L’assemblea pubblica di sabato 21 sulle problematiche della chiesetta di San Michele ha avuto un esito positivo perchè costruttivo; questo il giudizio finale tra i partecipanti.
Dopo una breve introduzione del Sindaco Niccoli sul significato di questa riunione pubblica indetta dal Comune e dalla Fondazione Culturale Sant’ Antonio di Noli con lo scopo di fare il punto della situazione statica e prospettive/proposte, il primo cittadino ha espresso la sua soddisfazione per la folta partecipazione di pubblico che ha occupato per intero la sala consigliare. Ha quindi lasciato la parola al primo dei relatori, Don A.Giusto.
Il nostro Parroco ha ricordato la figura di San Michele nella storia della Chiesa; il secondo relatore, il Prof. M.L. Paggi (Presidente della Fondazione) ha ricostruito la storia di questa chiesetta sorta sulla collina omonima; il terzo relatore, l’Arch. G. Maina ha documentato con il suo personale servizio fotografico la situazione attuale, volendo significare l’estremo pericolo di crollo statico ; l’Arch. G. Bovio (consigliere della Fondazione), quale quarto relatore, ha preferito non drammatizzare sul pericolo di totale crollo pressochè immediato, limitando l’urgenza di intervento, con la ricerca di una pronta disponibilità finanziaria, al contenimento statico del campanile. Non volendo in alcun modo sottovalutare la problematica esistente ormai da troppo tempo, la professionista ha illustrato quello che dovrà essere l’iter progettuale da sottoporre alla Soprintendenza.
VOCE DAL SEN DEL PUBBLICO FUGGITA: “Purchè non si tratti di un’ulteriore volontà di “coevoluzione” (mai recepita da alcuno) simile a quella attuata in occasione della prescrizione, con tanto di squarcio nelle mura del castello, per l’autorizzazione a costruire l’ascensore in corten”. Questa “voce” ha inteso fare riferimento alla nota del Soprintendente Arch. A. Canziani in data 23/12/2014 con oggetto: “Castello di Noli – segnalazione” (allegato al No. 17 del 15/01/2015 di Trucioli.it “Noli squallida realtà: forte con i deboli e debole con i forti”); l’occasione pare oggi propizia per soddisfare l’auspicio di tutti a “…giungere ad ulteriori approfondimenti” sulla “coevoluzione” come sottoscritto dallo stesso Arch. Canziani.
L’ultimo intervento previsto per la relazione propedeutica al dibattito, è stato quello assai esaustivo della consigliera comunale con delega alla cultura Rag. P. Barisone, la quale ha portato a conoscenza di tutti i partecipanti lo stato di avanzamento delle procedure/iniziative intraprese da questa Amministrazione presso i vari enti preposti, allo scopo di ottenere fondi/contributi finanziari mirati.
PERCHE’ DI SOLDI “VERI – IMMEDIATI” BISOGNA PARLARE. Dal costruttivo dibattito di idee e proposte, il Sindaco ha evidenziato la primaria necessità di istituire un c.c. bancario dove fare confluire le risorse finanziarie volontarie necessarie all’intervento urgente per il consolidamento statico del campanile. In seconda battuta, istituire una commissione ristretta per valutare modalità/costi per la realizzazione del futuro progetto di restauro (speriamo) conservativo.
QUEL 139M – Alla base della collina di San Michele tanti anni fa transitava veloce un treno merci molto speciale. Si trattava del 139M (M=merci), con precedenza assoluta su qualsiasi
tipo di convoglio. Questo treno, composto da soli vagoni merci chiusi, partiva da Albenga con destinazione Milano per trasportare frutta e verdura fresca della piana ingauna. Non aveva orario preciso; transitava di solito attorno alle 19 alla velocità di 75 Km/h trainato dal locomotore all’uopo destinato, il mod. 333 (vedi foto). Questa locomotiva la ricordo con tanta nostalgia, anche perchè ho sempre nutrito particolare attrazione dalle sue anomale forme strutturali; in assenza di autostrada, il treno 139M era l’unico mezzo di trasporto più veloce per raggiungere i mercati ortofrutticoli del nord, e, cosa assai rimarchevole oggi, senza produrre inquinamento.
