Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Santa Corona, è l’ora della verità di ieri e di oggi, meriti e demeriti. Ecco i protagonisti


Cosa è realmente successo nel consiglio comunale ‘aperto’ di Pietra Ligure sul S. Corona? Gli organi di informazione – magari per motivi di spazio – cosa hanno omesso di riferire nonostante l’interesse pubblico a sapere? La lettura ha offerto la cronaca di una seduta alle stregua di un piacevole incontro in cui tutti si volevano bene. Hanno finalmente messo da parte scrizi e frizioni del passato in nome del bene superiore del nosocomio ed alla fine, in uno slancio di reciproca ecumenica generosità, maggioranza ed opposizione si sono dati dei voti positici, approvando i rispettivi ordini del giorno. Non è andata per niente così. Leggi anche la ‘fotografia’ sul Pronto Soccorso di Pietra. Perché è un errore valutare solo il numero degli accessi e non della complessità- qualità degli stessi.

La seduta, con molti sindaci del comprensorio e del territorio, con tre consiglieri regionali, con l’assessore Sonia Viale (accompagnata dallo stato maggiore della Lega Nord, con Rosy Guarnieri in testa),  è stata a tratti tesa, con scontri duri, al limite della rottura.

LA RIUNIONE – É stata, com’era nelle previsioni, una seduta partecipata, densa di interventi, di argomenti e di contenuti, quella del Consiglio Comunale “aperto” del 13 Aprile, a Pietra Ligure. Infatti, oltre ai Consiglieri di Pietra Ligure sono intervenuti i Sindaci della maggior parte dei Comuni compresi tra Noli ed Albenga, i consiglieri regionali De Vincenzi, Vaccarezza e Melis e, ospite più importante, proprio lei: l’assessore regionale alla sanità regionale, Sonia Viale.

Oltre ai sindaci che hanno parlato a sostegno dell’ospedale, ed al consigliere Andrea Melis, sono stati Vaccarezza e De Vincenzi a portare dei contributi polemici alla discussione. Il primo, a ricordare come la decadenza di Santa Corona sia iniziata con l’atto di deaziendalizzazione, imposto dalla Regione Liguria a guida centro sinistra; atto approvato dalla maggioranza dei sindaci della provincia, quando si dovettero esprimere al riguardo, sul piano sanitario regionale. Angelo Vaccarezza ha letto, Comune per Comune, chi votò a favore di quella scelta scellerata: tanti comuni della Valbormida e del savonese, comunque la quasi totalità di tutti quelli a guida centrosinistra. Tra i molti comuni rivieraschi che votarono per il mantenimento dell’azienda ospedaliera: Loano, Finale, Borghetto, Giustenice; invece, Pietra Ligure (Luigi De Vincenzi sindaco), non votò a favore, ma si astenne. De Vincenzi, visibilmente contrariato per tale sua infelice “ricordanza”, non ha gradito. É, quindi, intervenuto, dicendo di non guardare al passato, agli errori che sono stati compiuti, ma di guardare avanti, a quanto si deve fare per migliorare la situazione ed ha lamentato che chi gestisce da un anno la regione, continui a parlare delle cose fatte male nel passato, senza ancora aver fatto nulla.

L’INTERVENTO DELL’ASSESSORE VIALE – L’intervento piú atteso, tuttavia, é stato quello dell’assessore Sonia Viale che ha ribadito due concetti basilari: 1°) Non ha nessuna intenzione di mettere in discussione il DEA di 2° livello di Santa Corona e confermerà i 4 presidi ospedalieri presenti sul territorio provinciale in quanto “ne sono già stati tagliati troppi ed ora non si può più“; 2°) In Regione Liguria non esiste un atto, un documento ufficiale, sul nuovo assetto di S.Corona, che vincoli la Regione sia architettonicamente, che urbanisticamente. Le uniche progettazioni esistenti sono due soluzioni, tra loro alternative, che hanno valore solo di “studio“, di “ipotesi progettuale”: nulla di più! La Viale ha, inoltre, dichiarato di voler intraprendere la riforma dell’assetto sanitario ligure con la partecipazione e dopo aver sentito tutte le realtà locali interessate.

IL DOCUMENTO LETTO DAL SINDACO VALERIANI – Dopo tutto questo, il Sindaco Valeriani ha letto il documento preparato dalla maggioranza. Esso era stato inserito d’imperio nell’O.d.G. della seduta e posto al 1° punto, senza concordarne il contenuto e nemmeno, almeno, informarne le opposizioni, che venti giorni prima avevano presentato un documento di sostegno all’ospedale, stilato da Mario Carrara, e poiché la maggioranza si era rifiutata di votarlo, avevano preannunciato, per reazione, la riconvocazione a termini di legge del Consiglio Comunale.

