Spicca nell’albo d’oro della Coppa Italia la prima edizione svoltasi in conclusione della stagione sportiva 1921 – 22. Si tratta della stagione della scissione tra CCI e FIGC: le “grandi” disputano un campionato a parte dopo che era stato bocciato, nella turbinosa estate del 1921, il progetto redatto da Vittorio Pozzo per un girone unico di Serie A. Inoltre: Libertà e Lavoro: la squadra allenata da Natale Zamboni (terzo da destra in piedi) vincitrice del campionato di Prima Divisione ’57-58.
Le “provinciali” e le piccole squadre di città, invece, intendevano procedere con un torneo su più gironi regionali e rimasero con la FIGC. Il campionato della CCI fu appannaggio della Pro Vercelli, in quello della FIGC risultò vittoriosa la Novese capace di sconfiggere in finale, sul campo neutro di Cremona, i “lupi” della Sampierdarenese.
Nell’estate successiva, auspice l’avv. Bozino presidente della Pro Vercelli, si stipulò la cosiddetta “pace di Brusnengo” e si trovò l’accordo per un campionato di Lega Nord della Divisione Nazionale articolato su 3 gironi (vi parteciparono per la prima e unica volta) due squadre savonesi: Il Savona FBC rappresentativo della borghesia e dei “cicciolae” del centro e lo Speranza di estrazione proletaria e composto dai ragazzi del Molo, delle Fornaci e di Zinola.
In conclusione di stagione dunque la FIGC organizzò la prima edizione della Coppa Italia ( si ritentò poi senza riuscirci con la stagione 26 -27, torneo interrotto fino al 35 -36 allorquando la Coppa riuscì ad assumere un andamento regolare e proseguire almeno fino alla seconda guerra mondiale. Ancora interrotta per ragioni organizzative la ripresa definitiva si verificò nel 1958).
Quella del 1922 fu un’edizione particolare che di seguito abbiamo provato a ricostruire nel dettaglio
Il regolamento della prima Coppa Italia era piuttosto confusionario a cominciare dal numero di squadre ammesse (37), che non permise un facile accoppiamento per gli incontri da disputare. Per risolvere tale problema si dovette procedere a sorteggi con passaggi diretti e ripescaggi nei confronti di alcune squadre.
Con il successo finale dell’outsider Vado iscritto al campionato di Promozione,] i liguri divennero i primi sia a vincere la maggiore coppa nazionale nonché a conquistarla pur non militando in massima divisione; quest’ultimo, un record in seguito eguagliato dal solo Napoli nell’edizione del 1961-1962.
Franco Astengo
Squadre partecipanti. Leggi…..
SAVONA, VADO E VELOCE. TRE SAVONESI IN QUARTA SERIE NELLA STAGIONE 1957- 58
Libertà e Lavoro: la squadra allenata da Natale Zamboni (terzo da destra in piedi) vincitrice del campionato di Prima Divisione ’57-58. Nella foto si riconoscono anche i mitici dirigenti Cacciabue (secondo da sinistra in piedi) e Titto Rebagliati al centro abbracciato dai grandi Gino Cattardico e Sergio Sguerso (personaggio della nostra vita cittadina, un maestro, un poeta, un politico di primo piano). Formazione: D’Aprile, Rebagliati, Saettone, Cattardico, Sguerso, Santi, Papa, Mistrangelo, Livio Berruti, Antonio Murialdo (futuro sindaco di Albisola Superiore e di Spotorno), Pastorino.
di LUCIANO ANGELINI e FRANCO ASTENGO
Ancora il racconto di una stagione da non dimenticare, la stagione 1957-58 che segna, prima di tutto, il ritorno del Savona, dopo qualche stagione d’oblio, al livello interregionale. Si tratta di una annata di assestamento e di riqualificazione per i campionati di Serie C e di IV Serie.
La Federazione aveva suddiviso la IV Serie in due categorie: Interregionale di I e di II Serie e gli striscioni (secondi nel torneo di Promozione ’56-57 alle spalle dell’Andrea Doria, senza aver perso neppure una partita) sono riammessi per “meriti sportivi”. Un capolavoro di Stefano Delbuono che stava già allestendo lo squadrone della rinascita (a novembre effettuerà, infatti, due grandi acquisti: Ilvo Nadali dal Messina e Corrado Teneggi dal Verona). Questa però è l’annata di Livio Gennari e dei suo magici “corner”. Dodici mesi dopo infatti il Savona allenato da Pelizzari infilerà tutte le antagoniste ritornando trionfalmente in Serie C.
Per adesso ci si deve accontentare dell’ottavo posto in coabitazione con Magenta e Asti, mentre brilla la stella del Vado (terzo posto alle spalle di Entella e Andrea Doria) e la Veloce non ce la fa a tenere il passo classificandosi dodicesima e scendendo al livello inferiore.
Si gioca ancora in Corso Ricci, anche se in una intervista rilasciata a Pino Cava per “Savona Sport” il sindaco, prof. G.B. Urbani, annuncia che per la prossima stagione sarebbe stato pronto il nuovo impianto di Legino (poi ci si metterà di mezzo il delitto Martirano, quello dell’”uomo in abito blu”: l’ing.Fenaroli, progettista dello Stadio, finirà a Porto Azzurro per aver ispirato l’assassinio della moglie, e l’inaugurazione slitterà di 12 mesi:;ma questa è un’altra storia).
E’ un momento difficile per gli impianti sportivi a Savona, in pratica per il calcio c’è proprio il solo Corso Ricci mentre la Valletta è esclusivamente appannaggio dell’Atletica (pista di 290 metri, figuriamoci!) ed il Csi ancora da costruire: il vecchio campo sulle rive del Letimbro è così sfruttatissimo (quattro partite ogni domenica) e molte squadre savonesi debbono arrangiarsi tra Albisola, le Traversine e Quiliano.
Ecco il Savona tornato al “calcio che conta”, tra i dirigenti storici si riconoscono in maglia biancoblu, da sinistra in piedi: Gennari, Cavo, Persenda, Galindo, Bruno, Mariani, accosciati: Parodi, Pastorino, Vaccari, Mantero e il massaggiatore Giannoni.
Occupiamoci però del calcio giocato.
La classifica del girone: LEGGI…..
Dal sito LA CITTA’ & IL CALCIO – Luoghi e memorie del calcio savonese