Non rubate la scena di domenica 11 ottobre. Dopo aver letto che – dopo gli articoli di trucioli del 18 settembre 2014 leggi… e del 25 settembre 2014 leggi…. seguiti da lungo letargo mediatico – è risorto dalle tenebre l’elicottero dell’Arma. Sono corso a Villanova d’Albenga come San Tommaso. In piazza ho scoperto le caldarroste made in Bardineto – Calizzano, poi piuttosto nascosti alveari e miele curativo- depurativo dell’aeroporto. Tutto provato da foto. E lunedì 12 sono andato in visibilio ascoltando a Rai 3 Regione della sera il simpaticone Gianfranco Sasso ‘volto amico’ (e occhiali) alla Al Capone. E’ l’uomo della Provvidenza di Angelo Vaccarezza al quale affidò la presidenza del rilancio ( garantito) del glorioso e sfortunato scalo. Abbandonato il progetto dei ‘pellegrinaggi domenicali’ al ‘papa day’, lanciati con vigore dai media nel 2014, ora finalmente ‘si accapigliano per comprare e privatizzare il gioiellino’. Novembre sarà il gioioso anticipo della gran sorpresa di Natale.
Belfagor, dominatore delle anime che affollano l’inferno; l’unico a non aver avuto dubbi. Quando lo Spirito Santo ha illuminato il presidente (allora della Provincia) a ‘sistemare’ con estremo sacrificio Gianfranchino Sasso, al ‘mitico Panero’, ho esclamato: questa volta facciamo centro ! Sasso – con la famiglia dell’olio imperiese nessuna parentela – l’uomo ideale al posto giusto. Ho visto giusto. Avessimo giocato tutti all’ Enalotto o al totocalcio vincita assicurata. Ricordo, come fosse ieri, il 21 maggio 1988, titolavano “ All’aeroporto di Villanova si torna a parlare ligure“. Il mio dialetto. Assessore ai Trasporti in Regione un grande, l’avvocato (compianto) Giampiero Mentil. C’era la Filse del presidente Angelo Sibilla. Allora, ve lo giuro, si faceva la corte alla Piaggio di Finale Ligure, ora vicinissima di casa al Panero, e alla Bastogi, persino all’azienda Fresia di Millesimo. Arrivò la doccia fredda con il ‘caso Mascheroni’, industriale milanese che operava per conto di una finanziaria, in contatti con un pubblico amministratore locale (amico mio). Tante stranezze e per fortuna che si sacrificò Eliliguria.
Belfagor ricorda, come fosse ieri, Ciro My, presidente di Explora Italia, all’inferno era di casa. I cinesi sbarcheranno all’aeroporto, annunciava La Stampa gaudente e sarà rilancio. Per un ‘re dell’inferno’ , invece, eravamo nel pieno dell’aeroporto delle nebbie. Avevo invitato l’inviato speciale di la Repubblica – Liguria, l’ottimo Massimo Calindri. Eccolo a tutta pagina: Albenga, dopo Scajola il deserto in pista. L’ultimo volo nazionale tre anni fa. E senza l’ex ministro il futuro fa ancora più paura. Non bastavano le sub concessioni alle compagnie private come K- Air (Alberto Barta responsabile marketing della compagnia degli amici Orsero) o Novaris. Anni e anni dell’inossidabile, ieratico, Piero Balestra, tra i recordmen aeroportuali. Sindaco, ancora sindaco, vice sindaco, sindaco, per volontà popolare; per dieci anni presidente della società mista del Panero company, Il sogno, allungare di 200 metri la pista e “l’arrivo dei charter sarebbe realtà“, parola di Piero, frequentatore del mio regno infernale, moglie eccellente coltivatrice di fiori ed erbe aromatiche. Lo ricordo, il Balestra vangelo: ” Certo, con Scajola nel governo sarebbe stato diverso“. Poi arrivò quel giornalistaccio che ora fa Piazza Pulita alla 7 ed ha combinato un bel casino. Tutti o quasi volevano quererale, smentire. Invece il diavolo l’aveva imbeccato bene. Io tifavo apertamente, sempre da diavolo, per il Gruppo Orsero (ci resta la sua campagna pubblicitaria alle tv nazionali…) che, leggete, “è destinato a rilevare il 51 % del pacchetto azionario fino a raggiungere il 75 %…”. Rivelava a Calindri, Mauro Zunino, il mite, se non è memoria storica lui e competitor di Balestra: ” La mia frustrazione ? In Costa Azzurra non sanno più come fare a rispondere alla domanda. E il primo aeroporto disponibile è proprio quello di Albenga. Potenzialmente questo è un tesoro, ma non sappiamo sfruttarlo. Dicono – pre/ammoniva Zunino, inascoltato da sempre – che dopo la fuoriuscita Scajola, perderemo anche l’elicottero della Protezione civile e magari resterà a terra pure quello dei carabinieri….“. Oh !!! Questo è un mago, non è solo un imprenditore o un ex sindaco troppo galantuomo, perciò fuori moda. Ci azzecca in pieno.
