tempo raggiunge i paesi dell’entroterra. Le istituzioni si sono arrese alla malapianta ?
IL PARCO TERRA DEL VANDALISMO – In Consiglio comunale Carrara ho presentato diverse iniziative per la “difesa” dei parchi, ma lui lamenta che, nonostante le rassicurazioni, i fatti non si sono visti. L’anno scorso era stata data garanzia che, con il nuovo bilancio, sarebbero state fatte le cancellate di recinzione indispensabili per evitare che i teppisti si introducano dentro di notte e poco alla volta spacchino tutto. Ma era ancora il bilancio del 2016! Non quello di quest’anno! E la maggioranza aveva assicurato che sarebbero state messe le telecamere! A tutt’oggi non ci sono né le une, né le altre!
In Consiglio Comunale, di recente, gli assessori Daniele Rembado ed Francesco Amandola hanno, in occasioni diverse, detto che i parchi “sono costati troppo” quando sono stati realizzati e “costano troppo”oggi a mantenerli. Conclusione: pare di capire che se non ci fossero sarebbe molto meglio. O ci sbagliamo, esageriamo ? Veniamo ai fatti, con dati di fatto.
Negli ultimi 10 anni, sono stati inaugurati, a Pietra Ligure, ben tre nuovi parchi pubblici: il parco “Giacomo Negro” nel levante, di oltre 10.000 mq; il parco nel centro di Ranzi di circa 4000 mq; il parco “Offenburg” sopra al parcheggio di piazzale Geddo, dove c’era il campo sportivo, a ridosso del centro storico. Le tre aree verdi attrezzate si sono aggiunte al parco-orto botanico, dietro le scuole elementari, portando la dotazione di parchi per la città a ben 4!
Pietra Ligure è diventata la città della Riviera di ponente, se non della Liguria intera, ad avere la più alta dotazione di mq di verde pubblico, pro-capite, per abitante! Una sorta di compensazione alle 8 mila seconde case che non ci sarebbe ormai nulla da scandalizzarsi se avessero contribuito a ‘valorizzare’ quel turismo, soprattutto straniero, che per anni ha fatto da volano all’industria alberghiera, capace di assicurare preziosissimi posti di lavoro per i giovani, in particolare dell’alberghiero di Finale Ligure e di Alassio. Posti di lavoro anche qualificati come richiedono strutture alberghiere di livello. Invece il turismo di massa delle seconde case – ha rimpinguato le casse comunali con Ici – Imu – ed ha però contagiato gli alberghi alle prese con chiusure a ripetizione. Si vuole fare turismo di massa? Bisognerebbe dotarsi di buon senso e capacità di capire che con la distruzione del tessuto alberghiero, l’unica ancora di salvezza è un trend vacanziero almeno di qualità dove le potenzialità sono costitute dai servizi e infrastrutture, decoro, pulizia, ordine che è anche rispetto della legge, dei regolamenti, del senso civico e dell’immagine che non può essere affidata in esclusiva alle feste, cerimonie, sacre, gemellaggi.
Gli attuali amministratori non si risparmiano in dichiarazioni ufficiali del tipo di quelle su accennate, grazie del resto ad un consigliere delegato che Carrara definisce “inconsistente, persona giusta per mandare in malora il patrimonio comunale del verde pubblico”.
Ancora Mario Carrara senza giri di parole: “In questi tre anni l’amministrazione del sindaco Valeriani non solo non ha incrementato di un solo metro quadrato in più il verde della città; non solo ha programmato di vendere appezzamenti di terreni comunali nel ponente pietrese, anziché sistemarli a verde e giardini, che ne è del tutto privo; non solo si accanisce a morte con gli alberi. Ha programmato di tagliarne buona parte in piazza Vittorio Emanuele ll e quelli che ci sono in giro, quando seccano, non li sostituisce. Come non bastasse non ha messo neanche a bilancio dei fondi adeguati per la cura del verde della città (siamo riusciti ad individuare solo €17.000: possibile?)! Eppure quanto si incassa dalla TASI, spremendo i cittadini pietresi con l’aliquota massima, non dovrebbe essere utilizzato per quello ? Dulcis in fundo non ha ancora messo le cancellate di recinzione a protezione del parco “Offenburg” su via della Rimembranza e su via Trabocchetto, in modo da scoraggiare i vandali e dimostrandosi insensibile, inebetita, indifferente all’accanimento contro il patrimonio del verde cittadino.”
Le immagini sono significative! La “barricata” qualcuno l’ha tolta, ma in compenso sono state divelte quasi per intero le staccionate di protezione della fascia alta grande, ora, per un tratto senza più protezione su un dislivello di sette/otto metri, quindi, molto pericolosa, come si può constatare dalle foto. C’è anche un tratto, in un altro punto, già danneggiato e transennato, ma mai da tempo riparato.
