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Loano ex ospedale Marino Piemontese, un’altra promessa mancata


La conclusione a cui è giunta la destinazione dell’area delle Vignasse, su cui insistono le strutture dell’ex Ospedale Marino Piemontese, è la dimostrazione di come si possa non amministrare e danneggiare la comunità.

 

L’area, dopo anni di abbandono che ha degradato edifici e parco, ritenuti di “interesse storico artistico particolarmente importante”, ora viene “valorizzata” con una variante al PRG cambiandone la destinazione, per renderla appetibile al mercato immobiliare.

Questa risoluzione è motivata per ripianare i conti di enti pubblici che nel 2009 acquistarono e vendettero il bene di loro proprietà con una perizia/stima di 8.197.000 euro. Perizia che già allora, gli addetti ai lavori ritenevano elevata e fuori da ogni logica di mercato.

Il progettista che nel 1998 stese il PRG, considerato il contesto climatico naturale di qualità in cui era inserita l’area, la presenza di un porto di cui già si ipotizzava l’ampliamento, del vicino ospedale comprensoriale di riconosciuta qualità ed apprezzato in tutto il nord Italia, dell’economia locale basata prevalentemente sul turismo , individuò per le Vignasse tre aree con destinazione precise.

Un’area alberghiera per qualificare ed innalzare l’offerta turistica, (T1);

una di residenza ricettiva (area dell’ex Colonia Bresciana);

una socio sanitaria, nell’area dell’ex Ospedale Marino Piemontese.

Con il Piano Turistico del 2002 per l’ex Ospedale, si indicò, in alternativa alla destinazione socio-sanitaria, la destinazione turistico-alberghiera col riutilizzo e valorizzazione degli edifici e degli spazi esistenti nell’ area .

L’intento era quello di realizzare una riqualificazione di tutta le Vignasse, a servizio del porto e del Santa Corona, con un innalzamento dell’offerta per il turismo, sia alberghiero che socio sanitario. Una prospettiva che avrebbe portato una crescita dell’occupazione locale, qualitativa, quantitativa, continuativa e duratura, con un diffuso aumento di benessere socio- economico per tutta la città.

Un progetto che mirava in alto, di grande respiro, con ricadute particolari e generali.

Purtroppo le idee, soprattutto le grandi idee, richiedono per realizzarle e concretizzarle uomini altrettanto grandi.

Gli amministratori che hanno calcato i palchi del comune di Loano dal 1998 in poi si sono distinti per la loro inerzia e mancanza di iniziativa.

Con la scusa del vincolo di destinazione e del fatto che la proprietà dell’area ex ospedale fosse di un altro ente, si sono arroccati in un immobilismo di azioni e di idee, perdendo tempi economici favorevoli, sprecando un’opportunità di sviluppo e crescita unica ed irripetibile per i Loanesi.

A distanza di anni le aspettative di quel Piano sono enormemente deluse.

La T1, la nuova zona alberghiera annunciata in più occasioni pronta al via, è rimasta sui blocchi di partenza. Attualmente in via di ridimensionamento e svuotata dagli obiettivi iniziali, sta scivolando verso un’edilizia turistico residenziale.

L’area di residenza ricettiva dell’ex colonia Bresciana è bloccata.

Ora è il turno dell’area dell’ex ospedale Marino piemontese, per la quale  Luigi Pignocca scriveva nel suo programma : “la nuova amministrazione si impegna ad escludere qualsiasi trasformazione dell’immobile in civili abitazioni, consentendo il mantenimento dell’attuale destinazione socio-sanitaria o, in alternativa, la destinazione turistico-alberghiera”.

Il 27 di gennaio, alle 19 e30, l’Amministrazione con il Gruppo Misto, deliberano la capitolazione della destinazione per il Marino.

E’ la conclusione degli incontri tra la Regione Liguria, ARTE-SV e ASL2-SV da una parte e Pignocca (in veste sia di sindaco che di assessore all’urbanistica) e  Vittorio Burastero (assessore all’edilizia privata) dall’altra, che concordano il cambio di destinazione attraverso una variante al Piano Regolatore, ricusando quanto promesso agli elettori in campagna elettorale, ribadito nelle linee programmatiche di inizio mandato e nelle linee guida date per la stesura del nuovo PUC.

Anche per l’area dell’ex Ospedale si apre la porta alla soluzione prevalentemente residenziale, in un ipotetico quanto improbabile amalgama di case a prezzo agevolato per anziani e giovani coppie, edilizia residenziale, albergo, residenza turistico alberghiera e servizi.

Cade l’impegno preso dal Sindaco verso i Loanesi.

Si rinuncia ad un obiettivo di riqualificazione promesso e confermato per anni, rassegnandosi ad una soluzione imposta che, in Consiglio comunale, è stata definita dalla maggioranza stessa la meno peggio e comunque poco convincente.

Dopo il fallimento del Centro culturale polivalente e della riqualificazione dell’area circostante, ora un’altra retromarcia su un’area che doveva essere un’opportunità di crescita, di lavoro in cambio di un’ipotetica quanto improbabile risoluzione socio-residenziale.

Oggi più che mai i giovani ed i meno giovani hanno bisogno non solo di case a prezzi agevolati, tra l’altro a Loano sempre promesse e mai realizzate, ma soprattutto di lavoro.

Lavoro che al primo punto delle agende di tutti i governi , per permettere a tutti di vivere e vivere bene.

Il lavoro, diritto e dovere sancito dalla Costituzione, è basilare : per realizzarsi, crescere, formare una famiglia, acquistare una casa, fare scelte, passando dallo studio al lavoro, in un cammino di crescita umana, civica, professionale ed economica, che dia benessere ai singoli, alle coppie ed alla comunità.

Invece, gli attori di questa risoluzione si dimostrano sordi e ciechi alle vere necessità del loro territorio, mirano a fare cassa, incuranti dei danni ed delle problematiche causate e lasciate da anni di cementificazione e di disordinate ed improduttive scelte edilizie.

L’Amministrazione Pignocca, da parte sua, dopo la commedia sul teatro, propina ai Loanesi per l’ex Ospedale Marino Piemontese una soluzione farsa, di cui non ha scritto ne trama ne finale, dove il suo ruolo si riduce a semplice comparsa.

Intanto i tempi per la riqualificazione ed il rilancio di Loano si allungano sempre di più.

Dino Sandre

(consigliere comunale di opposizione)


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