Ci si può immaginare l’umore della minoranza, nell’apprendere che non solo il documento per il quale avevano appositamente richiesto la convocazione del Consiglio era stato posto, addirittura, al terzo posto,ma anche che al 1°, invece, c’era l’esame di un documento di maggioranza, mai concordato prima, per il quale SOLO era stata accordata la discussione in forma “aperta”, con il contributo degli interventi esterni dei personaggi istituzionali invitati.

Per di più, ora, proprio su quello stesso documento, il sindaco Valeriani chiedeva il voto dall’opposizione per avere un voto finale di “risultato d’immagine” UNANIME! Mario Carrara ha sostenuto che un documento del genere sarebbe stato inaccettabile e che MAI l’opposizione l’avrebbe votato così com’era. Ha poi attaccato dicendo che la presente scoraggiante situazione dell’Ospedale Santa Corona ha una data precisa, un’origine ben precisa e degli altrettanto ben precisi responsabili: l’origine, la madre di tutte le disgrazie é stata la revoca dello status di “azienda sanitaria” il 1° Luglio 2008, imposta assurdamente dalla Giunta regionale di centrosinistra. Da quel momento nulla é stato piú come prima. La decadenza dell’ospedale é stata lenta e progressiva: reparti che prima erano tradizionali fiori all’occhiello, sono stati trasferiti o smembrati, vedi ad es. Urologia, pediatria, oncologia, infettivi….. Men che mai sono state attribuite le specialità che competono al DEA di II livello, come cardiochirurgia; in modo tale che il DEA di S.Corona, già concesso in regime di “deroga” rispetto alle specialità ospedaliere che dovrebbe avere, persiste in un regime di semi- incertezza, al limite con le prescrizioni di legge e, quindi, é in condizioni di debolezza.

I PRIMARI – I primari di reparti importanti che andavano in pensione non venivano sostituiti con la nomina di nuovi, ma il più delle volte, gli stessi reparti venivano affidati ad un primario di Savona, ecc. A chi ha esortato, con spirito buonistico, ad “andare avanti “tutti insieme”. Ancora Carrara, già vice sindaco, ha obiettato che non tanto “ora“, quanto “prima“, con l’assessore Montaldo, assessore di un centrosinistra, responsabile di otto anni di devastazione delle potenzialità e delle eccellenze di S.Corona, si sarebbe dovuti “andare avanti insieme”, ma ciò é stato impossibile! Perché era più facile incontrare il Papa che Montaldo, il quale con “proletaria supponenza” disdegnava di confrontarsi con questo territorio! Anzi, cercando di far passare il concetto dell’assurdità del fatto che la piccola Pietra Ligure, di soli 9000 abitanti, ospitasse un ospedale sede di DEA di II livello, mentre Savona, che di abitanti ne conta 63000, aveva solo un ospedale DEA di 1° livello, quindi, “inferiore” al S. Corona!

IL SAN PAOLO – Il fatto é che il San Paolo, pur inferiore come categoria ospedaliera a S. Corona, si sia dotato di specialità che NON gli competevano, vedi otorino, oculistica, urologia, ecc ed abbia superato il numero dei posti letto del S. Corona (493, S.Paolo; 426, S. Corona) é una cosa incredibile, specialmente perché rapportata al numero dei “residenti”! Ma questo numero, non tanto di residenti, quanto di “utenti” o “pazienti” nel bacino che va da Savona ad Albenga, come minimo quintuplica in tanti periodi dell’anno, portando questi stessi “utenti” a 5/600.000! Mentre nel bacino Savona/ Vado, rimangono più o meno costanti. Si aggiunga, come movimento turistico, il bacino del levante con le due Albissole, Celle Ligure e Varazze.

IL PRONTO SOCCORSO – É per questo che “si rischia” se uno si sente male nel bacino finalese – albenganese in certi periodi dell’anno, perché il Pronto Soccorso  del Santa Corona “scoppia“, é cronicamente intasato, lavorando al 160% delle sue potenzialità e dovendo ricevere anche tutti quei pazienti NON residenti, “turisti” che hanno pienamente diritto di essere curati. Non solo, ma deve anche ricevere tutta l’utenza, residente e non, che proviene dall’imperiese, la quale si dirige sul S. Corona, semplicemente anche perché è logisticamente più vicino e più facilmente raggiungibile!