Un esemplare di questo tipo di locomotore previsto per il traino dei treni passeggeri così detti “accelerati”, è stato coinvolto nel deragliamento del locale Savona – Albenga all’uscita della galleria del Malpasso poco dopo le ore 20 a causa di una caduta massi. In quella brutta notte di pioggia invernale avevano perso la vita i due macchinisti, schiacciati nella stretta cabina di comando rivolta verso ponente.
P.s. La foto della sede ferroviaria (dismessa nel 1976), ricorda la struttura muraria di contenimento della collina costruita negli anni 1880. Da sempre abbellita e custodita con amore passionale floreale dal personale di stazione, questa foto ha da ritenersi un “cimelio” della Noli che fu. E qui è meglio fermarsi… in attesa di valutare l’imminente esito finale di questa brutta storia di degrado non solo paesaggistico, che determinerà il nuovo assetto di impatto visivo ambientale dell’area attraversata da VIA BELVEDERE (chissà perchè così intitolata…) con la sua suggestiva balconata vista mare.
LE GIARE DI NOLI – Tutto è nato da quell’ormai sempre più limitato orgoglio indigeno che dimostra di essere duro a morire. II prelievo di alcune giare effettuato l’estate scorsa da personale della Regione presso la sede della dismessa IAT, il locale di proprietà della Parrocchia di Noli, ha fatto si che l’opinione pubblica da subito si era attivata coinvolgendo il Parroco Don Giusto per confutare quest’atto, rivendicando il valore strettamente affettivo riservato alle stesse. Alcune, come poi appurato, di certa provenienza da cantine locali, erano state acquistate dalla Direzione dell’allora Azienda Autonoma di Soggiorno di Noli, Presidente T. Troya come decoro della sede in fase di allestimento. A questo punto il Sindaco, in accordo con il Parroco, ha inteso agire a nome della comunità, scrivendo alla Regione Liguria la seguente lettera con oggetto:
Giare nei locali ex IAT – Noli
Facciamo seguito alle comunicazioni intercorse con il Parroco di Noli, Mons. Andrea Giusto, per trasmetterVi copia della relazione consegnatami da alcuni volenterosi parrocchiani e concittadini (all. 1).
Dall’esame della documentazione contenuta nei diversi archivi storici e meno storici sopra riassunta e dalle testimonianze di tre delle dipendenti dell’Ente, è chiaro che l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo ha sempre operato a favore della comunità di Noli, come da suo compito istituzionale, per l’abbellimento e decoro urbano e per dare sempre nuova linfa a quel turismo così vitale per il paese stesso; ragion per cui oggi la Città di Noli ha motivo di ritenersi proprietaria delle giare, così come di tutti quei beni che l’Azienda ha acquistato per lei e per il suo lustro.
Peraltro, la Civica Amministrazione ha già reperito la giusta collocazione delle nove preziose giare, comprese le quattro già da Voi prelevate e delle quali richiediamo la pronta restituzione, nei prestigiosi luoghi simbolo della Città: Sala Consiliare della Casa Municipale, locali della Fondazione Culturale Sant’Antonio e Chiesa Romanica di San Paragorio.
Non è poi possibile tacere l’attaccamento della comunità nolese alla sua storia, e, nel caso specifico, alle giare “contese”, che ha fatto sì che venisse organizzata la raccolta firme che Vi trasmettiamo, che ha visto la sottoscrizione di 146 persone, oltre 44 aderenti via social network (all. 2).
Certi di una positiva definizione della questione, Vi porgiamo i nostri migliori saluti.
IL SINDACO
(Giuseppe Niccoli)
Carlo Cambetta