Anche i Caduti, a Noli, sono caduti. Sotto le “picconate” della Sovrintendenza.
Da “La Stampa”
Il nuovo monumento all’Alpino non piace alla Sovrintendenza. A Noli a distanza di sole due settimane dalla sua inaugurazione gli operai comunali hanno dovuto provvedere a rimuovere il nuovo monumento ai Caduti, posizionato nei giardini di fronte al palazzo comunale. L’opera, fortemente voluta dal locale Gruppo Alpini era stata scoperta ufficialmente dal sindaco Giuseppe Niccoli nei giorni scorsi, con tanto di benedizione di Don Giusto.
Un blocco di pietra di circa 80 cm di altezza prelevato in montagna, su cui erano appoggiati una lampada votiva e una statua in bronzo di un alpino che teneva in spalla un fucile, donata dal tenente Mario Cesari, medaglia d’oro al valore militare, al gruppo alpini di Noli anni fa.
Per le Belle Arti l’opera non «sta bene e non si armonizza con il paesaggio circostante» quindi va eliminata immediatamente.
Una notizia che ha lasciato perplessi molti cittadini, soprattutto il consigliere Rinaldo Tissone, che fa parte del gruppo Alpini: «Sono molto amareggiato di questa decisione e a malincuore ne prendo atto, sicuramente troveremo presto un’altra collocazione, probabilmente nei giardini vicino alla chiesa di San Paragorio, chiedo scusa a tutti i parenti dei caduti, noi li ricordiamo comunque. Non mi spiego però questo accanimento su una cosa che sembrerebbe molto meno impattante dell’intonaco sul Pontevecchio e di tutto quanto è accaduto al castello Monte Ursino e quanto non è successo per oltre 30 anni al Palazzo di Salvarezza e all’interno dell’ultimo pezzo della Loggia». Il Comune non avrebbe richiesto alcun parere alla Sovrintendenza in quanto il monumento ai Caduti era stato posizionato sotto a una lapide commemorativa già esistente da più di 20 anni, che ricorda i nomi dei caduti nolesi durante la prima e la seconda guerra mondiale. – Valeria Pretari
Anche i Caduti sono caduti.
Sotto le “picconate” della Sovrintendenza che decifra le linee guida del paesaggio, iniziato con l’interpretazione della legge n. 778 del 1922 e, successivamente, con la legge n. 1497 del 1939 che erano improntate a una concezione estetizzante, che identificava il paesaggio con la veduta d’insieme, il panorama, la “bellezza naturale” (come recitavano i testi di legge).
Solo nel 1985 la legge n. 1497/39 è stata integrata dalla legge n. 431 (la cosiddetta “legge Galasso”), che ha a sua volta spostato il fulcro tematico sull’ambiente naturale da preservare, si è così passati da una concezione percettivo-estetica del paesaggio a una visione fondata quasi esclusivamente su dati fisici.
La distinzione operata in seguito (inizialmente a livello teorico e quindi recepita negli strumenti legislativi) tra «paesaggio» e «ambiente» ha contribuito a definire il primo come prodotto dell’opera dell’uomo sull’ambiente naturale, in una visione quindi improntata alla storicità e in grado anche di recuperare quella dimensione estetica che, in anni anche recenti, sembrava perduta.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio ha fatto propri gli orientamenti più avanzati in merito alla definizione di paesaggio, sancendo l’appartenenza a pieno titolo di quest’ultimo al patrimonio culturale. Un riferimento fondamentale nell’elaborazione del testo di legge è stata la Convenzione Europea del Paesaggio (stipulata nell’ambito del Consiglio d’Europa), aperta alla firma a Firenze il 20 ottobre 2000 e ratificata dal nostro paese nel 2006.
L’aspetto identitario è uno dei punti cardine della Convenzione ed è richiamato dal comma 2 dell’articolo 131 del Codice (“Il presente Codice tutela il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali”).
Articolo 131
Salvaguardia dei valori del paesaggio
1. Ai fini del presente codice per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni.
2. La tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili.
Articolo 132
Cooperazione tra amministrazioni pubbliche
1. Le amministrazioni pubbliche cooperano per la definizione di indirizzi e criteri riguardanti le attività di tutela, pianificazione, recupero, riqualificazione e valorizzazione del paesaggio e di gestione dei relativi interventi.
2. Gli indirizzi e i criteri perseguono gli obiettivi della salvaguardia e della reintegrazione dei valori del paesaggio anche nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.
3. Al fine di diffondere ed accrescere la conoscenza del paesaggio le amministrazioni pubbliche intraprendono attività di formazione e di educazione.