Da qui l’esigenza urgente del potenziamento del Pronto Soccorso in termini logistici del suo allargamento od innalzamento e dell’incremento di personale medico e paramedico; urgenza che non può attendere i tempi “biblici” della ristrutturazione complessiva dell’ospedale intero, ma necessita di una soluzione rapida: in modo che chi entra al Pronto Soccorso non ne esca non tanto “guarito“, ma, almeno: “non morto”.

L’ASSESSORE SONIA VIALE – Onore alla assessore Viale, quindi, che con autorevolezza, ma soprattutto con l’autorità che le compete dalla sua carica di assessore alla Sanità, é l’unica che può parlare in merito e che ci ha aperto gli occhi e ci ha detto la verità, così com’é! Infatti, per anni ci hanno voluto far credere che il famoso “Protocollo d’intesa”, approvato dal Consiglio Comunale due mesi prima delle elezioni regionali, sarebbe stato la soluzione, il documento che garantiva il futuro e una prospettiva per S.Corona, mentre altro non era, invece, che un semplice contributo di studio, un’ipotesi progettuale come tante altre, che qualsiasi ufficio tecnico avrebbe potuto preparare, ma senza avere nessuna conseguenza vincolante ben definita. La Viale ha ribadito che documenti “vincolanti”, sotto i profili urbanistici e architettonici, in Regione NON ne esistono, quindi, finora é stata fatta solo della propaganda!

PERCHE’ L’ORDINE DEL GIORNO UNANIME – Per cui che il Sindaco chiedesse all’opposizione di “convergere” sul documento presentato dalla maggioranza solo per dare un’impressione di unitarietà di facciata era un’ipotesi da montagne russe. Tuttavia, vista l’insistenza pressante, sotto gli occhi di tutti quelli che erano ancora presenti al Consiglio Comunale, l’opposizione ha accettato di ritirarsi con la maggioranza per vedere se fosse stata possibile una stesura di un Ordine del giorno approvato all’unanimità. L’ha fatto, mettendo le mani avanti, comunque, sul fatto che il documento della maggioranza, che metteva sostanzialmente sotto processo la Viale e che voleva acquisire meriti inesistenti sulla difesa dell’ospedale, avrebbe dovuto essere profondamente tagliato e rimaneggiato.

Tenuto anche conto del fatto che l’opposizione giudicava “incredibile” politicamente che la vicesindaco di Pietra Ligure, della Lega Nord, votasse un documento che sostanzialmente “andava contro” direttamente al principale esponente del suo partito nella Giunta regionale. Ma ciò forse era possibile visto che la vicesindaco della Lega Nord, con il suo partito, stanno INSIEME ORGANICAMENTE, ma incoerentemente, in giunta col PD, partito col quale sono in contrapposizione di inconciliabilità totale, a tutti i livelli politici di tutta la Nazione, governo della Regione Liguria inclusa! Comunque, la riunione per giungere ad un documento condiviso di tutto il Consiglio comunale di Pietra Ligure, dopo momenti di estrema tensione e di evitata rottura conclamata, ha dato origine ad un Ordine del giorno che, poiché tagliato nelle sue parti inaccettabili per l’opposizione, é stato giudicato votabile; in esso non compaiono più né i riferimenti all’assessore Viale, i “meriti” di chi non li ha ed i riferimenti ad un passato di sostegno all’ospedale che, come s’é visto, era più di parole propagandistiche che di veri fatti! Al contempo, l’opposizione ha ottenuto che quel “famoso” documento che il 25 Marzo la maggioranza non aveva voluto né discutere, né votare, fosse, invece, integralmente accolto e votato. E così é stato: alla fine, in esito al Consiglio comunale “aperto”, sono stati approvati DUE ordini del giorno, di iniziativa, il primo, della maggioranza, il secondo, dell’opposizione!

CHE ACCADRA’ ORA ? QUALE FUTURO ‘ – La cosa é finita bene? Bene, sì! Finita, no! Perché il giorno dopo, commentando la nuova legge sugli ospedali, che rapporta le specialità ospedaliere negli ospedali sul territorio, al numero degli abitanti, ipotetici “fruitori”, l’on. Anna Giacobbe del PD avrebbe detto che, senza “avercela” col Santa Corona, i numeri da applicare parlano chiaro: i numeri dei codici rossi del pronto soccorso del S.Paolo ed i numeri di Savona (abitanti: più di ogni altra città della provincia) sono il triplo di quelli del Santa Corona! ….perciò le SPECIALITÀ OSPEDALIERE VANNO LÌ: al SAN PAOLO di SAVONA!!!

