Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Questa settimana Buon onomastico a…Caterina, Cecilia, Flora e Leonardo


La settimana dal 20 novembre a 26 novembre contempla la ricorrenza degli onomastici di Ottavio, Presentazione della Beata Vergine Maria, di Cecilia, di Flora, di Caterina, di Leonardo da Porto Maurizio sacerdote. Non trascorre giorno senza compleanni e onomastici. E’ l’occasione buona per fare gli auguri ai propri cari: il coniuge, i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti. Torniamo alle buone abitudini. Una buona parola, un regalo sempre gradito. 

 

Spesso succede che, presi dai tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!), non si guarda il calendario che normalmente è appeso alla parete o posto su una scrivania, un mobile della cucina o della sala da pranzo.

Nulla di grave (per modo di dire!), però quale probabile delusione per chi si aspettava che – incontrando un parente, un amico o conoscente – gli facesse gli auguri. Viceversa: una grande gioia!

Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di www.trucioli.it continua la rubrica settimanale, con la trascrizione – per ogni nome – di testi inseriti nel Martirologio Romano e/o sito di Santi e Beati e/o Avvenire.

Giovedì 20 novembre ricorre l’onomastico di Ottavio. Nel Martirologio Romano è indicato San Ottavio martire.

“A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l’imperatore Massimiliano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio”. Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al ” valoroso combattimento ” si riferisce evidentemente alla loro determinazione nel dichiararsi cristiani nonostante la persecuzione instaurata da Massimiano. Dei tre santi una ” Passione ” del V secolo narra che essi fuggirono al massacro generale di Agaunum. Inseguiti, furono presi nei pressi di Torino: Avventore e Ottavio, raggiunti, vennero trucidati sul posto. Solutore, invece, riuscì a proseguire nella fuga fino alle rive della Dora Riparia, dove, scoperto, fu decapitato. Nel luogo della sepoltura dei tre nel V secolo sorse una basilica. Nel 1575 fu innalzata la ” Chiesa dei martiri “, che ne ospita ancor oggi le reliquie. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Torino, santi Ottavio, Solutore e Avventore, martiri.

Venerdì 21 novembre Presentazione della Beata Vergine Maria. Nel Martirologio Romano è indicato memoria della beata vergine Maria Regina La festività odierna, parallela a quella di Cristo Re, venne istituita da Pio XII nel 1955. Si celebrava, fino alla recente riforma del calendario liturgico, il 31 maggio, a coronamento della singolare devozione mariana nel mese a lei dedicato. Il 22 agosto era riservato alla commemorazione del Cuore Immacolato di Maria, al cui posto subentra la festa di Maria Regina per avvicinare la regalità della Vergine alla sua glorificazione nell’assunzione al cielo. Questo posto di singolarità e di preminenza, accanto a Cristo Re, le deriva dai molteplici titoli, illustrati da Pio XII nella lettera enciclica “Ad Coeli Reginam” (11 ottobre 1954), di Madre del Capo e dei membri del Corpo mistico, di augusta sovrana e regina della Chiesa, che la rende partecipe non solo della dignità regale di Gesù, ma anche del suo influsso vitale e santificante sui membri del Corpo mistico. Il latino “regina”, come “rex”, deriva da “regere”, cioè reggere, governare, dominare. Dal punto di vista umano è difficile attribuire a Maria il ruolo di dominatrice, lei che si è proclamata la serva del Signore e ha trascorso tutta la vita nel più umile noscondimento.

Luca, negli Atti degli apostoli, colloca Maria in mezzo agli Undici, dopo l’Ascensione, raccolta con essi in preghiera; ma non è lei che impartisce ordini, bensì Pietro. E tuttavia proprio in quella circostanza ella costituisce l’anello di congiunzione che tiene uniti al Risorto quegli uomini non ancora irrobustiti dai doni dello Spirito Santo. Maria è regina perché è madre di Cristo, il re. Ella è regina perché eccelle su tutte le creature, in santità: “In lei s’aduna quantunque in creatura è bontade”, dice Dante nella Divina Commedia. Tutti i cristiani vedono e venerano in lei una sovrabbondante generosità dell’amore divino, che l’ha colmata di ogni bene. Ma ella distribuisce regalmente e maternamente quanto ha ricevuto dal Re; protegge con la sua potenza i figli acquisiti in virtù della sua corredenzione e li rallegra con i suoi doni, poiché il Re ha disposto che ogni grazia passi per le sue mani di munifica regina. Per questo la Chiesa invita i fedeli a invocarla non solo col dolce nome di madre, ma anche con quello reverente di regina, come in cielo la salutano con felicità e amore gli angeli, i patriarchi, i profeti, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini. Maria è stata coronata col duplice diadema della verginità e della maternità divina: “Lo Spirito Santo verrà su di te, e la virtù dell’Altissimo ti adorerà. Per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio”.

