Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale non c’è pace per il ‘ ristorante dei leoni ‘: carabinieri, vigili, veterinario e…


Quando si dice nascere sotto ‘la buona o la cattiva stella’. A Ceriale c’è un esempio da narrare. Nell’immaginario collettivo, giovanissimi esclusi, è rimasto il ‘ristorante dei leoni‘. Un gestore li teneva davvero in un recinto, nel giardino prospiciente il locale, a cavallo anni ’70-’80. Nulla a che vedere con il proprietario dello stabile, una famiglia con origini a Peagna. Si sono succeduti nuovi gestori, una lunga chiusura. Negli ultimi tre anni c’era stato un avvio di clientela in crescendo. Le file di auto ai lati dell’Aurelia, di regione Muragne, si allungavano. Cliente attira cliente. Infine nuovo cambio di gestione e qualcosa è andato storto. E’ rimasto un cane lupo, abbandonato, senza acqua e cibo. Sta di fatto che in un paio di giorni si sono alternati, anche per problemi legali, guardie zoofile, carabinieri, vigili urbani, il veterinario Asl.

Il ristorante pizzeria di via Aurelia, alle Muragne di Ceriale, ora chiuo e al centro di un via vai delle forze dell’ordine e del veterinario per un cane lupo abbandonato

L’insegna esterna, nel tempo, ha cambiato nomi. Da un mese il ristorante – pizzeria Nord Sud che si trova sull’Aurelia al civico 269, lato mare, a un tiro di fucile dai confini con Albenga, ha chiuso i battenti. Difficoltà economiche dei gestori ? Problemi di affitto ? Un piccolo cartello sulla vetrata di ingresso recita: “Per eventuali comunicazioni di affitto o altro si vende o altra causa tel. avv. Adorno Carca n.0182 5063 2″. Le decalcomanie sulle vetrate ricordano specialità carne alla brace e pizze con forno a legna. Nelle immediate vicinanze ci sono le case, a uno o due edifici, di una piccola comunità i cui papà e nonni abitavano a Peagna. La seconda generazione, negli anni ’50, si era infatti trasferita alle Muragne. Famiglie che avevano fatto fortuna col sudore della fronte, con i risparmi, i sacrifici, le privazione, l’intraprendenza in qualche caso fuori dal comune. C’era Firmino Lico che arava i campi, gli uliveti a fasce, con due buoi  alterni ed era ammirato, invidiato, perchè con lui i ‘terreni a giornata‘ si riducevano a metà. Ovvero ciò che in passato era considerato una giornata di aratura, allora 5 mila lire, con la sua energia imponeva al bue una marcia più spedita. Li spremeva , insomma e non esisteva la protezione animali. Lico sapeva guadagnare tempo e denaro. Precursore dei trattori. C’era Giuseppin Costa ( Merlettu) antesignano dei grossisti di frutta a verdura, dalla piana di Albenga – Ceriale al basso Piemonte (il mercato ortofrutticolo di Alessandra). Levataccia prima dell’alba, ritorno nella tarda mattinata; senza orari, riposi e tanto meno ferie, qualche ora libera nei giorni festivi. Una grande risorsa per i produttori locali di ortofrutta e pagava subito. C’erano Nicola (Niculin) Durante, Pietro Nattero (Pedrinin): calli alle mani, la zappa, le prime serre, le primizie nutrite di letame dei pastori e quando erano davvero tali, valorizzate nel Nord Italia, nel centro e Nord Europa. Hanno messo insieme una discreta fortuna, senza esibizioni,  all’insegna della parsimonia. Qualcuno ha investito acquistando immobili ad Albenga, la casa in montagna, a Monesi.