E la storia ricomincia: il PD VUOLE l’ospedale solo a SAVONA! Non è certo un’aspirazione nata oggi o ieri, basta sfogliare la rassegna stampa per leggere cosa è accaduto dal 1970 ad oggi. Chi sono stati, nel tempo, gli autorevoli sostenitori del San Paolo, nella città capoluogo di Provincia. Non solo, in attesa del sempre attuale (?) ospedale unico della Provincia di Imperia che da tempo fa capo, per gli acuti e casi gravi (incidenti soprattutto) al Santa Corona.  La Giacobbe parlamentare porta avanti dunque la linea di chi ha mirato, brigato e cercato di ottenere in tutti questi anni  l'”obiettivo San Paolo”. Prima di ricominciare un’altra battaglia contro queste asserite farneticazioni fanatiche, speriamo che chi ora comanda in Regione NON stia nemmeno a sentire la Giacobbe ed i suoi seguaci, ma operi invece nell’interesse della Liguria e di tutto il suo ponente, lasciando al vento le sue idee deliranti sulla Sanità.

Mario Carrara

Allegato: Ordine del giorno presentato dalla maggioranza e approvato all’unanimità dopo le modifiche chieste dalla minoranza leggi…..

Allegato: O.d.G presentato dall’opposizione leggi…..

SE IL SANTA CORONA CHE ERA UN’ECCELLENZA (BASTA PENSARE GLI ANNI DEL PRIMARIO LORENZO SPOTORNO) E’ STATO DEPOTENZIATO, TRA BEGHE POLITICHE INCONCLUDENTI , AI FINI DI FINI DI CREARE UN OSPEDALE MODELLO

Il manifesto affisso sulla bacheca del Pd a Pietra Ligure, per leggere fare un click sull’immagine

Capacità di risolvere i problemi della sanità, le esigenze degli ammalati, evitare la supremazia delle lobby (anche nei partiti, tra i camici bianchi, nel sindacato). Il consenso sulle cose concrete (a cominciare dalla salute) non dovrebbero appartenere né alla destra, né alla sinistra. L’onestà non è sufficiente, ci vuole la competenza di chi è stato eletto ad amministrare la cosa pubblica. E quando si sbaglia sarebbe un onore ammettere i propri errori. Da anni si legge sugli organi di informazione locale di ‘guerre’, ‘bagarre’, polemiche spesso sterili e da prima donna, che caratterizzano la vita e la storia del Santa Corona. Peccato siano pochi coloro che possono consultare l’archivio, ovvero la rassegna stampa, con tutti i protagonisti e coprotagonisti nel corso degli anni. E farsi un’idea, cercare di trarre le conseguenze sul perchè siamo andati indietro e l'”ospedale modello” come ne esistono in Italia e in certi paesi Europei resti una chimera. Il prof. Spotorno, da esponente socialista e consigliere regionale, ripeteva: “Solo togliendo la sanità ai partiti sarà possibile far funzionare la sanità stessa secondo criteri manageriali ed un’assistenza d’eccellenza per i ricchi e per i poveri, raccomandati o meno, lobby o non lobby”.

L’onorevole Anna Giacobbe è stata l’ultima in ordine di tempo a far cronaca. La Stampa ha titolato ” Santa Corona, bagarre tra De Vincenzi e Viale “. Nessun tafferuglio per fortuna, mettiamola in senso ciclistico. La parlamentare pidiessina, autorevole militanza sindacale alle spalle,  sostiene il diritto di Savona di ospitare al San Paolo le specialità che risultano in eccedenza rispetto al fabbisogno provinciale, rapportato secondo i nuovi parametri calcolati sugli effettivi residenti. L’ex sindaco di Pietra Ligure, geom. Luigi De Vincenzi,  non ha ‘gradito’ la presa di posizione dell’assessore regionale, Sonia Viale, leghista, imperiese, già sottosegretario all’epoca del governo Berlusconi. Affrontando argomenti concreti, si direbbe, De Vincenzi ha ricordato che fra aprile e maggio saranno tolte 50 sedute operatorie. E questo solo al Santa Corona. Aggiungiamo che il ‘dramma delle liste d’attesa’, di cui si parla solo in termini di sfide tra politici di turno, è una tristissima realtà di cui assai poco trapela sui media. Proprio di recente ci è stato segnalato il caso di una donna di Savona che dovrebbe essere operata per un fibroma allo stomaco (?), al San Paolo questo intervento non viene fatto, c’è il Santa Corona dove però esiste già una lista d’attesa. La paziente soffre le pene dell’inferno deve ricorrere ad antidolorifici sempre più pedanti che già la stanno distruggendo per un fisico debilitato da un tumore. Senza santi i n paradiso (se esistono) deve aspettare il suo turno, nessuno può dirle quando.