Martirologio Romano: Memoria della beata Maria vergine Regina, che generò il Figlio di Dio, principe della pace, il cui regno non avrà fine, ed è salutata dal popolo cristiano come Regina del cielo e Madre di misericordia.

Sabato 22 novembre ricorre l’onomastico di Cecilia. Nel Martirologio Romano è indicato Santa Cecilia vergine.

Al momento della revisione del calendario dei santi tra i titolari delle basiliche romane solo la memoria di santa Cecilia è rimasta alla data tradizionale. Degli altri molti sono stati soppressi perché mancavano dati o anche indizi storici riguardo il loro culto. Anche riguardo a Cecilia, venerata come martire e onorata come patrona dei musicisti, è difficile reperire dati storici completi ma a sostenere l’importanza è la certezza storica dell’antichità del suo culto. Due i fatti accertati: il ” titolo ” basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all’anno 313, cioè all’età di Costantino; la festa della santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell’anno 545. Sembra inoltre che Cecilia venne sepolta nelle catacombe di San Callisto, in un posto d’onore, accanto alla cosiddetta ” Cripta dei Papi “, trasferita poi da Pasquale I nella cripta della basilica trasteverina. La famosa ” Passio “, un testo più letterato che storico, attribuisce a Cecilia una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa. (Avvenire) Martirologio Romano: Memoria di santa Cecilia, vergine e martire, che si tramanda abbia conseguito la sua duplice palma per amore di Cristo nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Il suo nome è fin dall’antichità nel titolo di una chiesa di Roma a Trastevere

Domenica 23 novembre ricorre l’onomastico di Clemente. Nel Martirologio Romano è indicato San Clemente I Romano – Papa e martire.

Clemente, quarto vescovo di Roma dopo Pietro, Lino e Anedeto, è ricordato nel canone Romano. La lettera da lui indirizzata ai Corinzi per ristabilire la concordia degli animi, appare come uno dei più antichi documenti dell’esercizio del primato. Lo scritto testimonia il Canone dei libri ispirati dà preziose notizie sulla liturgia e sulla gerarchia ecclesiastica. Accenna anche alla gloriosa morte degli apostoli Pietro e Paolo e dai protomartiri romani nella persecuzione di Nerone.

Martirologio Romano: San Clemente I Romano, papa e martire, che resse la Chiesa di Roma per terzo dopo san Pietro Apostolo e scrisse ai Corinzi una celebre Lettera per rinsaldare la pace e la concordia tra loro. In questo giorno si commemora la deposizione del suo corpo a Roma.

Lunedì 24 novembre ricorre l’onomastico di Flora. Nel Martirologio Romano è indicato Santa Flora di Cordova martire.

Il nome personale latino Flora, deriva dal termine flos (al genitivo floris) che vuol dire “fiore”; ha quindi significato analogo ai nomi Fiore, Cvetan e Antea. E’ un nome di tradizione classica, portato da Flora, la dea romana dei fiori.

La passio di queste due vergini martiri fu scritta da s. Eulogio di Còrdova, che le conobbe in carcere. Flora, nata a Còrdova da padre musulmano e madre cristiana, fu da questa educata, dopo la morte del marito, nella religione cattolica. Per evitare le continue noie di suo fratello musulmano e poter meglio dedicarsi alla pietà e alla penitenza, verso l’ a.845 si allontanò da casa insieme alla sorella Baldegoto.

A motivo di tale fuga, su delazione del fratello, furono incarcerati alcuni chierici e fedeli, e perciò Flora tornò a casa. Deferita dal fratello al cadì (giudice) sotto l’accusa di apostasia, fu brutalmente battuta. Rilasciata, tornò a fuggire e per sei anni rimase nascosta nelle vicinanze di Martos (Jaén); poi accesa dal desiderio del martirio, tornò a Còrdova, dove nella basilica di S. Acisclo si incontrò con Marta, la quale era cresciuta nel monastero S. Maria di Cuteclara, vicino a Còrdova, sotto la guida della santa vedova Artemia.