Per decenni, i peagnoli delle Muragne, sono state le famiglie più in vista e finite nel calderone, a nostro avviso, vergognoso dei ‘senza memoria’ da parte della blasonata Associazione Amici di Peagna. La ‘gente di Peagna‘, quelli del 19° secolo, che hanno contribuito a creare il ‘borgo’ dei nostri giorni, meritava di essere ricordata, quantomeno una per una le famiglie che l’hanno abitata: quelle agiate con stanze e cucine dotate di pavimento e servizio igienico (l’acqua no, c’era la fontana fino a metà degli anni ’50), e chi viveva in locali – stalla, con conigli e galline. Chi ospitava i viandanti veneti, emiliani, trentini, alla ricerca di un piatto di minestra, un tozzo di pane del forno a legna, un bicchiere di vino, un giaciglio nella stalla con le mucche. Non mancano figure particolari. Era di Peagna (Modesto Costa) il primo comandante dei vigili urbani di Borghetto S. Spirito. Nella storia di Peagna anche un parroco, don Pietro Menini, canonico della cattedrale di Albenga. Nella cronaca di due secoli, un solo arresto ad opera dei carabinieri. Per un futile litigio il titolare ( u Tanaca ) dell’allora rivendita di sali e tabacchi, alla quale si accedeva lungo una scala affacciata sulla conigliera, finì di scontare la pena in carcere per lesioni gravi (inizialmente tentato omicidio) ai danni della cognata dello stesso sacerdote.

L’epopea di Peagna 2015 parla di figli,  figlie, nipoti all’onore del mondo, possono essere solo orgogliosi. Semmai hanno peccato: ‘essere  dei senza voce’, impotenti di fronte al tombale silenzio della storia dei loro cari, degli avi. Salvo miracoli del dr. Stefano Roascio, mite presidente dell’Associazione Culturale che ha sede a Casa Girardenghi. Un brillante studioso, dipendente della Soprintendenza di Genova, origini a Bardineto, famiglia emigrata a Borghetto dove Roascio si è candidato, senza fortuna, nella sinistra. Da qualche tempo, come scritto da trucioli.it, stanno salendo le sue quotazioni alla candidatura di sindaco, con sponsorizzazione di un paio di importanti imprenditori di Ceriale, ad iniziare dai Murialdo e soci. Una base solida, a quanto pare.

Il cartello affisso sulla porta di ingresso per eventuali comunicazioni: rivolgersi all’avvocato

E’ in questo scenario che si sviluppa la vicenda di un ristorante pizzeria, mai gestito dalla famiglia e dagli eredi di Pedrinin Nattero, persona fiera e rigorosa, cattolicissimo praticante. Si tratta del secondo esercizio pubblico sorto alle Muragne di Ceriale, dopo la trattoria ‘storica’ La cameriera che si trovava nell’immobile che si affaccia sulla rotonda dell’Aurelia, all’incrocio attiguo al centro commerciale Lidl e all’edificio dei Ravera per anni altro sombolo dell’operosità e dell’ingegno  nel campo artigianale di materiali in cemento.  Chilometri e chilometri di tubature della provincia, dell’imperiese, e non solo, sono stati realizzati in quei locali via via rinnovati. Con un finale che padre e figlio senior non avrebbero mai voluto vedere.

LA PIZZERIA DI NAPOLETANI COL VENTO IN POPPA

Il cartello di sorveglianza per scoraggiare malpensanti e malfattori

Chi poco più di due anni fa ha avuto modo di trascorrere una serata nel ristorante finito nel clamore della chiusura, ricorda una famiglia giovane, origine napoletana, che diceva di gestire, con parenti, un secondo locale nella zona di ponente di Loano. Parlavano con entusiasmo della loro scelta- scommessa, dei fratelli proprietari dei muri Angelo, funzionario di banca e Sergio, vigile urbano in pensione. Citavano persino l’onestà dell’affitto mensile – 1.500 € – tenuto conto dell’ampiezza della sala, cucina, servizi e del sovrastante alloggio. Col passare dei mesi avevano innestato la ‘quinta’ si suol dire, un posto di passaggio,  il ritorno della clientela. Il gestore parlava senza imbarazzo del ‘quieto vivere’ con il sempre fiorente mercato delle ‘belle di notte‘. “Siamo stati chiari sin da subito – ricordava l’esercente – , vivi e lascia vivere, perciò niente soste di mestiere nei pressi dell’esercizio”. In effetti è andata avanti così per un bel po’ di tempo, poi le donnine hanno iniziato ad avvicinarsi, a frequentare, a varcare la soglia.  Qui si notavano spesso i camioncini degli ambulanti melonari del Sud che si diramano per lavoro lungo la riviera. Non saranno certamente queste le cause dell’inizio della retromarcia.

Quindil’inatteso cambio di gestione, più o meno negli stessi periodi in cui gettavano la spugna i gestori di un terzo ristorante puro (Si chiamava in origine Cucina Povera, ebbe con la prima gestione i suoi momenti di buon lavoro, di gloria, quindi il calo vistoso, fino alla cessione). Con le nuove insegne e tanto di tatzebao all’esterno, si proponevano di richiamare clienti. Dal lunedì al sabato pranzo di lavoro, inizialmente a 12 €, quindi a 9,90…La sorte è stata la chiusura. Sabati sera e domenica menù a scelta. Tutto inutile.

