Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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‘Ndragheta vota ad Albenga dagli anni ’80 ?
I ‘giustizieri’ del 2015


Poveri cronisti di provincia, non si erano accorti che ad Albenga la ‘ndragheta vota (per altri iniziò a comandare) dagli anni ’80. Alcuni cronisti sono viventi. Chi scrive è pensionato rottamato. Stefano Pezzini ora a La Stampa di Torino, in precedenza il compianto Beppe Morchio (La Stampa), Alberto Pizzorno e Marcello Zinola ( pensionati del Secolo XIX), free lance deceduti Romano Strizioli, Ernani Iezzi.  Non si resero conto di radicate penetrazioni malavitose in Comune e nei partiti ingauni. Non emerse neppure dal maxi dossier del ten. col. Nicolò Bozzo. Certo tante criticità. Ma l’ultima tesi è che la mafia tramava e comanda.  (Leggi gli articoli di NiNiN…. nuova informazione indipendente.)

Fabrizio Accame, da sn, seduto, all’epoca delle comunali 2010, con il candidato sindaco Antonello Tabbò e il sindaco di Torino, Chiamparino, ora presidente della Regione Piemonte

Non resta all’umile cronista che ha coltivato l’hobby ( forse assai praticato da tanti altri) di corredare il lavoro informativo con ritagli stampa, materiale utile alla ricostruzione storica di fatti e personaggi per quanto possibile. Ciò che, per testimonianza,  colpito di più al termine della vita professionale attiva è aver contribuito a sbattere ‘tizio e caio’ alla ‘gogna mediatica’ e col tempo scoprire, magari con stupore, assoluzioni piene in primo grado di giudizio, in appello, in Cassazione.  Persino danni pagati dal Comune di Albenga (dunque collettività) dopo che l’arrestato e plurinquisito sindaco  Angelo Viveri venne assolto, scagionato con un paio di reati prescritti.

E’ pur vero che la frenesia degli eventi che si accavallano sforna nuove notizie, inchieste, indagini, polemiche contradditorie, veleni. Titoli di scandali veri o presunti hanno l’effetto della lavatrice, o se volete tritatutto. Resta il fatto, forse sottovalutato, che chi subisce – compresi famiglia, figli,  genitori,  nonni, amici, l’ambiente della scuola –  si porta dietro un trauma psichico; difficile il colpo di spugna dell’oblio. Altrettanto pacifico che questa terra ligure non vive avulsa da tante realtà di illegalità più o meno diffusa che affliggono il Bel Paese, ad iniziare dalle regioni del Sud.C’è chi si ostina a ripetere che siano sotto il ferreo controllo mafioso, elevato a potere, connivenza, da colletti bianchi, mentre il lavoro sporco è affidato alla manovalanza che uccide, spara, ricatta, sconta anni di carcere, provvede alle spese legali, aiuta i congiunti dei detenuti.

Ecco perché è utile leggere quanto scrivono altri cronisti tenaci, coraggiosi, indomabili di questa Liguria su ciò che sarebbe accaduto negli anni nella piana ingauna e in tempi più recenti. Loro danno per scontato ciò che a colleghi era sfuggito ? Tutti cronisti in buona fede, manco a dirlo.

Difficile immaginare che personaggi ‘storici’, passati alla ‘memoria’ come l’avvocato Donato Cangiano, il collega Filippo Basso, altri in vita: Mauro Zunino, Antonello Tabbò fossero condizionati dalla ‘mala’ nella loro attività politica ed amministrativa.  Difficile, dimenticare che l’avvocato Donato Cangiano, papà dell’attuale sindaco Giorgio, in tempi difficili (oggi  il clima  si ripete con gli extracomunitari), dichiarasse, documenta l’articolo de La Stampa che riproduciamo (a firma di Beppe Morchio albenganese doc): ” Il partito comunista inaguno è l’unico che ha veramente valorizzato gli immigrati meridionali e che ha mantenuto la promessa….”.  E ancora Cangiano, dieci anni dopo, il occasione dell’infortunio giudiziario dell’allora esordiente avvocato Franco Vazio (ora additato dai suoi denigratori, tra i compagni e politici più discussi, con seggio in Parlamento, il secondo nella storia cittadina, dopo Bartolomeo Bolla, agricoltore Dc), dichiarò a chi scrive queste note (vedi articolo del Secolo XIX) : “….Soddisfazione per la completa innocenza di Vazio per un reato infamante. Mi auguro che questo penoso precedente induca ad una maggiore prudenza chi ha il potere di togliere la libertà agli altri”. Il penalista, principe del foro ponentino, era solito ‘pesare le parole’ sia da pubblico amministratore, sia nelle dichiarazioni stampa.

