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Processo Scajola, teste si suicida prima dell’udienza. Un giallo e quanto fango


Processo Claudio Scajola a Reggio Calabria, teste suicida prima dell’udienza. La Procura di Roma indaga sulla morte di Omar Pace, il tenente colonnello della Guardia di finanza che trovò l’archivio segreto dei coniugi Matacena e avrebbe dovuto testimoniare ‘contro’ l’ex ministro. Sulla cronaca locale, nel mondo di internet, la notizia è stata ripresa anche da AlassioFutura blog dell’ex consigliere comunale di Alassio (ex Forza Italia), Fabio Lucchini. 

Scajola, Matacena e la moglie

Non c’è pace e non c’è tregua. Continua l’assedio di titoli ed articoli che, in un modo o nell’altro, chiamano in causa l’ex sindaco DC di Imperia, ex ministro degli Interni e poi delle Attività Produttive sempre con i governi del presidente Berlusconi. E dire che Scajola continua a collezionare un’assoluzione dopo l’altra. I suoi ‘nemici’ e detrattori prima o dopo  lo capiranno ?  C’è il diritto – dovere di cronaca, e satira a parte, sempre benvenuta, alla fin fine si finisce per rendere un pessimo servizio alla società.  Mentre i sostenitori e i fans trovano conferma nelle loro convinzioni. Scajola senior avrà pur sbagliato, ma la lunga ed infinita crocefissione diventa un boomerang anche elettorale.

Reggio Calabria, 18:39 – 12 aprile 2016 (AGV NEWS)

Avrebbe dovuto deporre domani a Reggio Calabria al processo che vede imputato l’ex ministro Claudio Scajola, ma poco meno di 48 ore prima di quell’udienza ha scelto di togliersi la vita. Sono indagini a tutto campo quelle che la Mobile di Roma sta conducendo sul suicidio di Omar Pace, quarantasettenne tenente colonnello della Guardia di Finanza, in servizio al primo reparto della Direzione Investigativa Antimafia. Il suo corpo è stato trovato ieri mattina attorno alle 9.30 dal collega che con lui divideva l’alloggio di servizio. Pace si è ucciso con un unico colpo sparato con la pistola d’ordinanza, dopo aver lasciato dei messaggi d’addio ai familiari e ai colleghi che sono stati immediatamente sequestrati dalla Squadra Mobile di Roma, insieme al computer e ai device informatici. Parole che adesso verranno vagliate e riscontrate con attenzione da investigatori ed inquirenti, anche alla luce del delicatissimo ruolo che il finanziere ha rivestito nel corso della sua carriera.

Genio dell’informatica, primo del suo corso in accademia e dotato di un bagaglio culturale immenso, Pace viene ricordato dai colleghi come un investigatore attento e scrupoloso. Forse per questo, anche a lui è stato affidato il compito di perquisire l’abitazione della storica segretaria dei coniugi Matacena, Maria Grazia Fiordelisi. Proprio lì è stato trovato l’archivio segreto della coppia che ha fatto finire sul banco degli imputati l’ex ministro Claudio Scajola, con l’accusa di aver aiutato l’ex compagno di partito Amedeo Matacena a sfuggire a una condanna definitiva per mafia e a gestire il suo immenso patrimonio. Carte, archivi e file che proprio il tenente colonnello Pace ha trovato, catalogato e sequestrato, e sulle quali avrebbe dovuto riferire in aula. Ma quasi alla vigilia di quell’udienza ha deciso di togliersi la vita.

Stando alle prime indiscrezioni, il militare sarebbe stato messo a dura prova dalla perdita del padre e della sorella più giovane, morti entrambi di una grave malattia nel giro di pochi mesi. Ma le verifiche percorreranno anche la strada della manifesta insofferenza di Pace nei confronti delle nuove mansioni cui era stato destinato. Dopo anni di impegno sul fronte delle indagini giudiziarie, il tenente colonnello si era ritrovato improvvisamente ad occuparsi di misure di prevenzione. Un incarico così diverso da quello che per anni e con eccellenti risultati aveva svolto, da spingerlo addirittura – secondo alcune voci – a minacciare le dimissioni. Elementi che adesso saranno vagliati con attenzione da investigatori e inquirenti, determinati a capire cosa ci sia dietro il suicidio del testimone diretto di alcune delle più importanti indagini degli ultimi anni.

Alla Dia, fino ad alcuni mesi fa, Pace guidava l’ufficio che si occupava dell’analisi delle segnalazioni sospette, ma nell’ambito di una riorganizzazione interna, il direttore della Direzione investigativa Antimafia, Nunzio Ferla, aveva disposto una serie di trasferimenti di uomini e di funzioni, che avevano interessato anche il colonnello: il suo ufficio era stato spostato dal secondo al primo reparto e lui trasferito alla sezione Antiriciclaggio, un incarico che Pace non aveva “digerito”, tanto che aveva chiesto rapporto al comando generale della guardia di Finanza per presentare le dimissioni. L’ultima volta che si era affrontata la vicenda era stato venerdì scorso, quando in una riunione il direttore aveva riconfermato i trasferimenti.

 

 


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