È in corso da tempo un dibattito su due Blog cittadini “Salviamo Noli” e “Città di Noli Antica Repubblica Marinara” sul futuro della Fiumara. C’è chi vorrebbe che tornasse ad essere un fiume naturale e chi ne difende l’uso degli ultimi 50/60 anni.
Da che mondo è mondo l’uomo, come ogni altro animale, ha sempre cercato di modificare la natura per ricavarne condizioni di vita migliori.
La civiltà della Mesopotamia nasce tra le rive di 2 fiumi impetuosi e devastanti. Con una fitta rete di canali quegli uomini “addomesticarono” il Tigri e l’Eufrate rendendo quel territorio utile all’ Agricoltura.
Nacque la Mezzaluna fertile, nacque la Civiltà Occidentale.
A Noli si dice che l’antico corso della Fiumara fosse dove oggi hanno sede Via Monastero ed il primo tratto di Via Colombo.
Probabilmente gli antichi nolesi, per edificare la città medioevale, deviarono il corso della Fiumara nella sede attuale.
Perché?
Per avere più spazio, per costruire una città più grande.
E Noli divenne la Gloriosa Repubblica Marinara, fedele alleata di Genova.
Qualcuno ricorda che attorno al 1920 il fiume in piena tornò nel suo antico percorso allagando la Cattedrale di S. Pietro con oltre un metro d’acqua.
N.B.
All’epoca non c’erano palazzi né su al Cavallo né attorno alla Via Monastero.
Negli anni ’50/’60, come nel resto d’Italia, anche a Noli tutto intorno alle Mura e sulle colline son sorte case e palazzine come funghi.
Perché?
Per soldi, per avere una casa, per fare turismo.
Oggi è facile criticare, puntare il dito sulla speculazione edilizia…
Ma senza tutta quella roba lì saremmo ancora, sia a Noli che nel resto d’Italia, nelle condizioni del dopoguerra: povertà, emigrazione, miseria.
Ovviamente c’è un limite a tutto, anche al cemento, e quel limite è stato sicuramente ormai ampiamente superato.
Le costruzioni del dopoguerra e del boom economico sono comprensibili, si possono in gran parte giustificare: progresso, aumento demografico, emigrazione dalle regioni del sud verso il nord, desiderio di migliorare le proprie condizioni economiche…
Anche i Nolesi hanno tratto un grande beneficio dalla cementificazione: gli orti si son trasformati in appartamenti, soldi e lavoro per tutti o quasi tutti, sviluppo turistico.
Il cemento che fa male e non ha senso è quello degli ultimi 20 anni.
Cemento che reca vantaggi soltanto a pochissime ditte “Foreste” e danno ai Nolesi: Liguria 17, Via Belvedere, Via IV Novembre, Via XXV Aprile (la palazzina che ha sepolto il Porto Romano), lo Scempio del Castello…
E speriamo che sia finita!
Purtroppo altre “nubi” incombono all’orizzonte: Promontorio di Capo Noli, Colonia Monzese, Le Manie…
Ma torniamo alla Fiumara.
Fino agli anni ’50 attorno a Via Monastero e al Cavallo c’erano soltanto orti e la Fiumara.
In pochi anni c’è stata una trasformazione radicale.
Vogliamo buttar giù tutto? Ripristinare tutto com’era prima?
Impossibile.
Possiamo soltanto cercare di convivere nel miglior modo possibile con tutto questo.
L’importante è non aggiungere altro cemento allo scempio e lasciare che il tempo, la natura e “possibilmente” l’intelligenza umana pongano i dovuti rimedi.
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Il tempo è inesorabile:
queste palazzine possono durare al massimo 100 anni, poi si disfano da sole. Oltre metà della loro vita è già stata consumata. Basterà non ricostruirle, o almeno non tutte o ricostruirle meglio.
- La natura si riprende con la forza quel che le si toglie. La piena di questi giorni ha ritrasformato in una sola notte la Fiumara in un vero e proprio fiume naturale, con tanto di pietre, ghiaia e sabbia.
- L’intelligenza umana dovrebbe fare la sua parte, il bene comune dovrebbe tornare a prevalere sull’interesse privato, il Buon senso dovrebbe guidare il comportamento umano e le decisioni degli Amministratori, i Tecnici dovrebbero essere all’altezza del loro compito e ruolo.
Oggi si fa un gran parlare di Fiumara, di mitigazione del rischio, di interventi vari:
la briglia dell’Acquaviva, lo scatolato di Piazzale Aldo Moro, le paratie, la messa in sicurezza delle abitazioni, la chiusura al traffico (parziale) e alla sosta (totale) della Fiumara, il ripristino naturale dell’alveo.
Troppo spesso si parla per partito preso, senza ascoltare le argomentazioni altrui.
Sarebbe opportuno invece un grande dibattito, la ricerca delle soluzioni migliori, per il bene ed il futuro della città.
Dobbiamo riuscire a far convivere la Noli attuale con la forza e le necessità della natura, salvaguardare sia gli interessi economici dei cittadini che la loro sicurezza, trovare i rimedi per garantire alla città il miglior futuro possibile.
E’ un compito difficile e complesso a cui sono chiamati Tecnici e Amministratori. Prestare ascolto alla voce dei cittadini è forse il primo passo.
INSIEME PER NOLI
Santo Nalbone