Conclude il pungente Carrara: “Il Sindaco Valeriani ed i suoi assessori, compreso quello che gestisce i parchi e giardini, invece di considerare i parchi della città un patrimonio ed una risorsa per una città turistica come la nostra, un ” qualcosa in più” da vantare nell’offerta turistica della città (che le altre non hanno!) e della sua immagine, non vogliono fare nulla per preservarli, ma li lasciano andare in malora “. Se non sbagliamo c’è pure un delegato ai Parchi e ai Giardini (e perchè no, alla tutela degli animali), il consigliere Antonio Luciano che ricopre pure la carica di presidente del consiglio. Dimenticavamo la sua delega ai Cimiteri di cui recentemente si è polemizzato.
Nessuno pensa che la giunta Valeriani sia la peggiore o la migliore che gli elettori pietresi hanno scelto. Difficile immaginare facciano autolesionismo al bene pubblico di proposito. Non resta che dubitare sulle capacità o incapacità di chi dovrebbe comunque dare il buon esempio nella saggezza e nel sapere amministrare secondo le buone regole. L’abc. Quale insegnamento si pensa di dare ai giovani se non si è neppure all’altezza di governare il verde pubblico, risorsa di cui Pietra Ligure ha saputo dotarsi ? Si può fare peggio di quanto sono riusciti a fare, nei parchi, gli illuminati amministratori comunali di maggioranza? Se ci sbagliamo ed è tutta colpa, o almeno in parte di una minotranza che esagera, i cittadini possono rendersi conto ‘de visù’. Le foto non sono fotomontaggi, le promesse non rispettate non sono invenzioni, ma documentabili.
FRUTTA E VERDURA DELL’ILLEGALITA’ – Le istantanee che abbiamo scattato non sono della settimana scorsa. Abbiamo opportunamente ritardato la pubblicazione per non mettere ancora più a rischio chi coraggiosamente vuole testimoniare quale sia il grado di legalità che si subisce anche a Pietra Ligure. Il camioncino con due giovani al ‘lavoro’ nella veste di ambulanti abusivi sosta regolarmente sul piazzale davanti alla stazione ferroviaria. Vendono fragole a 5 euro la cassa, mentre nei negozi della città costano non meno di 3,80 al kg. Asparagi, arance, carciofi, tutti prodotti che i contadini della zona possono offrire nelle loro terre. Sui mercatini a km zero e sul mercato settimanale, nei negozi. E la differenza la fa proprio il prezzo. Non è solo uno schiaffo ad un’agricoltura nostrana già debilitata dall’abbandono dei terreni, dall’avanzare di aree incolte, dall’asfalto e dal cemento. Il problema investe pure le attività commmerciali, i negozi di frutta e verdura. Chi ha l’obbligo della scontrino, deve rifornirsi dalle filiere di mercato che hanno controlli a tutela della salute pubblica, dei consumatori e della tassazione che è un dovere civico.
“Preferiamo verdere e correre il rischio della multa piuttosto che andare a rubare, la nostra merce è garantita quanto quella dei negozi, proviene dalle campagne napoletane”, si difendono gli ambulanti in ‘nero’. Poco importa se si va sempre più estenendo il fenome dell’abusivismo della frutta e verdura alimentato e gestito dalla ‘mala’. Qualche anno fa il fenomeno era limitato alla stagione estiva. Ora la presenza è costante e capillare. Interessa le città della Riviera e dell’entroterra, a cominciare dalla stessa pianura ingauna.
Abbiamo già raccolto, in passato, le proteste delle associazioni di categoria, peraltro timide ed isolate, saltuarie. Abbiamo scritto che prevale una certa paura ed una diffusa omertà a denunciare, a metterci la faccia. Qui non si tratta di accanirsi contro chi tira a campare, qui è in ballo la legalità e la diffusione dell’illegalità. E’ vero che ci sono i cittadini – residenti e turisti – che comperano, magari ignorano cosa significhi questo mercato con ramificazione in aree del Sud controllate dalla camorra. Ci si chiede perchè le istituzioni locali, a partire dalla Prefettura, non siano più rigorose nella prevenzione e nella repressione. Perchè il cittadino debba assistere all’impunità e le forze dell’ordine si trovino a transitare davanti ai comincinini parcheggiati, carichi di merce, con tanto di cartelloni e autoparlanti, e tirino dritto. Non certo per complicità. Quale messaggio si manda ? E ancora, non è un mistero che la centrale di smistamento abbia la propria sede a Ceriale, alla luce del sole. Non si nascondono. Proprio a Ceriale, il mercato dell’abusivo, nei giorni festivi si apre sulla via Aurelia, in regione San Rocco, al mattino e chiude in battenti alla sera. Con i camioncini parcheggiati in un tratto di 200 metri. Da cosa scaturisce l’affronto così spettacolare ? La sfida all’impunità? Il prefetto di Savona che rappresenta in prima istanza lo Stato, è al corrente ? Chi di dovere, ovvero le forze dell’ordine, nessuna esclusa, ha informato ? I sindaci tacciono o si rassegnano ? Occupano gli spalti degli spettatori ? Siamo in Liguria o in Campania ? Con tutto il rispetto per il popolo sudista. La prossima settimana documenteremo, con le immagini, cosa accade nei paesini dell’entroterra, anche quelli che hanno un sindaco leghista.