Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Monesi è rinata, ma ecco il volto 2015 Riviera di Ponente col nuovo portale turistico della Liguria tra mare, valli, Alpi, arte e sapori


L’agenzia di promozione turistica in Liguria ha presentato il nuovo portale internet turismoinliguria.it.  Con sezione dedicata alla Riviera di Ponente, da Varazze a Ventimiglia: la Riviera del Beigua, Savona e dintorni, il Golfo dell’isola, Finale e dintorni, Loano e… , Alassio e Albenga, Andora abbinata al Golfo Dianese,  Imperia, le Valli dell’Olio, Alpi Liguri, Sanremo e … Poi sezione mare e sapori, cultura, consigli, vacanza attiva e persino offerte alloggi. Primo banco di prova l’Expo di Milano. Un sito fruibile anche da smartphone o tablet, qualche sorpresa. L’ex ‘piccola Svizzera’ (Monesi) viene curiosamente descritta ‘in piena ripresa’, mentre ad Alassio irrompe un tratto di litorale di scogli, sullo sfondo il promontorio di S. Croce scampato agli scempi.  (Vedi  il portale della Regione Liguria sul ponente….)

La giornalista genovese Emanuela Mortari di ‘BJ Liguria’ ha fatto un test da turisti ‘ molto informati ‘.  Trova  interessanti e ricche  di spunti  le varie sezioni, precedute da mare, sapori, vacanza attiva, cultura. Muove alcune osservazioni. La sezione Golf four season (per il ponente Garlenda e Sanremo) è priva  di link per ciascuna delle strutture.  Si ripete per il pescaturismo, le imbarcazioni fruibili non sono raggiungibili con il sito.  Quando si clicca  ‘Trova il tuo alloggio in Liguria ‘ non si superano le 9 unità. Può accadere  che inserendo l’hashtag #Liguria su foto si possano leggere le designazioni arbitrali dell’Aia di Albenga.

Lo sforzo è di offrire una Liguria che, per colpa dell’uomo, in parte non c’è più. E’ la ‘Liguria che vorrei’  in tema ambientale, radici e tradizioni che risentono del terzo secolo con mutamenti generazionali. Le conseguenze dello ‘ sterco del diavolo‘, così definisce la corsa e la cultura del denaro papa Francesco. Come è irrecuperabile lo sconvolgimento di antiche peculiarità, basti pensare a cosa rappresentava la ‘spiaggia dei pescatori’ di Noli, di Loano, di Ceriale, il richiamo turistico di antichi mestieri in riva al mare. La frenesia della ‘vita moderna’ ha spinto a cambiamenti che hanno finito in molti casi per degradare, retrocedere il fascino del litorale, degli aranceti, dei frutteti, della prima collina. Senza dimenticare le spiagge estive trasformate in estese e poco estetiche gabinopoli, nonostante lo sforzo dei bagni marini di abbellire e delle imponenti passeggiate a mare rialzate. Ci sono in molte città –  la distesa di sabbia sulla spiaggia di Alassio, d’inverno liberata dalla gabine – che non ha pari nel mondo delle vacanze, sostiene un ex touroperator di Albenga, Gianpaolo Lengueglia, che nella vita ha girato i quattro continenti e resta scapolo d’oro della dolce vita nella scenario della Biaia vissuta con passeggiate solitarie mattutine..

Una nota dolente coinvolge il fronte della ricettività alberghiera tradizionale (non parliamo di residence). Non solo sul fronte di un rinnovamento spesso parziale, rinviato perchè il ‘prodotto non garantisce più una rendita minima rispetto all’investimento‘, perchè  si è reso necessario ridurre drasticamente i giorni di apertura annuale causa basso indice di occupazione delle camere e costi crescenti. Un altro dato significativo. Nel novembre 2014 La Stampa, a firma di Maurizio Fico, titolava “Metà degli alberghi liguri non offre il Wi-Fi gratuito. Risultati di un’indagine del portale Hrs dedicato ai viaggi d’affari”. Sono 1600 gli hotel da Ventimiglia a La Spezia, il 56,4% offre il servizio internet gratuito, contro l’85% di Svezia, l’84,8% in Turchia, l’80 % in Olanda, ultimo il Portagallo con il 46,7%.