Qualche anno dopo, sempre ad Albenga, fece scalpore la vicenda che coinvolse il possidente Bruno Patriarca, tra l’altro proprietario dell’immobile che ospitava il comando compagnia dell’Arma nel quartiere di via Dalmazia, a seguito del trasferimento da viale Martiri della Libertà.  Patriarca, titolare di un’agenzia finanziaria, assolto in appello con un carabiniere.

Nella recente inchiesta culminata con arresti per usura, grave piaga mai debellata ( ogni località, ricordano le memorie storiche, ha avuto i suoi usurai ‘intoccabili’ e benestanti ), è finito quale indagato l’albenganese  Fabrizio Accame, volto noto  quando la frazione Campochiesa si mobilitava contro gli omicidi (due cadaveri scoperti nella campagna), contro le scorribande e l’imperversare di extracomunitari. Qualcuno arrivò a divulgare un volantino a firma di un fantomatico Comitato per la legalità e contro i soprusi. Stranamente veniva preso di mira pure un magistrato, Filippo Maffeo, che primo in Italia osò perquisire sedi ‘mascherate’ di logge massoniche, mobilitando la squadra mobile della Questura di Savona. Di chi era la ‘manina’ e la mente del j’accuse? Non si è scoperto.

Fabrizio Accame  ha saputo conquistarsi la stima di oltre un centinaio di elettori nelle due consultazione elettorali per le comunali,  in lista con l’Ulivo prima ed il Pd dopo. Primo dei non eletti.

Sfogliando a sommi capi l’archivio – Albenga dei due maggiori quotidiani, in parte di la Repubblica, si scoprono servizi ed approfondimenti pure di ‘inviati speciali‘. Pagine in cui fanno capolino personaggi che hanno occupato spesso le cronache di malapolitica e malaffare. Chi non ricorda la ‘vicenda Furfaro – Fameli‘, champagne e night in occasione di una tormentata seduta consiliare. Come si concluse  l’inchiesta sul fronte giudiziario ? Non erano neppure i tempi che il giornalista portava notizie al ‘capo’, ma subiva frustrazioni che portano ad autocensurarsi. Tanto di cappello a quei direttori, capi redattori, capi redazione e così via, che  rispettano il ‘codice’: quando c’è una notizia va raccontata senza omissioni. Pensate a quando coinvolge, se accade, il famigliare di un collega. Difficile mettersi nei panni di ‘frate indovino’.

Che dire dell’irruzione, in crescendo, delle cronache che hanno interessato l’architetto Andrea Nucera, da 3 anni latitante a Dubai ?  Furono Angelo Fresia, Luca Rebagliati e Stefano Pezzini a raccontare l’imprenditore di Ceriale, con uffici ad Albenga, quando esplose la sortita dell’ex sindaco di Borghetto S. Spirito, arch. Pierluigi Bovio, già Pci, che da presidente della Commissione edilizia comunale di Albenga, presentò ricorso al TAR per un cantiere di Nucera in Regione Vadino. Quel Nucera che diventerà unico partecipante all’asta milionaria dell’immobile del vecchio ospedale (progetto di un hotel a 4 stelle, alloggi, uffici). Nucera che di fatto aveva realizzato il nuovo nosocomio, finanziato anche con la vendita di terreni (a quali prezzi ?) di proprietà comunale e frutto di lasciti di benefattori. Nucera che entrerà in società con Arte (ex Iacp) dove sedeva, direttore e manager, l’ex sindaco del Psi (oggi Pd) Mauro Testa.  Nucera messo ko dallo storiaccia della T 1 a Ceriale – basti pensare ai piccoli creditori privati beffati, aglki acquirenti –  in attesa di epilogo.  Terremoto senza precedenti, per le sue dimensioni, nel savonese. Nucera con interessi immobiliari  in diverse località della provincia, Valbormida inclusa. Ha accusato i suoi accusatori: ha scritto al presidente della Repubblica e al Consiglio Superiore della Magistratura.  Ha scelto la fuga dorata (?) piuttosto che vuotare il sacco, rischiare anni di galera . Il nome  Nucera mai emerso nell’interesse per Pompe Funebri nel pietrese e a S. Corona. Persino una originaria accusa di concorso in bancarotta fraudolenta (la prima in ordine di tempo) nella società che gestiva  la discoteca Moghi, dichiarata fallita il 10 novembre 2000. Il locale era sulla cresta dell’onda, ma emerse che  tutti i cespiti patrimoniali furono trasferiti alla Prima Srl per un importo irrisorio, con depauperamento della Moghi srl in bancarotta.

