BORGHETTO SANTO SPIRITO : VILLA FOR PRESIDENT.
Mi riferisco agli articoli che parlano del consigliere di minoranza Pier Paolo VILLA ( LA STAMPA del 21 dicembre 2013 e IL SECOLO XIX del 29) e che annunciano la sua possibile elezione a presidente del consiglio comunale. Secondo me non chiariscono le vere ragioni, o meglio le ragioni plausibili, per cui VILLA (nella foto) dovrebbe assumere tale ruolo.
Questa estemporanea e tardiva proposta che gli viene sottoposta ora dalla maggioranza, riesco a comprenderla unicamente come il tentativo di portare dalla loro parte un consigliere che è sempre stato all’opposizione.
Il consigliere VILLA ha perfettamente ragione quando dice che ad inizio legislatura fu fatta la richiesta di eleggere come presidente del consiglio un membro della minoranza e che invece il sindaco GANDOLFO, a maggio del 2012 forte della sua vittoria, con una scusa aveva rimandato il tutto a data da destinarsi.
Se avessero accettato, GANDOLFO e la sua giunta, avrebbero fatto capire che loro erano effettivamente diversi da coloro che li avevano preceduti e che il loro scopo principale era il bene di Borghetto. Non lo hanno fatto, perdendo in tal modo un’occasione unica per compiere un gesto “quasi” rivoluzionario, che avrebbe coinvolto tutti i consiglieri comunali nel governo cittadino e che avrebbe potuto divenire esempio per altre Amministrazioni. Evidentemente non era questo ciò che a loro interessava.
Cosa interessava alla giunta GANDOLFO lo si è capito subito quando, ancor prima di essersi insediata pubblicamente, con la delibera di giunta n. 81 del 17 maggio 2012, riscriveva la convenzione tra il Comune e la società PARVAM a r.l., proprietaria della struttura socio-sanitaria Villa Maddalena, e con la quale giocava un brutto scherzo ai borghettini più bisognosi (vedi l’articolo: “La giunta Gandolfo? Più veloce della luce”
www.trucioli.it numero 14 del 25/10/2012. ndr).
Poi ha continuato con le varie Presidenze distribuite né a caso, né per competenza.
Eleggere ora il consigliere di minoranza Pier Paolo Villa a presidente del consiglio comunale è un gesto, come ho già detto, tardivo e falsamente democratico che significa, secondo me, tutto il contrario di ciò che vorrebbe apparire. E cioè che la giunta GANDOLFO è in grave affanno amministrativo, è cosciente dei grossi limiti che ha e cerca, con un tapullo, di arginare con questo gesto la notevole perdita di consensi e ,forse, di acquisire un elemento che, si presume, abbia una qualche capacità di governo, cosa che manca a molti membri della maggioranza.
E se poi fosse tutto vero ciò che scrivono su LA STAMPA del 24/12/2013 i consiglieri di minoranza Angelucci e Moreno, e cioè che loro non erano assolutamente stati informati della volontà di eleggere un nuovo presidente del consiglio e che, addirittura, non tutti i componenti della maggioranza ne erano a conoscenza, questo fatto non è solo strano o bizzarro, ma è un gravissimo atto di arroganza da parte dell’Amministrazione, anche se dettato dalla disperazione, in spregio alle più elementari norme di educazione e di rispetto delle formalità.
Per tutte queste ragioni il consigliere Pier Paolo VILLA non dovrebbe accettare la presidenza, in quanto, attualmente, commetterebbe un grosso errore, soprattutto nei confronti dei suoi elettori. Infatti non siamo in uno stato di grave calamità causato da una terribile alluvione o da un disastroso terremoto nella quale tutti avrebbero il dovere di lavorare per il bene comune. Siamo, o dovremmo essere, in una normalissima legislatura, anche se dai dubbi risultati, e solo chi ha vinto ha il dovere di assumersene la responsabilità e risponderne a chi gli ha dato il voto. Non può e non deve essere salvata da un bravo ragazzo con la faccia pulita: non sarebbe onesto.
Silvestro Pampolini