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Scuola superiore: ecco la ‘scelta vincente’ da Ventimiglia a La Spezia


Nel periodo in cui molti genitori devono decidere a quale istituto superiore iscrivere i figli abbiamo pensato di approfondire le indicazioni che si possono desumere dall’I.R.I.S., l’Indicatore di Rendimento Interfacoltà Studenti elaborato ogni anno dall’Università degli studi di Genova, di cui abbiamo già parlato.

L‘IRIS misura il grado di successo universitario degli studenti usciti dalle scuole superiori e immatricolati per la prima volta nell’ateneo genovese: rappresenta perciò un indicatore prezioso per poter valutare, meglio di tanti “open day” autorganizzati dagli istituti, quali scuole riescano a preparare meglio i propri studenti per le facoltà universitarie. Quanto meglio lo studente inizia l’università, tanto maggiori saranno le sue possibilità di riuscire a laurearsi presto (e magari bene): si capisce come mai (specie in tempi in cui le tasse universitarie rappresentano spesso una spesa non indifferente) i genitori guardino all‘IRIS con grande attenzione.

Per evitare paragoni potenzialmente impropri, abbiamo voluto (raccogliendo l’invito di alcuni docenti) mettere a confronto i licei savonesi con quelli di altre province che offrono esattamente gli stessi corsi di studio, secondo quanto dichiarato oggi dal sito dei vari istituti. Questo approccio richiede qualche precisazione e va considerato con le dovute cautele: i licei, infatti, sono stati modificati dalla riforma “Gelmini” che ha ridotto a sei i percorsi liceali (oltre a quello sportivo, di più recente introduzione) eliminando le tante “curvature” nei piani di studi che le scuole potevano offrire all’utenza ancora nel 2010-11 (anno in cui sono usciti dai licei i diplomati oggetto di questa indagine). In altre parole, non è detto che i corsi di studio adottati attualmente dai vari licei siano gli stessi di quattro anni fa. Ma la tipologia e la vocazione delle scuole non è sostanzialmente cambiata per la gran parte dei licei considerati: ci sembra, quindi, che i dati IRIS possano fornire lo stesso qualche suggerimento utile. Dall’analisi rimangono fuori il liceo “Bruno” (la punta di diamante, in termini IRIS, delle scuole savonesi) e il finalese “Issel”: infatti, non vi sono altre scuole che offrano la stessa combinazione di percorsi liceali fornita dai due istituti del Ponente savonese.

Nella tabella e nei grafici che seguono il lettore potrà farsi un’idea della qualità relativa degli istituti savonesi. In generale i nostri licei escono maluccio dal confronto: sia il “Chiabrera” sia il “Calasanzio” sono su livelli significativamente inferiori rispetto agli omologhi istituti genovesi, i diplomati del “Della Rovere” hanno un grado di successo universitario di quasi dieci punti percentuali minore rispetto agli studenti del liceo consimile di Ovada e leggermente superiore solo ai colleghi dell’istituto spezzino. Il solo liceo scientifico “Grassi” sembra in linea con gli istituti scientifici di altre province in termini di successo universitario dei propri ex allievi.

 

 

 

I risultati nelle varie facoltà (là dove il confronto è possibile) offrono qua e là qualche soddisfazione ai nostri istituti: si segnala il buon rendimento dei neouniversitari del “Chiabrera” nelle facoltà di medicina e chirurgia, matematica e lingue straniere (ma, tutto sommato, anche in giurisprudenza e economia), il successo comparativo del liceo carcarese “Calasanzio” in matematica e medicina, il buon risultato dello Scientifico “Grassi” in molte facoltà (con l’exploit di Farmacia), la buona performance dei diplomati al liceo “Della Rovere” nella facoltà di Scienze della Formazione. Ma il quadro complessivo resta quello che abbiamo descritto.

Certo, un’analisi di questo genere non basta e qualche dirigente potrà obiettare che bisogna tener conto anche del contesto organizzativo, della situazione sociale della città in cui l’istituto è inserito e di altro ancora. In ogni caso, il dato in questione può essere un punto di partenza su cui lavorare. A proposito: qualche anno fa l’istituto per geometri “Alberti” di Savona aveva tentato un esperimento del genere, allargando il discorso fino a comprendere anche il destino professionale degli studenti che, dopo il liceo, non avevano proseguito gli studi. I risultati erano stati tanto interessanti che l’anno dopo la statistica era stata effettuata anche all’ex “Patetta” di Cairo Montenotte ma in seguito la rilevazione, proposta negli stessi termini all’allora istituto magistrale di Savona, non si era potuta effettuare, sembra per difficoltà legate alla segreteria. Fu un peccato, ma si può rimediare: perché qualche scuola savonese oggi non approfondisce l’analisi e non scopre, una volta per tutte, che fine fanno i propri ex allievi? I dati (quelli per l’università di Genova sono disponibili presso l’ateneo di Via Balbi) possono essere approfonditi, con pochissima spesa e nessuna fatica, chiedendo ai diplomati dell’anno precedente il loro curriculum universitario o professionale; gli algoritmi (anch’essi illustrati nel Report IRIS) sono alla portata di qualsiasi studente dell’ultimo anno di liceo (figuriamoci di docenti e dirigenti). Qualche responsabile scolastico, disaggregando i dati, potrebbe spiegarsi perché certe sue fantasie non trovano riscontro nella realtà, ma questa è proprio la domanda a cui, forse, qualche DS preferisce non trovare risposta…

 

 

IRIS – Indicatore di Rendimento Interfacoltà Studenti – è l’indicatore scelto per valutare il grado di successo, nelle rispettive Facoltà, degli studenti al loro primo anno in funzione della scuola di provenienza.

IRIS si ottiene come rapporto fra le prestazioni medie (in termini di voti e di crediti) effettivamente ottenute dalle matricole giunte da una stessa scuola e le prestazioni massime previste dai loro Corsi di laurea.

IRIS misura, dunque, un “rendimento” che, espresso in percentuale, ha valori compresi tra lo “zero” nel caso di studenti che, nei tempi stabiliti, non abbiano superato neppure un esame, e 100 nel caso di studenti che abbiano superato col voto di 30 e lode tutti gli esami previsti dal Corso.

Tutte le analisi hanno messo in luce una correlazione molto significativa tra IRIS e IRIL (Indicatore di Rendimento Interfacoltà Laureati/Laureandi), ossia il rapporto tra quanto effettivamente ottenuto da ogni studente al termine degli studi e quanto da lui ottenibile, come dimostra il grafico che segue (tratto dal Report IRIS 2013):

 

 

Massimo Macciò


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Massimo Macciò

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