Ad Ortovero, sabato 2 aprile alle ore 17.45, convegno è stato organizzato in collaborazione con Vite in Riviera, rete di imprese, l’Enoteca Regionale Ligure, la Coop Coltivatori Ingauni e dalla Costantino spa di cui è socio Roberto Sartori dell’omonima azienda vitivinicola di Leca d’Albenga. Tema dell’incontro l’agricoltura del prossimo futuro, un efficace uso delle risorse disponibili a partire dall’acqua. Una agricoltura sostenibile con sempre minore uso di prodotti derivati da chimica sintetica e metalli pesanti, che inaridiscono i terreni ed inquinano le falde acquifere.
A margine del convegno sarà anche presentato un nuovo prodotto Biostimolante a base di idrolizzati enzimatici di Fabacee chiamato AGRICOSTAN, prodotto dalla Costantino di Favria Canavese (www.acostantino.com), azienda che dal 1922 si occupa di biochimica e dalla fine degli anni 80 ha messo a punto questo particolare processo di IDROLISI ENZIMATICA. Il processo di idrolisi enzimatica,a partire da basi di proteine vegetali,produce un pool di aminoacidi, peptidi,che sono alla base di molteplici attività negli organismi vegetali. Gli aminoacidi ottenuti sono L(levogiri,gli unici esistenti in natura e quindi riconosciuti dagli organismi vegetali)ed hanno bassi pesi molecolari da 6000 DA a meno di 400 DA ,e quindi particolarmente bioattivi. La bioattività di questi aminoacidi è alla base di varie attività degli organismi vegetali,e funziona da stimolo di alcune funzioni e da ottimizzatore di altre.In particolare l’uso di Agricostan consente alla pianta di sviluppare e mantenere la vegetazione ed assolvere alle varie fasi fenolgiche gemmatura, fioritura, impollinazione, fruttificazione in modo più efficiente. E’provato, inoltre,c he la presenza di questi particolari amminoacidi migliora laresistenza a stress biotici ed abiotici.
Il prodotto Agricostan è stato oggetto di oltre 5 anni di prove seguiti dalle università di Verona, Bari e Debrecen in Ungheria. Le prove sono state condotte su piantagioni di vite, ulivo, castagno, mele, pere per le piante ad alto fusto; su peperoni, omodori e diversi tipi di ortaggi. Abbiamo anche avuto test su culture estensive di grano e mais. L’Università di Bari ha poi condotto studi su piante aromatiche ed ornamentali in vaso e su verdure coltivate per la GDO per la cosiddetta quarta gamma.
Intanto la Coldiretti denuncia che l’Italia ha perso il 15% delle campagne per effetto dell’abbandono, della cementificazione provocati da un modello di sviluppo sbagliato, che causa la scomparsa di 2,6 milioni di ettari di terra coltivata negli utlimi 20 anni, pari ad almeno 400 campi di calcio al giorno. Senza campagna muoiono anche le città. Agricoltura vuole dire cibo., ambiente e salute. Un prezzo etico e giusto per il grano, il latte, la frutta, la verdura. Il frutteto italiano, continua Coldiretti, si è ridotto di un terzo (- 33%) negli ultimi 15 anni, con la scomparsa di oltre 140 mila ettari di piante di mele, pere, pesche, albicocche, arance, mandarini, ciliegie ed altri frutti. Tutto questo accade anche nella prima pianura della Liguria, la piana di Albenga. E un colpo durissimo arriverà anche dal trasferimento a monte della ferrovia, mentre i piani regolatori ed i Puc non tutelano la sopravvivenza dell’agricoltura. Centinaia di terreni sono abbandonati proprio sulla litoranea tra Albenga e Ceriale, e lungo la prima fascia collinare. Aree produttive da secoli, da generazioni.