Essendo stato martirizzato un suo fratello monaco, il diacono Wallabonso, Marta era uscita dal monastero in cerca del martirio. Trovatesi cosi insieme, Flora e Marta, andarono dal cadì e professarono pubblicamente la loro fede cattolica. Messe in carcere, furono visitate da s. Eulogio, pure lui nella stessa prigione, il quale, commosso per fortezza e le sofferenze delle due vergini, tornato nella sua cella, presa a scrivere per loro quell’ardente trattato, Documentum martyriale, che è la più nobile apologia ed esortazione al martirio. Interrogate e tentate più volte dal cadì, perseverarono forti nella fede, e perciò furono decapitate il 24 novembre 851 nel corso della crudele persecuzione dell’emiro Abdal-Rahmàn II. I loro corpi, abbandonati nei campi e rispettati dagli stessi animali, furono quindi gettati nel fiume Guadalquivir; in seguito il corpo di Marta fu ritrovato e sepolto dai cristiani nella chiesa del monastero di Cutedara. Le teste delle due martiri furono collocate nella basilica di S. Acisclo. S. Eulogio, che attribuisce alla intercessione di queste due vergini la sua liberazione, avvenuta pochi giorni dopo, diede notizia del martirio in due lettere indirizzate al suo amico Alvaro Paolo e alla sorella di Flora, Baldegoto, e ne inserì una relazione nel suo Memoriale sanctorum. Le sante Flora e Marta vengono ricordate nel Martirologio Romano il 24 novembre.

Autore: Isidoro da Villapadiema.

Fonte: Enciclopedia dei Santi.

Martirologio Romano: A Còrdova nell’Andalusia in Spagna, santa Flora e Maria, vergini e martiri, che durante la persecuzione dei Mori furono gettate in carcere insieme a sant’Eusebio e poi trafitte con la spada. La “passio” di queste due vergini fu scritta da s. Eulogio di Còrdova, che le conobbe in carcere

Martedì 25 novembre ricorre l’onomastico di Caterina. Nel Martirologio Romano è indicato Santa Caterina d’Alessandria martire. I testi della letteratura popolare parlano di Caterina come una bella diciottenne cristiana, figli di nobili, abitante ad Alessandria d’Egitto. Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l’occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi. Caterina però invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell’umanità e rifiuta il sacrificio. Non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dei, Massimino propone a Caterina il matrimonio. Al rifiuto della giovane il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verrà però decapitata. Secondo la leggenda degli angeli porteranno miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo sarebbe avvenuto nel novembre 305. (Avvenire)

Martirologio Romano: Santa Caterina, secondo la tradizione vergine e martire ad Alessandria, ricolma di acuto ingegno, sapienza e forza d’animo. Il suo corpo è oggetto di pia venerazione nel monastero sul monte Sinai.

Mercoledì 26 novembre ricorre l’onomastico di Leonardo. Nel Martirologio Romano è indicato San Leonardo da Porto Maurizio sacerdote.

E’ il santo a cui si deve il merito di aver ideato la Via Crucis. Ligure (1676-1751), era figlio di un capitano di marina. Nato a Porto Maurizio, l’odierna Imperia, compie i suoi studi a Roma presso il Collegio romano, per poi entrare nel Ritiro di San Bonaventura, sul Palatino, dove vestirà il saio francescano. Inviato dal Papa in Corsica a ristabilire la concordia tra i cittadini, riuscì ad ottenere, nonostante le gravi divisioni tra gli abitanti, un impensabile abbraccio di pace. Il tema della Croce era al centro della sua predicazione: richiamava le folle alla penitenza e alla pietà cristiana. Alfonso Maria dé Liguori lo definì ” il più grande missionario del nostro secolo”. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Roma nel convento di San Bonaventura sul Palatino, san Leonardo da Porto Maurizio, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che, pieno di amore per le anime, impegnò tutta la sua vita nella predicazione, nel pubblicare libri di devozione e nel far visita ad oltre trecento missioni a Roma, in Corsica e nell’Italia settentrionale.

Fonte: Santi e BeatiMartirologio Romano – Avvenire

Gilberto Costanza



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G. Costanza

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