Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noi tifosi del Tar e del carbone a Vado Ligure


Un bel ricorso al Tar (Lazio?) contro il ministero dell’Ambiente che pretende che la centrale di Vado Ligure si adegui alle migliori tecnologie disponibili il che comporterebbe una ristrutturazione totale degli impianti, cosa che la ‘pregiata ditta’ non ritiene possibile: se hai in dotazione una Fiat 500 non puoi trasformarla, non dico in una Ferrari, ma neppure in un modello Detroit.

 

Giusto, ma allora perché continuare a negare, mentendo in ogni occasione, sulla stampa e on-line, come dimostrano questi piccoli esempi?

1) Ecco come il quotidiano più letto dai savonesi, tramite la sapida penna del cronista, magari esperto in materia, ci presenta il “salvataggio” della centrale: forte iniezione di liquidità da parte della banche (tra le quali dovrebbe esserci anche Monte dei Paschi,che deve ricapitalizzare per miliardi di euro), quindi per i prossimi mesi si pagheranno i debiti, in attesa di rilancio, che rimane appeso alla sentenza del Tar ed alla “benevolenza” della Procura della Repubblica. Leggi dal Secolo XIX, ormai in edizione ‘matrimoniale’ dopo il passaggio alla proprietà dell’editrice La Stampa – Agnelli.

2) E voilà il sito di la Repubblica, edizione ligure, dove si omaggiano i salvatori dell’azienda che nella sua sintesi, ci assicura che tutti i problemi debitori sono risolti e quindi la carica di cavalleria pro-carbone seguirà a breve, con grande gaudio di  Claudio Burlando,dei suoi cari, della triplice e degli amici dell’ingegnere e con magno scorno dei magistrati e dei cittadini.  Leggi da Repubblica!

3) Sintesi dal Sole 24 ore, che pubblica, con rigorosa serietà professionale e completezza, anche la coda omessa dai sullodati, ovvero che il risanamento prescinde in toto dal riavvio dei 2 gruppi a carbone sequestrati e quindi non solo si rinuncia alle battaglie demagogiche e donchisciottesche per la riaccensione, ma si mette in conto lo spegnimento e la demolizione: vale a dire, se la “carretta” non supera il tagliando, e insisti a metterla sulla strada ti becchi la condanna. Leggi l’articolo del quotidiano di Confindustria.

Come si vede, non basta leggere un quotidiano, occorre scorrere la “mazzetta” e poi fare anche una capatina sul web: perché siamo il paese dove non solo non esistono più editori “puri” ma quasi tutti i giornali sono nelle mani dei padroni del vapore la cui i la “mission” non pare sia quella di servire correttamente i loro lettori, ma di mistificare ed omettere quanto infastidisce i poteri “forti”. Quindi se perdono milioni di copie (e più ne perderanno) trattando i giornalisti come pezze da

piedi o se volete obbedienti camerieri, vi è forse un qualche motivo per stupirsene? Magari sbagliamo tutto, non sappiamo più leggere, ormai con i cappelli bianchi,  intralciati dal paraocchi. Giovani che ci leggete ai tempi della prima repubblica molti di più di quanto si immagini avevano la schiera dritta anche militando  nella Democrazia Cristiana che forse non è un caso se oggi  anche l’ex radical chic Eugenio Scalfari, dall’alto della sua saggezza, ci esorta al ” Pensateci bene e pensateci tutti, vecchi democristiani di sinistra….”, elogiando la nomina del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nato Dc. E l’on Angelo Maria Sanza di Forza Italia ha dichiarato:  “Un democristiano è come un diamante per sempre”.

 


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