Cosa ne volete sapere voi del Panero, se si escludono Balestra e Zunino. C’era Belfagor a salutare, al suo arrivo in pista, re Baldovino e Valeria Marini. Oppure Bonolis, la Clerici, Costanzo, il giovane Vittorio Emanuele e consorte. C’ero io ad annunciare che gli agricoltori della piana avevano finalmente raccolto l’appello. I prodotti semilavorati avrebbero ripreso “a far girare l’aeroporto“. Parola di Aldo Alberto: “In Europa non sarebbe difficile convincere i consumatori ad acquistare un’insalata con carciofi di Albenga e cuori di bue. Siamo in grado di produrre ortaggi in modo naturale, senza l’uso della chimica e con in più il marchio d’origine. Prodotti in grado di vendersi da soli, un’ottima alternativa alle piante in vaso”. Mai profeta fu così profetico, gentile Alberto. Il problema, il nodo è che neppure nei negozi di Albenga è facile trovare prodotti nostrani o sul mercatino di Piazza del Popolo dove frutta e verdura sono più cari che in via Montenapoleone a Milano. Se non ci crede faccia un cenno e pubblichiamo le foto. In quanto ai carciofi di Albenga, velo pietoso. Sui mercati settimanali vanno a ruba quelli che arrivano dalla Sardegna, spacciati per locali. E se qualcuno osa chiamare i vigili, arrivano le botte subito. Provare per credere, parola di Belfagor che ha provato. In effetti grazie alla notizia di Luca R. sempre diligente e preciso, “Panero internazionale per i prodotti alimentari. Aeroporto autorizzato a sdoganare merce in arrivo da tutto il molo”, la soddisfazione è stata grande. (sic!). E che dire della ricetta a titoloni: “Orsero, ecco come rilanciare l’aeroporto. Giancarlo Grasso e Piero Balestra, grande risultato, ma occorre garantire la presenza pubblica nella società Ava”. Che bel tandem canterino!
Gentili diavolini, voglio farvi godere. E vai con La Stampa: “Da martedì la Diamond Wings anche a Villanova. Arotaxi con Roma e veicoli storici per la compagnia aerea irlandese”. L’unica notizia triste arriva da Fiorenzo Timori che si è dimesso dal Comitato per la difesa dell’aeroporto. Sentite cosa ha il coraggio di dichiarare: “L’Ava non è mai stata guidata da esperti nel settore aeronautico, tranne rarissime (superlativo ndr) eccezioni….La Provincia ha sempre dovuto ripianare le perdite con i soldi dei cittadini”. E Belfagor precisa, purchè non siano evasori fiscali. Le loro palanche non li vogliamo, è d’accordo l’impeccabile (non dai peccati veniali) Claudio, Sciaboletta, il reuccio imperiese. Nel 2013 c’era un imprendiutore tedesco, la sua offerta non fu presa in considerazione, rivela Timori. E chi ricorda la collaborazione avviata e troncata con un gruppo di operatori di Nizza e del suo aeroporto. Che fine hanno fatto ? Io chiederei la testimonianza dei coniugi Segre, albergatori riservati, peccato. Preferiscono, sopratutto Edmondo, il lavoro alle passerelle. Diciamola tutta, se l’aeroporto “detiene un’attività strategica per lo sviluppo economico del territorio provinciale ” bisognerebbe essere grati ad Angelo Vaccarezza che è passato al 42 % delle quote societarie della Provincia, a fronte di un 20,78 % del 2009. Soldi nostri. E, sempre il mio protetto Luca R. con lunga vista annunciava il 30 maggio 2014: “Aeroporto, ora il rilancio è questione di giorni. Niente più vincoli per atterrare e decollare, arriva la concessione ventennale”.
