Certe sere di luglio non ce la fai a stare in casa. Dopo cena è come se ti prendesse una specie di smania e devi uscire, subito. Scendi in strada senza una meta precisa non sai dove andrai a finire al bar è troppo presto.
Passi tranquillo nei caruggi quasi vuoti ché la gente è ancora in casa seduta intorno al tavolo. Le notizie di un telegiornale cascano giù dalle finestre aperte per il caldo.
Negli incroci ortogonali vedi laggiù in fondo sulla destra una donna seduta sul passo. Dritto davanti un’altra signora sulla sedia fuori della porta di casa. A sinistra nessuno.
Ti ritrovi alla marina come per caso, ma quando arrivi alla battigia e ti togli i sandali per mettere i piedi a bagno capisci che quella era la meta. Il mare è come l’olio di un colore grigio azzurro con qualche puntino arancione delle boe e laggiù in fondo all’orizzonte si mescola con la foschia del caldo e si colora di rosa.
Gli ultimi raggi del sole che si sta coricando dietro le montagne ravvivano le bandiere immobili appese alle aste bianche piantate alla fine del molo. Non c’è una bava d’aria e le onde timide sembra quasi che non vogliano far rumore mentre ti bagnano i piedi.
E’ un momento magico e sai che durerà poco. Sai anche che una sera così per tante sere simili che ti capiteranno nella vita forse non si ripeterà.
Stai fermo mentre aspetti che il momento finisca per raccoglierlo e mettertelo in tasca.
Silvestro Pampolini