Si cerca di sfruttare, a fini promozionali, le tradizioni,  la ‘cucina del territorio‘. Parliamo della montagna ponentina. Il richiamo alla ‘transumanza’ che ha per capitale Mendatica dove dalla maggioranza di famiglie dedite alla pastorizia nel dopoguerra e fino ai primi anni ’70, si è passati ad un’unica famiglia. E’ un’ex dipendente della Provincia di Savona, Simona Pastorelli, mamma di tre figli, nella veste attiva di pastorella, dedita alla cura di mucche, pecore, capre, maiali, cavalli, formaggio di montagna vera e salumi casalinghi, persino un gelato al latte. Titolare dell’agriturismo Il Castagno, inaugurato dal compianto papà e dalla moglie Tersilia Pelassa, ultima cuoca tuttofare delle generazioni della terza età dietro i fornelli. A dar man forte alla figlia.

DAL SITO DELLA REGIONE: 

MONESI, SCIARE VISTA MARE

Monesi è la Liguria che non ti aspetti, dove è possibile sciare con lo sguardo verso il mare

Per tanti Liguri, Monesi è la “neve”. A 1376 metri sul livello del mare, alle pendici del monte Saccarello, che con i suoi 2201mt. è il monte più alto della Liguria, questa località nasce negli anni ’50 e veniva chiamata “piccola Svizzera”. Oggi Monesi è rinata trovando la sua giusta dimensione, adatta alle famiglie e agli amanti del fuori pista. Una confortevole seggiovia biposto, piste curate, prezzi contenuti e quell’atmosfera da piccola stazione sciistica che ti fa sentire a casa, l’ideale per le famiglie.

Pochi impianti, piste su fondo naturale, tanto terreno vergine dove disegnare la propria traccia: Monesi è il regno dei free rider. A pochi chilometri dalla costa ligure, immersa in un ambiente ancora integro, vi sorprenderà. Vale davvero la pena salire fino a Monesi anche in primavera e in estate, perché il paesaggio e l’ambiente naturale sono di una bellezza unica, e si possono compiere molte escursioni lungo l’Alta Via dei Monti Liguri.

Tanti e spettacolari sono i sentieri percorribili a piedi e in mountain bike lungo i crinali del monte Saccarello, strategicamente situato tra Francia, Liguria e Piemonte. Partendo da qui ci si può recare nella Valle delle Meraviglie, Arroscia e Argentina. Lungo la Val Tanarello si può anche andare a cavallo e, per i più coraggiosi, fare rafting in alcuni punti del torrente Arroscia o lanciarsi con il parapendio dalle parti di San Bernardo di Mendatica. Da segnalare il rifugio Sanremo, a 2078 metri sul mare, sul versante orientale del Saccarello.

MENDATICA, LA MONTAGNA IN LIGURIA

Relax, piatti tipici della Cucina bianca e tanta natura: per dimenticare lo stress della città e immergervi in antiche tradizioni ancora vive

Tradizioni millenarie ancora vive e sentite, vallate di montagna, una gastronomia gustosissima chiamata Cucina Bianca e aria pulita. Se pensate che la Liguria sia solo mare e spiagge, ecco un paese nell’estremo ponente che vi farà ricredere. Mendatica, nell’alta valle Arroscia, è un tipico paese montano immerso nel verde, dove è ancora molto sentita la tradizione della transumanza e dove potrete gustare piatti molto particolari della cucina bianca soprattutto in occasione della Festa di fine agosto.