De Vincenzi ha poi citato un altro elemento concreto.  Si vuole portare l’ufficio tecnico a Savona. Fino ad oggi, aggiunge,  non si sostituiscono i primari andati in pensione e non si sostituiranno quelli che ci andranno. Ha parlato di ‘smantellamento’, in contrasto con le assicurazioni della Viale durante il consiglio comunale aperto. Ha aggiunto che non si sono date garanzie sul progetto del nuovo Santa Corona ed il commissario straordinario “sta facendo il tagliatore di teste”.  Non è chiaro se nell’ambito di una ‘sana e produttiva’ razionalizzazione, in termini di servizio ed equità, volta ad evitare sprechi e disincentivare la crescente attività di ambulatori e studi medici privati dove crescono i profitti e la produttività degli specialisti molti dei quali lavorano in strutture pubbliche e da quelle strutture attraggono clienti – pazienti a pagamento.  Sonia Viale non è entrato nel merito, almeno dei casi citati da De Vincenzi. Polemicamente ha rigettato che “Le uniche teste che sono state tagliate mi sembrano le loro, dal democratico voto dei liguri, che evidentemente non erano poi tanto soddisfatti del loro operato”. Forse non è il caso di dimenticare cosa abbia fruttato, in termini di sanità pubblica e privata, l’operato del centro destra quando era al governo della Regione. E’ arduo fare esami e indicare i primi  della classe.

IL ‘CASO DE VINCENZI’. Restando in tema nell’ultimo consiglio comunale c’è stato un episodio che non contribuisce al ruolo di De Vincenzi. Acqua passata, forse. De Vincenzi si astenne  alla votazione del piano sanitario regionale nel 2007/8, presentando dall’allora vice presidente Montaldo (Pd) che prevedeva la revoca dello Status di azienda per l’ospedale S. Corona.  Mentre altri comuni (Loano, Finale, Borghetto) votarono a favore, Pietra Ligure, con il Comune sede dell’ospedale, al pari della gran maggioranza degli amministratori del centro sinistra, si astenne.  Quando il sindaco De Vincenzi tornò e riferi alla giunta sul suo voto di astensione, di fronte alle domande di chi gli chiedeva il significato di quel voto, mai discusso, né concordato con la sua maggioranza, disse che era un voto coerente, per come andavano le cose, nell’interesse dell’ospedale. Chissà se un giorno il votatissimo esponente Pd Pietrese potrà realmente spiegare le motivazioni reali di quella scelta. Temeva di essere inserito tra i traditori di Burlando, temeva il temutissimo Montaldo ?  Non sono pochi, oggi, nello stesso Pd coloro che parlano di grave errore e si richiede il ripristino o la riattribuzione dello ‘status’ di azienda sanitaria. E non sulla base di strategie partitiche, ma di reali scelte motivate dalla qualità e dalla funzionalità dell’ospedale, nel superiore interesse della comunità. (l.c.)

IL COMMENTO – FOTOGRAFIA DI UN ADDETTO AI LAVORI SUL PRONTO SOCCORSO DEL S. CORONA

. 160% è l’indice di occupazione dei posti letto della Medicina d’Urgenza, sezione del Pronto Soccorso, di Pietra Ligure. In pratica la MedIcina d’Urgenza ha 12 posti letto: 6 dedicati al ricovero di pazienti impegnativi e 6 dedicati a pazienti in Osservazione Breve Intensiva (OBI) ovvero in genere meno gravi. Occupando quasi tutti i letti con pazienti complessi si raggiunge l’occupazione di 160%.

. il colore dei codici individua la gravità dei pazienti e la priorità di accesso, ma non il tipo di lavoro e l’impegno di chi li affronta. Esempio: una crisi di asma può essere un codice giallo come un paziente investito da un’auto. L’iter clinico e diagnostico richiedono risorse notevolmente diverse.

. il numero degli accessi è uno degli indicatori di cui tener conto, ma di per se non individua la qualità degli stessi.

In sintesi: il Santa Corona ha una tradizione nella gestione di pazienti ad alta complessità e non deve essere misurato in base al numero degli accessi. Può essere paragonato a un centro specializzato. Esempio: a Milano esiste l’Istituto Tumori ed anche il Niguarda; nessuno valuta tali istituti in base al numero degli accessi o al codice colore degli stessi, se si ha un tumore si va dal prof. Veronesi, se si ha un politrauma si va al Niguarda. Né il prof. Veronesi, né al Niguarda mettono in discussione le rispettive competenze.

Al politico il peso di far capire che ognuno ha il suo compito, che non esiste concorrenza, che ognuno deve essere messo nelle condizioni di lavorare al meglio per il bene comune. Savona è un’ospedale cittadino.

 

 


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