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Il ‘colpaccio’ del Secolo XIX: Burlando e 47 indagati per Tirreno Power. Ma sulla cronaca giudiziaria mazzata della Cassazione


Ancora una volta la cronaca giudiziaria del Secolo XIX Savona brilla per aver anticipato la clamorosa notizia che tra gli ormai 47 indagati dell’inchiesta ‘morti e inquinamento‘ della ex Centrale Enel di Vado Ligure, sono rimasti coinvolti il discusso presidente della Regione, Claudio Burlando e l’assessore alle Attività Produttive Renzo Guccinelli, il collega Montaldo (Sanità), l’europarlamentare Pd Renata Briano, l’ex sindaco di Vado, Attilio Caviglia e l’attuale Monica Giuliano ( presidente della Provincia da pochi mesi), il collega di Quiliano, Alberto Ferrando /due mandati). Dicono di aver appreso la notizia dal giornale. Prima di loro è finita nei guai la super dirigente  Gabriella Minervini direttore del Dipartimento ambiente e un paio di alti dirigenti ministeriali. Intanto la Cassazione ha sancito l’assoluto divieto di pubblicare atti coperti dal segreto istruttorio, esteso ai casi di procedimenti in corso. Tutto ciò anche per evitare di condizionare i giudici. Il processo riguardava Fedele Confalonieri (big Mediaset – Berlusconi) e Rcs – Corriere della Sera. ULTIMA ORA. Il Sole 24 Ore contro la Procura di Savona, leggi sotto.

La Cassazione, terza sezione che si occupa in particolare di reati stampa,  era chiamata a dirimere una sentenza della Corte d’appello di Milano che aveva negato il risarcimento danni  per alcuni articoli apparsi sul Corriere della Sera nel 2005 nei quali si faceva riferimento al coinvolgimento del manager nelle indagini svolte dalla Procura della Repubblica.  A proposito di fondi neri del gruppo Mediaset.  Due motivi di impugnazione facevano leva sulla (asserita) violazione dell’articolo 684 del codice penale  che sanziona la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento.  Si trattava di atti depositati in Procura, per i giudici d’appello di Milano la pubblicazione da parte del Corriere della Sera era legittima, dopo aver osservato che il divieto del Codice  ha come obiettivo la tutela delle regole del dibattimento,  con la necessità che il giudice  formi le sue convinzioni esclusivamente sugli atti introdotti nel processo e non al di fuori di questo attraverso l’eventuale pubblicazione sui media.  Nel caso specifico la Corte aveva escluso un’indebita influenza esterna sulla formazione della prova. E che la pubblicazione di alcuni atti era stata esigua.

La Cassazione invece ha scelto una linea assai più severa e rigorosa, ha annullato il giudizio sul punto e rinviato alla Corte d’appello per un nuovo esame. Per la Suprema Corte va ricordato innanzitutto l’articolo 114 del Codice di procedura penale che ammette sì la pubblicazione, ma solo del contenuto di atti non coperti dal segreto, ribadendo anche a questi ultimi, un divieto  assoluto nel caso di procedimento in corso.  Insomma forse bisognerà attendere ‘tempi migliori’ di un’altra pronuncia della Corte o far ricorso a disquisizioni giuridiche ? Intanto cronisti, direttori, editori sono avvertiti.

LEGGI L’ARTICOLO DE IL SOLE 24 ORE DI MERCOLEDI’ 21 GENNAIO 2015 (UN CLICK PER INHGRANDIRE)

1 –  LEGGI L’ARTICOLO DEL SECOLO XIX SUL COINVOLGIMENTI DI BURLANDO NELL’INCHIESTA TIRRENO POWER

2 – LEGGI IL SECONDO ARTICOLO CON ULTIME NOVITA’ SULLA CENTRALE 

NUOVO ARTICOLO DE IL SOLE 24 ORE: GLI INDAGATI INFORMATI DAL SECOLO XIX

Il quotidiano della Confindustria che già lo scorso anno aveva riportato articoli piuttosto critici e comunque pungenti sull’operato della Procura della Repubblica di Savona, venerdì 23 gennaio 2015 è tornato all’attacco (o se volete alla constatazione) che gli indagati sono saliti a 47 e devono rispondere soprattutto  di ‘disastro ambientale volontario’ ed altri reati per concorso alla morte di 427 persone (provocati da fumi velenosi per i periti del Pm), oltre a 2.683 adulti e bambini ricoverati negli ospedali con patologie respiratorie.  Il Sole 24 Ore ribadisce che la tesi accusatoria è “…di aver ucciso 427 persone”.  Un’ altra accusa pilastro, prosegue il quotidiano,  è aver “concesso i permessi  all’impianto, permessi che-  sebbene rispettosi  delle norme  sulla qualità dell’aria –  avrebbero prodotto numerose vittime da inquinamento, come asseriscono le perizie accusatorie smontate però dal mondo scientifico dell’Istituto dei turmori di Genova  e dall’Istituto Superiore di Sanità (i documenti di questi scienziati  sono stati segretati)… Secondo queste perizie, l’inquinamento della centrale  rappresenta una quota importante dello smog dell’aria savonese, per esempio il 68 % degli ossidi di azoto…”. I decessi si riferiscono al periodo  preso in esame tra il 2000 e il 2007.  “Invece – riportato lo stesso organo di stampa –  i  dati rilevati dalle centraline di analisi l’impianto quando era in funzione – ora è spento e sotto sequestro da 10 mesi –  rappresentano quote impercettibili dell’inquinamento savonese, per esempio 1,67 microgrammi di ossido di azoto per metro cubo d’aria su un limite di legge di 40 mg. Non a caso da quando è stata spenta la centrale la qualità dell’aria di Savona non è migliorata…”. I magistrati inquirenti Francatonio Granero, procuratore  prossimo alla pensione ed il sostituto Chiara Maria Paolucci prevedono di concludere l’istruttoria entro la primavera. Infine risultano indagati, ha scritto Il Secolo XIX, Paolo Bruzzi, direttore del dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’istituto per la ricerca sul cancro di Genova e Domenico Franco Merlo,oncologo e dirigente dell’Ist di Genova. Questi ultimi due sarebbero gli autori della valutazione dei possibili effetti sanitari in relazione alla qualità dell’aria nella provincia di Savona ed i firmatari della missiva inviata a fine novembre all’assessore Montaldo con le contestazioni, punto per punto,tendente a smontare il castello accusatorio della consulenza della procura.


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