Ancora un lutto, il terzo in un anno, all’Anpi di Finale Ligure. Se n’è andato per sempre Mario Cocco, medico anestesista e rianimatore, già assessore e consigliere comunale socialista, presidente onorario della sezione Anpi e Avis provinciale. Lo piangono i figli Massimo e Maurizio, i cittadini che lo stimavano per rettitudine e coerenza, gli amici di una vita. Il funerale nella basilica di San Giovanni Battista in Finalmarina, martedì 26 alle ore 15. La camera ardente all’AVIS di cui fu benemerito presidente provinciale. La storia inoltre ricorda che Cocco mise a punto il motore della barca per far fuggire dai nazifascisti Sandro Pertini.
Nei mesi scorsi l’Anpi di Finale aveva onorato, il 16 febbraio 2015, il partigiano Pasquale Baldini (Scheggia), morto a 94 anni. Qualche giorno dopo lo seguì anche la moglie, Elvira Aicardi.
IL COMUNICATO STAMPA DIFFUSO DALL’ANPI DI FINALE LIGURE – Mario Cocco era nato a Savona il 24 apile 1924 da una famiglia modesta: suo padre era operaio al porto e, cosa di cui Mario era orgoglioso, aveva messo a punto il motore della barca per la fuga di Sandro Pertini dai fascisti. Nel 1934 la famiglia Cocco si trasferì a Finale. L’8 settembre 1943 Mario era militare ad Albenga e si trovò nello sbandamento generale dell’esercito italiano, lasciato senza ordini dal re in fuga. Mario restò 1 o 2 giorni in famiglia, poi pensò di rifugiarsi presso parenti della madre in un paesino della provincia di Parma da cui la madre proveniva. Ma anche qua non poté restare a lungo: per sfuggire ai rastrellamenti, si rifugiò a Bologna, dove visse un po’ di giorni da sbandato, finché, entrato in contatto con una staffetta, fu accompagnato a un distaccamento partigiano sull’Appennino tosco-emiliano.
Qua iniziò la sua vita da partigiano col soprannome di “Ligure” nella 36^ brigata Garibaldi (gruppo Bianconcini)e partecipò a scontri importanti contro i tedeschi come la battaglia di Puro Celo, nella quale persero la vita 57 partigiani. In uno di questi scontri fu ferito ( e della ferita conservò per il resto della vita una cicatrice al mento) e fu ricoverato all’Ospedale militare Sangallo di Firenze.
A fine guerra tornò a Finale con mezzi di fortuna il 26 maggio 1945. Si iscrisse subito alla sezione ANPI di Finale, nella quale fu sempre attivo e ricoprì cariche nel Direttivo e come presidente, fino alla proclamazione negli ultimi anni come presidente onorario.
Subito dopo la laurea in Medicina iniziò dal 1954 la sua collaborazione alla Sezione AVIS di Finale, nella quale fu attivo come medico e come dirigente (fino alla carica di Presidente Provinciale). Nell’AVIS volle praticare un volontariato puro, rifiutando qualsiasi compenso o rimborso e il suo esempio è tuttora seguito da tutti i medici, gli infermieri e gli altri volontari della sezione AVIS finalese. Anestesista presso l’Ospedale Ruffini, fu per molti anni medico di base a Finale, ma non si limitò alla cura delle malattie, bensì cercò di aiutare con consigli e atti concreti tutti coloro delle cui difficoltà venisse a conoscenza. Partecipò anche all’amministrazione della città come consigliere comunale e assessore socialista.