All’amico Gianfranco, detto (di) Sasso, riserviamo un ricordino finale. Il 16 aprile la gran cassa di “agricoltori e artigiani contro il neo presidente Sasso, contava solo conservargli la poltrona” dichiarazioni di Mirco Mastroianni e Gianni Carbone. E lui, sempre caustico e brillante: “ Prima di dare giudizi aspettino i risultati, chi critica farebbe bene a dire prima cosa ha fatto nella vita. Io sono dovuto scappare e andare a Torino perchè i comunisti mi costrinsero a cambiare aria. La mia vita da imprenditore è all’insegna del successo, da una società che falliva in tribunale l’ho rilanciata alla grande; a Imperia ho rilevato un cantiere navale senza fatturato ed è diventato uno dei primi in Liguria, che pagati stipendi a 40 – 50 dipendenti. Chiedete per favore il curriculum a chi mi critica”. Bomba di un Gianfranco, urlagli che sei stato l’unico a fare un regalino gradito a Claudio...imbarcazioni, loro non sarebbero capaci. E digli che tu non hai mai annunciato: ” I russi scoprono l’aeroporto…”. Oppure ” L’aeroporto fa gola ai cinesi...”. O anche “ L’aeroporto di Villanova diventa scalo low – cost, l’ambizioso progetto messo a punto dal commercialista ed imprenditore di scalate (alle montagne russe ndr) Luca Ramone di Imperia. Un nome. una garanzia, carta canta. E un buonanima di presidente Maurizio Maricone faceva sapere “Col trasferimento della Piaggio, ratificato l’accordo con gli scali di Nizza e Cannes”. Ma c’è un’immagine ed un titolo in vendita al migliore offerente: Marco Bertolotto primario ospedaliero e presidente di Provincia, insieme e uniteal prode italiano nazionale Bertolaso. Motivo ? “Il management Luftansa – Il Secolo XIX dixit – è interessato all’aeroporto di Villanova, abbiamo gettato basi importanti, sono fiducioso”.
E vennero gli anni del ribaltone voluto dal massone avvocato ed assessore provinciale ai Trasporti, Paolo Marson, fuori (finalmente) Balestra e Berta, entrano il nostro Maricone e Filippo Agazzi. Resta vice presidente un operatore commerciale di successo e fuochi d’artificio, ovunque vada, Franco Zino, capace di risanare pure i conti di Confesercenti Savona. Questi si, sono cittadini degni del mio inferno. Gli altri, sia chiaro, non li voglio. Perchè ? Semplice, pretendono a Villanova il modello Cannes. Siamo matti ! E fiat voluntas tua, guida unica per areoporto e Tpl, anni bellissimi, 2010. E neanche un giorno dopo, meravigliosi “Panero, nuova pista e low cost, piano industriale dello scalo di Villanova. ma servono 2 milioni e mezzo, arrivano dai mutui e dagli enti”. Infine ultimo annuncio berfagoriano” A Loano 2 è nato un comitato apolitico deciso a salvare e sviluppare l’aeroporto. Si parla di grandi nomi a cui affidare il compito: Orsero, Noberasco, Busin (pesca), Puricelli, Cappelluto, Giallombardo, Mamberto, Della Valle. Siamo seri, visto che alcuni sono imprenditori con la I maiuscuola. Eravamo a “Scherzi a parte…“.
Io intanto, con tutti gli abitanti del dorato inferno, assaporo il ‘miele’ dell’aeroporto, profumatissimo, dolcissimo, corroborante e rinfrescante, depurativo e nutritivo. Perchè lo nascondono? Non è uno scherzo, ho scoperto gli alveari. Protetti dalla base militare del nucleo elicotteri della Benemerita, in servizio permanente. Difendono pure gli alveari dall’assedio della nemica che distrugge le ‘api operaie’. Tra i consumatori fortunati e prediletti ci sono tanti Amici. Non posso proprio rivelarlo, lo impone la privacy. I dirigenti Piaggio possono stiano tranquilli, i loro ‘segreti’ non sono in pericolo. Le loro ‘amanti’ neppure, un paio ogni tanto le confesso. Non vogliono presentarsi al confessionale di don Giancarlo Aprosio, mio compagno di banco. Almeno lui benedica gli annunci, i loro sponsor sempiterni, gli indiavolati senza memoria. E’ la Bella Italia, anzi la Bella Villanova.
Belfagor