Che in Italia esista un problema informazione è questione pacifica e nota da tempo. Che non se ne parli, se non occasionalmente, è altrettanto certo. Il punto però è questo: non si tratta solo di affrontare il tema del rapporto fra libera stampa e potere economico-politico, ma anche di comprendere come talvolta vengano date notizie, che tali in realtà non sono, facendo passare il tutto sotto l’etichetta di “informazione“, mentre altri fatti vengono clamorosamente dimenticati od al massimo pudicamente sussurrati. Fatta questa premessa vi voglio raccontare di alcuni episodi che io reputo significativi.
I
Venerdì 27 dicembre nell’edizione del mattino, in quella delle 14.00 e in quella serale delle 19.30 il TG3 della Liguria ci ha propinato la storia di una famiglia: una coppia che ha avuto dieci figli, l’ultimo dei quali ad ottobre 2013.
Vi chiederete perché voglio affrontare questo argomento.
Semplice.
C’è da domandarsi se una notizia, che in realtà notizia vera e propria non è, che si risolve in un servizio su una famiglia numerosa , debba essere data per tre volte nel corso della medesima giornata con una insistenza a dir poco fastidiosa.
Da tempo, a mio parere, il TG3 della Liguria, che sembrava essersi rinnovato rispetto alle edizioni di qualche anno fa, non fa altro che ripetere gli stessi servizi e troppe volte soffre di “genovesite” perché le notizie riguardano, nella stragrande maggioranza dei casi, solo il capoluogo ligure ed il suo levante.
Inoltre non si comprende perché nei festivi, al mattino, le edizioni regionali debbano fare festa alla faccia del servizio pubblico.
Dicevamo della famiglia numerosa: una coppia con dieci figli.
Se l’intento era quello di mettere in bella mostra quanto sia positivo avere nella società odierna una famiglia numerosa, mi pare che esso non sia stato raggiunto.
Neppure la crisi economica fa fare più figli (un tempo erano braccia da lavoro e si facevano a prescindere dalle condizioni economiche): al contrario la Liguria è una regione a bassa procreazione.
Ma non è questo il punto o forse lo è.
La questione è che, probabilmente, al TG3 della Liguria dovrebbero fare servizi sulle centinaia di famiglie che di figli ne hanno uno solo e fanno una fatica immane ad arrivare alla fine del mese per non parlare di quelle coppie di giovani che, di figli, al mondo decidono di non metterne perché non ci sono le condizioni per mantenerli.
Voler a tutti costi imporre modelli famigliari e culturali (tre volte nel corso della stessa giornata mi è parso davvero troppo), perché questa è l’impressione che è stata data, lo reputo profondamente sbagliato.
La questione è: è stata data una “notizia” ?
In questo caso si è voluto rendere di interesse pubblico ciò che pubblico non è presentando modelli di vita che non possono essere, perché frutto di scelte personali, né condivisi né non condivisi né da condividere.
Scorgo le pagine di Televideo RAI e nella ultime notizie di qualche giorno fa c’è n’è una che mi attira: otto morti in IRAQ in un attentato; dall’inizio dell’anno i morti sono stati 8.000.
Questa notizia non mi pare sia stata data nei Telegiornali: se così è stato è avvenuto a mo’ di sussurro.
Eppure, a ben pensare, non si tratta di un fatto secondario.
Darla significherebbe, per esempio, mettere in evidenzia che le missioni internazionali di Pace, che non costano poco, in un paese come l’IRAQ, non pare proprio abbiano risolto i problemi di quella Regione, se ci sono stati 8.000 morti nel corso del 2013 e quindi interrogarci su di esse e più generale sull’intervento armato posto in essere in quel Paese.
Ma i morti in IRAQ valgono forse di meno dei morti sui barconi, sui quali in queste settimane è stato fatto del cinema più che dell’informazione ?
Scossa di terremo nel casertano.
Subito tutti si affrettano a intervistare esperti e via con l’inviato speciale sul posto che rivolge domande, che mi limito a definire stravaganti, agli abitanti del luogo: cosa è successo ? (sic !!), dormirete per strada ?….
La notizia è: c’è stata una scossa di terremoto nel casertano.
Il resto, invece, è al di fuori dell’informazione e diventa puro intrattenimento.
Ma di questo si parla per l’appunto per intrattenere gli Italioti, distraendoli da altro, di cui è meglio tacere.
L’AGCOM ha archiviato l’esposto presentato contro la RAI per il gesto dell’ombrello di Maradona in una nota trasmissione televisiva.
L’Autorità ha ritenuto che la condotta della RAI sia stata corretta.
Non condivido, come utente, questa decisione, ma comprendo, come avvocato, le ragioni giuridiche che sono alla sua base.