In queste zone lontane e isolate, la secolare transumanza agricola e pastorale ha unito le popolazioni della montagna ligure, del cuneese e delle valli occitane. Percorsi antichi, creati nei secoli da greggi e mandrie che salivano stagionalmente verso le malghe e gli alpeggi in quota. In queste zone l’antica usanza è ancora molto sentita e a fine settembre viene rievocata con una grande festa lunga tre giorni. Balli occitani, mercatini con prodotti gastronomici e artigianali e incontri educativi con i più giovani.

II paese si trova ai piedi del Monte Frontè, immerso nel verde a 782 m di altitudine. Tranquillità, natura, aria salubre e tanta acqua, famosa per la sua purezza (Mendatica significa appunto “manda-acqua”). Le caratteristiche fontane in pietra scolpita che si trovano in tutto il centro storico testimoniano ancora questa ricchezza. Lungo il sentiero naturalistico si possono ammirare le belle cascate del torrente Arroscia, che arrivano a fare un salto di una trentina di metri.

PIEVE DI TECO, IL PAESE CHE AMA L’ARTE

Nella verdissima Valle Arroscia, c’è un borgo antico che si divide tra l’antiquariato e l’arte contemporanea

A Pieve di Teco, borgo nell’Alta Valle Arroscia, la storia si respira ad ogni passo. Una passeggiata sotto i suggestivi portici medievali che affiancano la strada principale del centro storico e vi sembrerà di aver fatto un salto nel tempo. Portali d’ardesia scolpiti, palazzi antichi e vecchie botteghe che espongono prodotti tipici, dall’Ormeasco della vicina Pornassio, vino rosso doc, all’olio extravergine della valle Arroscia, fino al pregiato aglio di Vessalico e alla gustosa toma di pecora brigasca.

A sottolineare maggiormente questa atmosfera suggestiva è l’importante mercato dell’antiquariato che si tiene nella via principale ogni ultima domenica del mese: divertitevi a curiosare tra gli oltre 150 banchi che espongono oggetti antichi e preziosi accanto a quelli più semplici e umili della civiltà contadina.

Ma non lasciatevi ingannare: Pieve di Teco è un borgo che è riuscito a coniugare la sua anima antica con un’aspirazione al contemporaneo. Imperdibile una visita alla chiesa della Madonna della Ripa che ospita la mostra permanente Le Maschere di Ubaga: 100 maschere straordinarie e simboliche reinterpretate poeticamente da oltre 80 maestri dell’arte contemporanea, italiani e stranieri. Arte e natura si fondono creando un ambiente fiabesco nel percorso Arrogna Naturarte Outdoor: opere d’arte create totalmente con materiale naturale disseminate lungo un sentiero che dal paese di Pieve di Teco porta fino al Santuario della Madonna dei Fanghi.

BADALUCCO, PAESE D’ARTE E SAPORI

Un borgo antico dove regna sovrana la buona cucina fra l’eccellente olio, il famoso stoccafisso alla badalucchese e i fagioli presidio Slow Food

Due frantoi con pale ad acqua, trasformati in ristoranti, sono il biglietto da visita di Badalucco, paese nella Valle Argentina dove nell’aria si respira tutta la tradizione dell’olio extravergine d’oliva. Nel territorio sono presenti ancora tanti vecchi frantoi e mulini, molti dei quali ancora attivi, che ci ricordano che qui siamo in uno dei luoghi di maggiore coltivazione e produzione dell’olio d’oliva di tutto il Ponente ligure.

Uno dei punti forti di Badalucco è la buona cucina. Da assaggiare assolutamente il succulento stoccafissu au Baücogna, lo stoccafisso alla badalucchese, a cui nel mese di settembre, viene dedicata una grande festa e i famosi fagioli presidio Slow Food.

Negli ultimi anni, Badalucco ha saputo rendersi sempre più bella e interessante: le strade del borgo antico sono diventate un museo all’aria aperta con murales e opere in ceramica collocate sulle pietre a vista e sugli intonaci delle case medievali. Quasi in ogni caruggio si trova un’opera da scoprire.