4. Il Ministero e le regioni definiscono le politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio tenendo conto anche degli studi, delle analisi e delle proposte formulati dall’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio, istituito con decreto del Ministro, nonché dagli Osservatori istituiti in ogni regione con le medesime finalità.
Oltre alle “picconate” della Sovrintendenza, anche il governo della regione Liguria, ovvero della giunta Toti, composta da da 7 assessori (3 della Lega Nord, 3 di Forza Italia e 1 di ) tra cui Marco Scajola, assessore all’Urbanistica, alla Pianificazione territoriale, al Demanio e Tutela del Paesaggio, alle Politiche abitative ed Edilizia, all’Attività Estrattive ed ai Rapporti con i lavoratori transfrontalieri, nipote di quel tal Claudio Scajola, [nato D.C. ed approdato nel 2015 al Partito Radicale Trasnazionale], contribuisce ad interpretare le linee guida del paesaggio.
Forse per le Belle Arti “l’opera non sta bene e non si armonizza con il paesaggio circostante” quindi va eliminata immediatamente.
In una località di mare, alla Sovrintendenza, pensano che i Caduti che si armonizzano con il paesaggio circostante siano solo marinai.
Il fatto increscioso che ne deriva, è quello perpetrato nei confronti di coloro che hanno dato la vita per un futuro migliore.
Quando noi siam scesi al piano
battaglione non ha più soldà
Tapum, tapum…
Battaglione di tutti morti
a Milano quanti imboscà!
Tapum, tapum…
A “sredij polije” [“terra di mezzo”] si elevano i 22 gradoni (alti 2,5 metri e larghi 12) che, in ordine alfabetico, custodiscono le spoglie dei 39857 soldati identificati. Ogni loculo è sormontato dalla scritta “Presente” e sono raggiungibili grazie alle scalinate laterali che conducono in cima. Al centro del primo gradone si trova l’unica donna sepolta, una crocerossina di nome Margherita Kaiser Parodi Orlando, mentre sul ventiduesimo si trovano i resti di 72 marinai e 56 uomini della Guardia di Finanza.
Arrivati al termine della scalinata e dei gradoni, due grandi tombe coperte da lastre di bronzo custodiscono i resti di oltre 60 mila soldati ignoti. Definito anche Sacrario dei Centomila.
Al di sopra di essi ci sono le maestose tombe dei generali, tra le quali spicca quella del comandante della Terza Armata, Emanuele Filiberto Duca d’Aosta che aveva espresso il desiderio di essere sepolto a Redipuglia. Il sepolcro è formato da un blocco di marmo rosso della Val Camonica dal peso di 75 tonnellate. Al suo fianco si trovano invece le tombe in granito di cinque generali: Antonio Chinotto [nato a Genova], Tommaso Monti, Giovanni Prelli, Giuseppe Paolini e Fulvio Riccieri.
Ricordiamo, all’Amministrazione del Comune di Noli, che non avrebbe richiesto alcun parere alla Sovrintendenza in quanto il monumento ai Caduti era stato posizionato sotto a una lapide commemorativa già esistente da più di 20 anni, che ricorda i nomi dei caduti nolesi durante la prima e la seconda guerra mondiale, quanto sostiene l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Savona [Fondazione “A.M. De Mari”] che riconosce l’importanza nel mantenere viva la memoria di periodi cruciali della storia del nostro Paese e della nostra provincia.
“Ricordare i caduti savonesi, tutti, della prima e seconda guerra mondiale non è solo un doveroso omaggio a chi è stato vittima, spesso inconsapevole, di una tragedia che ha caratterizzato il secolo scorso, non PRESENTAZIONE solo è un contributo a tracciare un percorso storico che ha riportato l’Italia alla libertà, alla democrazia e al progresso, ma è altresì un messaggio di pace, sempre attuale, volto soprattutto alle giovani generazioni. Ricordare infine quali erano le condizioni del nostro Paese, con i lutti, le rovine, gli odii che caratterizzarono quel periodo e confrontarlo con quanto accadde negli anni immediatamente successivi: la Costituzione repubblicana, la ricostruzione materiale e morale, l’allargamento della partecipazione alla vita democratica, il relativo benessere, l’inserimento nel processo di unificazione in un’Europa finalmente pacificata può dare speranza anche per il superamento delle attuali difficoltà. Non si tratta evidentemente di irragionevoli similitudini, ma certo guardare al passato per capire il presente e costruire il futuro non è semplicemente una esercitazione teorica. Ci auguriamo quindi che questa pubblicazione sia apprezzata in tutto il suo complessivo valore e contribuisca a difendere e a diffondere i valori fondanti della nostra Costituzione”
Alla Sovrintendenza, alla Regione Liguria, al Comune di Noli, la parola che devono, ora e sempre ricordare, come a Redipuglia è:
“Presente”
Alesben B.