Per Albenga story l’arresto di un big in Comune, l’arch. Daniele Capello , già sindaco di Ortovero, per la vicenda delle asserite false fidejussioni edificatorie col Comune, conclusa, pare, con assoluzioni e patteggiamenti.

L’8 novembre 2008 il diligente e sferzante corrispondente Luca Rebagliati, definiva Fabrizio Accame –  in predicato a succedere a Capello, sospeso dal prefetto, poi reintegrato -, una ‘mina vagante‘, stando a certe prese di posizione.

Il presunto boss Carmelo Gullace , rinchiuso da una settimana nel carcere di Sanremo, fece il suo ingresso nella cronaca di Albenga quando fu arrestato il poliziotto Davide Delogu (luglio 2010). Titoli di giornali: ” Delogu sospettato di legami coi boiss. Contatti con Carmelo Gullace”, arrestato più volte nel savonese e in Calabria terra di origine.  Nell’ordinanza firmata dal Gip, Emilio Fois, lo stesso giudice dell’ultimo provvedimento di arresti per usura di Gullace e C., veniva citato l’avvocato della Fiamma Tricolore, Antonio Nocito che replicò “Ma io chiedo voti a tutti, non c’è nulla di male”. Era candidato nel centro destra, nel collegio di Borghetto S. Spirito, alle provinciali 2009, con una lista di sostegno  al presidente Angelo Vaccarezza, politico e imbattibile personaggio mediatico soprattutto  attraverso le pagine del Secolo XIX, Imperia Tv e Ivg.it.

Delogu si dimise dalla polizia. Utile verificare come andò a finire. Anzi dovrebbe essere una regola, rispettarla è di fatto impossibile a meno che ogni volta non si attivino pure gli interessati al processo, all’inchiesta, all’epilogo finale. Basti pensare all’ottobre 2011 con i titoloni riservati alla discarica di inerti a Morteo, sempre a Campochiesa, e al progetto della Scamoter dei Fazzari – Gullace, con l’intervento della Casa della Legalità di Genova e Christian Abbondanza. Con il consigliere di opposizione Alberto Passino, che si scagliava contro il sindaco Rosy Guarnieri che passò al contrattacco puntando il dito contro la giunta precedente guidata dall’avvocato Tabbò, apprezzato per essere un galantuomo. Albenga, dove inizia e termina la punta dell’iceberg ? L’Associazione ‘Libera‘ (don Ciotti) ha sollecitato il sindaco Cangiano, per il duo Gullace – Accame, a prendere una posizione chiara e definita che sgombri il campo da equivoci, aiuti la comunità a capire limpidamente la posizione della giunta. Il sindaco ha risposto: “...Accame non era che uno dei molti candidati delle liste che mi hanno sostenuto e si trattava di persona che non aveva mai avuto guai con la giustizia”.

(L.Cor.)

LA LISTA DEL PD ALLE COMUNALI 2010 E LE PREFERENZE

QUANDO L’AVVOCATO FRANCO VAZIO VENNE ARRESTATO E SUBITO SCAGIONATO

DOPO LO SCANDALO TEARDO ALBENGA ALLE URNE CON PERSONAGGI QUALI DONATO CANGIANO, FILIPPO BASSO, GIOVANNI ISOLERI

 

VOLANTINO (ANNI ’90) CHE ANNUNCIAVA UN COMITATO PER LA LEGALITA’ E CONTRO I SOPRUSI A CAMPOCHIESA

 


L.Corrado

L.Corrado

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