Per chi ama il trekking, segnaliamo due percorsi: il primo è una mulattiera che porta sul monte Carmo, al santuario della Madonna della Neve, in bella posizione panoramica. Il secondo itinerario conduce a quasi mille metri di altitudine, alla Tana di Bertrand, una piccola grotta sul fianco del Monte Faudo dove sono stati ritrovati strumenti in osso, punte di freccia in selce e corredi funerari attualmente esposti al Museo Archeologico di Sanremo.

DOLCEACQUA, IL BORGO DA SOGNO

Nella capitale del celebre vino Rossese, sotto l’antico castello dei Doria, a spasso tra i dedali medievali

Dolceacqua cattura il vostro cuore e lascia un segno nei vostri ricordi. Siamo nella terra dell’olio Riviera Ligure dop, delle olive taggiasche e soprattutto del vino Rossese di Dolceacqua doc: tutte ragioni che valgono una visita e un soggiorno. Sarà l’atmosfera del medioevo, saranno le rovine del Castello dei Doria, arroccato in cima alla collina, lo scenografico ponte romano a schiena d’asino sul fiume Nervia, tutto sembra armonicamente disposto per accogliervi ed accompagnarvi alla sua scoperta.

Sono ricchi di suggestione i caruggi (vicoli), che si inerpicano verso il castello attraverso un dedalo di salite, scalinate sormontate da archi in pietra che uniscono i palazzi e le case. La luce filtra con difficoltà creando un’atmosfera magica e surreale. Anche Claude Monet è stato stregato dalla malìa di questo luogo fissandolo in 4 tele.

Ai piedi del Castello si trova una delle sedi dell’Enoteca Regionale della Liguria. La prima Doc della Liguria è stata riconosciuta proprio al Rossese di Dolceacqua, un ottimo vino rosso rubino dal sapore morbido, aromatico e dolce, la cui gradazione minima è di 12,5 gradi. Dagli uliveti circostanti vengono invece raccolte le olive taggiasche che caratterizzano l’olio extravergine di oliva Riviera Ligure Dop. Per assaporare le tipicità del luogo il 16 agosto c’è la Festa della Michetta: un piccolo dolce di pasta brioches a forma ovale. Altra specialità locale sono i barbagiuai: fagottini fritti, ottenuti con pasta dei ravioli e con purea di zucca bollita con aggiunta del formaggio piccante bruss (bruzzo).

SASSELLO, DOVE SVENTOLA LA PRIMA BANDIERA ARANCIONE

Un borgo antico sul Monte Beigua che profuma di amaretti, conserve e miele

Si è sempre detto che a Sassello si respira aria buona, pensando ai boschi e alla natura incontaminata delle valli del Beigua. Ma camminando nell’antico borgo, tra le botteghe di artigiani e prodotti locali, vi accorgerete che l’aria di Sassello profuma di amaretti, mandorle e caffè.

Decine di anni fa nella bella piazza centrale vi era il forno che produceva gli amaretti, appuntamento fisso per abitanti e turisti, tanto che la piazza era conosciuta nelle vecchie cartoline, anche come “Piazza degli Amaretti Virginia”. Oggi come ieri, nel bel locale storico ci si ritrova per un caffè o una cioccolata accompagnata dagli immancabili soffici amaretti. Ma Sassello è un vero capoluogo del gusto, oltre ai dolci ci si innamora dei salumi, dei funghi secchi o sott’olio, delle focaccine ovali chiamate “tirotti”, miele e conserve di frutta.

Prima in Italia insignita della Bandiera Arancione del Touring Club, per la qualità turistica e ambientale, è un borgo figlio naturale di Liguria e Piemonte, nei vicoli stretti in pietra, nella semplicità degli abitanti, ma soprattutto per i boschi e nei panorami alpini. Da non perdere l’escursione nella Foresta della Deiva, la visita al mulino in pietra e la Biblioteca Perrando, museo di Arte e Cultura Locale.

 

 

 


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