Fra di esse il principio richiamato da una sentenza della Cassazione (Cassazione Penale Sez. V 20 dicembre 2007-23 gennaio 2008 n. 3597) secondo cui “quando si tratta di notizie date in diretta e provenienti da una fonte che non sia stata “filtrata” ……non solo non si può chiedere al giornalista di eseguire un – per quanto rapido – controllo prima di diffondere la
notizia medesima…ma non si può pretendere da parte sua qualsiasi attività di verifica sulla fondatezza della notizia che al tempo stesso viene fornita e diffusa“, precisando tuttavia ” che resta naturalmente l’obbligo dell’intervistatore televisivo di intervenire – se possibile – nel corso dell’intervista, quantomeno interloquendo, chiedendo precisazioni…………“;
C’è da domandarsi, però, per quale ragione, nel caso in cui, quando un esponente del movimento 5Stelle su Rai News 24 dice che RENZI è stato condannato, quando era Presidente della Provincia di Firenze, il giornalista, al quale non si può chiedere di eseguire un – per quanto rapido – controllo prima di diffondere la notizia medesima… non abbia tuttavia, in ottemperanza all’obbligo dell’intervistatore televisivo di intervenire – se possibile – nel corso dell’intervista, quantomeno interloquendo, chiedendo precisazioni…………” domandato chiarimenti ma, invece, abbia subito reagito dicendo “Lei ovviamente si assume le responsabilità di quello che ha detto“.
Ebbene quanto riferito dall’esponente Dalila NESCI del Movimento 5Stelle era vero (si tratta della sentenza della Corte dei Conti della Toscana n° 282#11).
Ma, a proposito, questa notizia è stata sufficientemente data o è stata solo sussurrata ?
Peraltro non è neppure stata data la notizia che RENZI è stato anche assolto da alcune accuse (sentenza della Corte dei Conti della Toscana n° 227#12)
Eppure c’è appena stata una consultazione per la scelta del segretario del PD: possibile che più recentemente l’argomento non sia stato ripreso ?
Questo testimonia il grado di attenzione che la notizia ha ricevuto: essa è stata sussurrata.
Buona Informazione a Tutti.
Giovanni Sanna
IL PALAZZO DELLA RAI DI GENOVA
Rai: Gabanelli contro gli sprechi delle sedi regionali, insorge l’Usigrai. ‘Sono al servizio dei politici locali’. Di Trapani: “Dati falsi”. VEDI LA VERSIONE INTEGRALE DELL’ARTICOLO DI MILENA GABANELLI.
Roma, 31 dicembre 2013. Botta e risposta tra Milena Gabanelli e l’Usigrai sul tema degli sprechi della Rai ed in particolare sull’organizzazione delle sedi regionali. La giornalista di Report, in un articolo su Il Corriere della Sera dal titolo “Tutto quello che non ha fatto la politica del ‘Noi faremo“, si occupa anche della tv pubblica. “In nessun paese europeo – scrive – ci sono 25 sedi locali. La Rai di Genova sta dentro un grattacielo di 12 piani… ma ne occupano a malapena 3. Poi ci sono i centri di produzione che non producono nulla, come quelli di Palermo e Firenze”. “A cosa servono 25 sedi? – si chiede ancora Gabanelli – A produrre tre tg regionali al giorno, con prevalenza di servizi sulle sagre, assessori che inaugurano mostre, qualche fatto di cronaca”.
“Se informazione locale deve essere facciamola sul serio, con piccoli nuclei, utilizzando agili collaboratori sul posto in caso di eventi o calamità”, aggiunge la giornalista, concludendo con la considerazione che “la maggior parte delle sedi serve a mantenere un microfono aperto ai politici locali”.
“L’attacco sferrato da Milena Gabanelli è disinformazione pura – replica il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani -: dati errati e una scarsa conoscenza dell’azienda per la quale lavora da anni. Non posso che esprimere sconcerto per l’opinione che Gabanelli ha delle colleghe e dei colleghi che lavorano nelle redazioni regionali: nella Tgr non abbiamo 700 reggimicrofono o esperti di sagre, ma straordinari professionisti che ogni giorno garantiscono l’informazione di Servizio Pubblico per e dal territorio”.
Di Trapani spiega quindi che “le sedi regionali non sono 25, ma 21. Le redazioni invece sono 24. Le redazioni regionali non producono solo 3 tg al giorno”, ma anche, tra l’altro, “Buongiorno Regione e Buongiorno Italia, un tg scientifico quotidiano, un settimanale, diverse rubriche quotidiane e settimanali a trasmissione nazionale”. “È falso – sostiene ancora – che Firenze e Palermo siano centri di produzione. Come è falso che non producano nulla”. “Che alcuni immobili poi siano sovradimensionati lo abbiamo denunciato noi per primi – prosegue Di Trapani -. Insomma, con un condensato di luoghi comuni, Gabanelli si iscrive di diritto nel partito, a dire il vero molto trasversale, di quanti pensano che il problema della Rai sia come ridimensionarla”.(ANSA).
LEGGI L’ARTICOLO DELLA GABANELLI