L’ex sindaco di Imperia Paolo Strescino ha ritirato la querela per diffamazione contro Angelo Dulbecco, ex consigliere del Pdl, che accusava l’ex primo cittadino di averlo aggredito con violenza nel corso di una discussione e a sostegno aveva citato come testimone l’ex ministro Claudio Scajola il quale aveva confermato. Una controversia che risaliva alle comunali del 2013 e si è risolta in modo bonario con la donazione di mille € da parte di Dulbecco ad associazioni benefiche. E’ andata invece maluccio all’ex sindaco ‘Tano’ Scullino che aveva querelato un esponente di Sinistra ecologia, Massimo D’Eusebio, che definiva il rivale ” della peggior specie di politico italiano, sempre e solo attento alle apparenze, bello fuori e sporco dentro”.
LA QUERELA DI GATEANO SCULLINO risale al 2012. D’Eusebio animatore dell’Associazione Alternativa Intemelia, faceva riferimento ad un comunicato conseguente all’istanza di scioglimento del consiglio comunale di Ventimiglia e sulla scia di quanto riportato dagli atti del ministro dell’Interno. Si definiva Scullino, tra l’altro, di “far parte della peggior specie….”. A giudizio del giudice per le indagini preliminari Massimiliano Raineri quelle affermazioni “non costituiscono reato“. In particolare la sentenza fa riferimento all’articolo 21 della Costituzione che tutela la libertà di opinione ed espressione. Il comunicato scritto da D’Eusebio e pubblicato su Ponente Oggi “non soltanto è di pubblico interesse, ma è più che continente sul piano del linguaggio usato. Poichè l’imputato di diffamazione aggravata a mezzo stampa “è politicamente orientato ma rispetta la verità dei fatti e si limita a chiosare con soddisfazione una relazione del ministro dell’Interno sullo scioglimento del consiglio comunale di Ventimiglia per infiltrazioni mafiose”. Atto che poi fu annullato dal Consiglio di Stato.
Il limita della critica, anche sferzante, ha ribadito la sentenza, è essenzialmente quello del rispetto della dignità altri, della continenza e della verità. Il diritto ad esprimere anche in maniera forte il proprio dissenso e la propria opinione va tutelato. Scrive il giudice: “ Con espressioni anche demolitrici ma non gratuitamente volgari.” La frase incriminata viene inserita dal giudice in un contesto di accuse nei confronti dell’ex sindaco Scullino che faceva preciso e puntuale riferimento all’istanza di scioglimento presentata dal ministro stesso. L’imputato era difeso dall’avvocato Valentina Sisto.
LA QUERELLE STRESCINO – DULBECCO risale alle elezioni comunale del 2013. La querela si è risolta quando Strescino ha deciso di ritirare la querela. L’ex sindaco assistito dall’avvocato Massimo Boggio, Angelo Dulbecco dall’avv. Giuseppe Fossati, con ruoli da ex di Alleanza Nazionale in sede locale, regionale e nazionale, che la settimana scorsa che è convolato a nozze con Maria Eugenio Adolfo, figlia dell’ex parlamentare ed ex assessore regionale Udc, Vittorio Adolfo.
Strescino aveva denunciato Dulbecco e il Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo aveva chiesto il processo per il giovane forzista, indagato per diffamazione a mezzo stampa, a seguito delle dichiarazioni rilasciate alla stampa il 26 maggio del 2013, giorno in cui gli imperiesi erano chiamati alle urne per eleggere il loro nuovo sindaco, relativamente alla presunta testata ricevuta dall’ex sindaco Paolo Strescino.
A dare la notizia alla stampa della presunta aggressione fu l’ex ministro Claudio Scajola che giunto al seggio di piazza Ulisse Calvi dichiarò: “Il giovane Dulbecco è stato malmenato da Strescino, gli ha tirato due pugni in faccia e l’ha steso per terra”. Si parlò successivamente di una testata che Dulbecco si fece refertare all’Ospedale di Imperia, indicando ai fotografi il punto del presunto impatto, cui non fece seguito, però, alcuna denuncia per lesioni.
Davanti al Giudice per l’udienza preliminare Paolo Luppi, Strescino ha rimesso la querela a seguito del pagamento da parte di Dulbecco delle spese legali e processuali oltre al versamento di 1000 euro destinati a tre associazioni: Sorridi con Pietro, Amici di Marco De Fecondo e alle suore di Porto Maurizio.
C’è da aggiunge che Strescino aveva sporto denuncia solo due mesi dopo, coinvolgendo anche Claudio Scajola che aveva confermato il racconto dell’aggressione, l’accusa contro l’ex ministro è stata poi archiviata.
I due protagonisti della vicenda hanno trovato un accordo anche al fine di evitare, a quanto pare, un procedimento penale pendente in vista delle elezioni amministrative del 2018.