Oggi lo piangono, lo raccontano, elogi strappalacrime, ma pochi lo hanno imitato. E’ stato un irreprensibile personaggio pubblico, con tanti pregi e qualche difetto. Permaloso, ma non arrogante. Puntiglioso, ma non spaccone. Noto e popolare, non ‘passarellista’, né esibizionista. Scapolo, ha servito fino all’ultimo la sua Alassio; deluso del successo, anche elettorale, dell’intreccio affari-politica. Per fortuna non ha vissuto l’ultimo fallito ‘assalto’ massonico-formaggiaro alla sua creatura prediletta ‘Marina di Alassio‘. Ora diranno che non c’è nulla di vero. E fino a ieri chi sono stati gli autentici amici, con la A maiuscola, di Sergio Gaibisso, ex sindaco, ex presidente dell’Azienda di Soggiorno post Garassino, ex emblema della vela e del Circolo nautico? Ai funerali dell”orso buono’ ci sarà anche la gentaglia?
Non è retorica ricordare uno dei rari amministratori pubblici alassini che poteva vantare di non far parte di combriccole, confraternite, consociazioni più o meno inconfessabili. Di lui, a poche ore, dall’eterno abbandono della vita terrena hanno scritto pure amici e conoscenti. Hanno fatto quasi a gara nella corsa al cordoglio. Altri che sono stati a lungo al suo fianco e che lui stimava, apprezzava, con i quali collaborava, hanno preferito il ricordo-rispetto col silenzio. Sergio, l’alassino, che ha ‘regalato’ al Bel Paese il record di medaglie alla Vela. Lui, con malcelato orgoglio, era cosciente del successo, dei meriti, delle capacità e si rammaricava di fronte a quanti si dimostravano amici a parole e nei fatti pensavano soprattutto ai loro affari. Ingordi e mediocri. Si sentiva tradito.
L’abbiamo conosciuto da giovani cronisti di provincia, a cavallo tra fine anni sessanta e settanta. Sedeva sui banchi del consiglio comunale, eletto nel gruppo democristiano. Non era un parolaio; era al suo esordio, seguiva senza distrazioni o divagazioni i lavori, gli interventi dei colleghi, appariva infastidito dalle beghe, dai discorsi prolissi. Non stravedeva per la sinistra, nè per la destra estrema, un moderato pragmatico e dunque pratico nell’indicare la sua opinione, il suo punto di vista, le soluzioni, le alternative.
Visto dall’esterno, Sergio Gaibisso è stato maestro dell’etica politico-amministrativa. Vero uomo di mare e profonda cultura nella città simbolo del turismo balneare e dell’insipienza nel non far tesoro degli errori. Nonostante gli anni, aveva sposato, con entusiasmo, la vena giornalistica, collaborando con assiduità, scrupolo, impegno, al mensile Rivisto del giornalista concittadino Daniele La Corte. Ed è stato tra i pochi a sostenere la discesa in campo – poi fallita per rinuncia – di una lista civica del rinnovamento, di volti nuovi, non compromessi col passato.
La sua statura morale, il prestigio, lo spirito di servizio ed altruismo, non hanno impedito che alla vigilia del trapasso qualcuno potesse fregarsi le mani e sussurrare al conoscente : “ Ti presento il nuovo presidente della Marina di Alassio, ma non è come il padre’. Circostanze, a quanto si è letto, negate, o meglio fuorviate. La ‘banda’ era pronta a colpire ancora, rafforzata dalla venuta ad Alassio di ‘padrini’; la confraternita ha ripreso forza e coraggio, spregiudicatezza, sa che qui l’elettorato pensa prima di tutto alla pancia, al partafogli, alle clientele, agli amici degli amici.
L’eredità morale di Sergio Gaibisso difficilmente potrà essere raccolta da un erede, troppo marcato il suo spessore, l’esperienza, il bagaglio di conoscenze in giro per l’Italia, l’Europa, il mondo. Ma soprattutto non era l’avvoltoio che si aggirava nella città del Muretto per appagare il suo ‘potere’ . Tra i grandi e i benemeriti di Alassio del dopoguerra che ci hanno lasciato, oltre al dr. Dino Grollero, occorre ora aggiungere Sergio Gaibisso. Maestro di rettitudine e del buon esempio.
Luciano
TRE IMMAGINI DEI PRIMI ANNI ’70 DI SERGIO GAIBISSO A PALAZZO CIVICO
PUBBLICHIAMO DUE NOTE STAMPA CHE MERITANO DI ESSERE LETTE
NOTA STAMPA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE