Trucioli

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Loano sfratti story choc: ‘Chiuso per lutto e avvocato killer’


Il cartello choc è in mostra da novembre. E’ diventato un richiamo carico di interrogativi, una sosta per i passanti. Nelle vacanze natalizie e Capodanno i ‘forestieri’ si domandavano meravigliati cosa sia accaduto di tanto grave e chi siano i protagonisti.  Perchè quelle parole cruci.Un cartello ben visibile, anche agli automobilisti in transito sull’Aurelia intasata, proclama: “Chiuso per lutto. Perchè hanno ucciso l’ennesima azienda. Grazie ad un avvocato killer”. E’ vero che pure Loano ha fatto l’abitudine ai cambi frequenti di insegne, gestioni, aperture e chiusure, ma è la prima volta nella vita commerciale cittadina che uno ‘sfratto’ si trasforma in protesta clamorosa (contenuti) e prolungata (durata). Eravamo abituati, al massimo, al grido di dolore di qualche sfrattato. Ai sempre più frequenti titoli di cronaca: ‘Ha chiuso dopo 40,30, 20 anni il…’.

Il bar Sport, sulla via Aurelia di ponente, in zona centrale, non è un locale qualsiasi. Nato l’altro ieri. Ha una sua storia gloriosa. Lo troviamo già tra i 20 bar che erano in attività, secondo le guide ufficiali della città, nei primi anni ’60. Un locale che sotto la gestione dell’intraprendente e laborioso Pino Panizza, ancora in ottima forma e che si gode la meritata pensione, era punto di riferimento per la clientela residente,per turisti italiani e stranieri.

Nella zona e per un raggio di alcune centinaia di metri era rimasto a lungo l’unico e si divideva il lavoro con un altro locale – bar rinomato, l’Haiti. Oggi nello stesso quartiere sono un attività una decina di bar, ma hanno cessato, uno dopo l’altro, quattro alberghi e cinque pensioni. Il Moderno, il Continetal, trasformati di alloggi per vacanzieri (seconde case), altri due con un buon lavoro e clientela annuale sono chiusi: Il San Carlo per dissesto, messo all’asta; il Koenig (proprietari dei muri eredi famiglia Casanova di Finale Ligure) al centro di uno sfratto per finita locazione. La chiusura avvenne nell’indifferenza generale, solo un articolo di trucioli che commosse il compianto gestore e volle parlare, ringraziare personalmente l’autore. Tra l’altro l’albergatore di lunga data, era anziano attivista (nel frattempo mancato) del Pci, Pds, Ds, Pd.  L’immobile ora fa brutta mostra, in stato di degrado ed abbandono. Non esiste più il ‘pubblico decoro’ degli edifici privati ? Norme e regolamenti comunali da far rispettare.

L’immobile dove sorge il bar Sport era stato realizzato dall’impresa del geometra Sandro Provaggi che lo scorso anno la chiuso gli occhi per vecchiaia. Nello stesso stabile resta in attività il colorificio “Spreafico” della famiglia  Valsecchi oggi alla terza generazione (nonni, 2 figli, nipote).  Altre attività invece hanno chiuso o cambiato gestori. Come nel caso dell’attuale panetteria che un tempo apparteneva alla compianta ‘Licina’ (soprannome), un’arzilla, intraprendente, lucida commerciante, oggi erede la figlia. C’era  una macelleria. La memoria  si perde nel tempo, tutto passa, tutto cambia e i testimoni del passato sono sempre meno.

Dopo la lunga gestione del fondatore Pino Panizza, era subentrato un altro Pino  che abita ad Albenga, poi Beppe Porta, pescatore ed ex bancario, quindi un esercente proveniente dal torinese ed infine, da un paio d’anni, una coppia con figlia del cuneese, zona di Alba. Sono questi ultimi che hanno dovuto gettare la spugna per difficoltà, pare, di ordine economico, entrando di conseguenza in conflitto con i padroni dei muri, una famiglia italo-olandese che vive in Olanda. A Loano si sono visti nei mesi scorsi madre e figlia. L’amministratore di fatto e la rappresentanza degli interessi l’ha assunta, a quanto si dice, uno studio legale di Loano, ma non ci è stato possibile sapere di più, né metterci in contatto con gli autori della protesta. C’è chi sostiene che con ogni probabilità, i locali di circa 200 mq, e dehors (ora rifugio notturno di qualche senza tetto) torneranno ad essere riaperti come bar- esercizio pubblico. Certamente la crisi ha colpito duro lungo tutta la Riviera e non sempre gli ‘affitti’ tengono conto della terribile emergenza e che forse si protrarrà ancora almeno un paio d’anni. L’impennata del ‘caro affitti’ , alternarsi di insegne, non risparmia soprattutto i centri storici, le aree più frequentate e che attirano investimenti, impongono lavori di rinnovamento murari. Altro fenomeno l’incremento di inquilini- gestori’ extracomunitari, asiatici soprattutto.  Oltre una ventina solo a Loano.

C’èpoi un fatto poco noto e taciuto dagli organi di informazione nazionale (La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore e i giornali provinciali del Nord). Da quelle zone (Piemponte, Lombardia) non solo arrivano la stragrande maggioranza dei proprietari di seconde case, anche gran parte di chi  prende in gestione un bar, pizzeria, ristorante, negozi, edicole, tabaccai, a volte con investimenti sostanziosi. Prendono il posto di liguri, di commercianti ed esercenti locali, che hanno intuito che ormai le spese (affitto, tasse statali e comunali) sono tali  che si lavora per rimetterci. Chi riesce vende, chi arriva da fuori spesso è illuso dalla folla e dal lavoro dei due mesi estivi o di qualche week end, crede nelle sue capacità, nelle innovazioni, pensa ai numeri, alle seconde case (vuote 10 mesi) e  non alla capacità di spesa dei potenziali clienti: Una scommessa, un traguardo dove molti finiscono per lasciarci le piume. Tra fallimenti, sfratti, dissesti, conti in rosso con le banche, fidi, debiti con i fornitori, col condominio, con il fisco. Spese legali, cause implodono. In una provincia che ha superato quota 850 avvocati, centinaia di studi. La provincia di Savona tra le più affollate (legali) e litigiose d’Italia in proporzione ai residenti.


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