La pace diurna degli abitanti che si affacciano nella zona dell’Aurelia è stata attirata, nei giorni scorsi, dalla ripetuta presenza di pattuglie dell’Arma, dei vigili urbani di Ceriale, della guardie zoofile, del veterinario Asl. E’ tornata la calma e l’istruttivo foglio  in bella vista sulla porta, col recapito di un  legale, fa capire quale sia stato l’epilogo. Speriamo non sia come quel detto “Avanti il prossimo…”. Di certo sta bene il cane lupo, adottato dai Nattero.

LE MURAGNE DOVE DOVEVA ARRIVARE McDonald’s

Pochi mesi prima aveva chiuso un ristorante – osteria sorta col curioso nome di “Cucina povera”, si trova sull’Aurelia di ponente

 

Le Muragne sfortunate ? Diciamo che non si sono sottratte alla sorte riservata al capoluogo.  Per fortuna a tenere vivo il quartiere ci sono i supermercati LiDL e Famila, la concessionaria Ferrari e Maserati della Liguria e un nuovissimo immobile realizzato con stile innovativo da due imprenditori di Albenga e Pieve di Teco. In passato si era parlato dell’arrivo del colosso americano  McDonald’s : 9500 dipendenti in Italia.  Di recente ha aperto a Sanremo. Il proprietario dell’area, cerialese, aveva un progetto ed una bozza di accordo (solo voci?) per l’insediamento della nota catena di fast food, ma l’amministrazione comunale, sulla base del piano urbanistico e commerciale, avrebbe risposto picche. Un’occasione persa quale richiamo, posti di lavoro, soprattutto per il mondo dei giovani e della notte ? Il decano dei pubblici amministratori, in servizio attivo da 42anni, Ennio Fazio, oggi sindaco al secondo mandato popolare, aveva annunciato che Ceriale sarà rilanciata da una discoteca annessa al nuovo porticciolo turistico.  Nel frattempo ha chiuso per sempre il benemerito e mitico cantiere navale Sciallino, zona a mare di ponente, preceduto da un altra storica presenza ‘marinara’, il cantiere Patrone, in centro città, sul lungomare, da anni nel degrado e nell’abbandono. Verrà raso al suo, con molti interrogativi, come abbiamo pubblicato ed ha sostenuto l’unico dissidente della maggioranza, Simone Fresia, ingegnere, figlio di Giuseppe, imprenditore edile di successo. Il capostipite, Angelo, nativo di Pornassio, gavetta da ‘boccia’, poi muratore e artigiano, aveva sposato la primogenita di un’onesta famiglia di agricoltori di Peagna, con terreni alle Muragne e dintorni.

Da ultimo c’è chi è già pronto a scommettere: la maggioranza della società civile degli elettori pare non abbia dubbi, annunciano le sirene della destra conservatrice e agricola. Fazio resta oggi e domani l’uomo forte.  Al processo della T 1 – Nucera si profila un’assoluzione e comunque, in caso di condanna, sarà da pena mite, non infangante per il primo cittadino. Il merito politico del floricoltore ? L’esperienza e aver tenuto i cocci di giunta e maggioranza. La defezione di Fresia è stata una sorte di prova generale, Fazio ha avuto la forza di isolare, emarginare.  E’ stato solo il sindaco a trattare vis a vis le questioni più delicate: progetto Murialdo – Delle Piane  del porto turistico, progetto Patrone. Alla luce dei risultati obiettivi, oggettivi e soggettivi,  tanti applausi. Senza dimenticare il sostegno blindato del pacifista Piero Revetria. La ‘fratellanza’ di Marinella Fasano, del granitico pendolare vice sindaco del sociale. Una band unita e vittoriosa, in barba ai dissidenti, ai grillisti, ai forconisti di ogni risma, agli altoparlanti della legalità. Hic manebimus optime.

L. Cor.

Nel cuore antico di Ceriale, all’ombra dello storico Torrione, affacciato sulla strada del lungomare, ha aperto nel 2015 un nuovo bar, apprezzato dai turisti e dai clienti

L.Corrado

L.Corrado

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