La Val Maremola ha un giovane pastore che vive isolato in mezzo ai monti, ma pochi lo sanno. Ama il suo lavoro e non lo abbandonerebbe se non costretto dalla salute e dall’età. Gli fa compagnia l’anziana mamma. Una vecchia casa agricola e la stalla, una trentina di mucche e vitelli, circondati da un fitta vegetazione. Una grande finestra sul mare della Riviera ponentina. Hanno rinunciato al lusso e alle comodità, all’insegna di una vita d’altri tempi per Giannino Tassisto, 48 anni, figlio unico di Maria Zuffo, sulla soglia dell’ottantina, da 20 anni vedova di Giuseppe che se n’è andato a 66 anni. La pregiata carne dei loro vitelli (solo latte e niente mangimi, mucche 360 giorni al pascolo), finisce tutta all’unico macellaio di Giustenice. Un prodotto davvero nostrano e a chilometro zero. Eppure nessuno ne parla.
Un incontro casuale, una ‘scoperta’ difficile da dimenticare, materia per uno scrittore vero al di là di quanto può riferire il vecchio cronista di strada, col bagaglio di tante storie del ponente ligure. Da Pietra Ligure, al Comune di Magliolo, alla frazione Isallo (ci siamo già occupati all’apertura del primo agriturismo….), si percorrono 21 chilometri, mezzora in auto. Si può proseguire fino all’edificio delle gloriose scuole elementari di Isallo dove ha insegnato, tra le altre maestre, anche la mamma dei fratelli Orsero (prima generazione di ottimi imprenditori). La scuola di Isallo merita un capitolo a parte, è un album ricco di ricordi, di personaggi, ad iniziare dall’arrivo-adozione ad Isallo (tra ‘800 e il ‘900) di oltre una trentina di trovatelli con il cognome di fiori, piante. Provenienti da un istituto di suore di Albenga. Se non sbagliamo sono rimasti in vita ancora 4-5.
E’ consigliabile, per godersi la natura, lasciare l’auto a Isallo e percorrere a piedi la strada asfaltata che raggiunge la meta finale della vecchia Ferriera, altro capitolo di storia, di economia del paese e della valle. Le guide turistiche indicano in zona la Ferrata degli Artisti. Un percorso che suggeriamo ai tanti savonesi e liguri che non conoscono, come merita, le perle del nostro entroterra, capace di far da richiamo al turismo della natura e della ‘qualità della vita’.’ Eppure incontrare qualcuno è un avvenimento raro, come è stata una lieta sorpresa scoprire la presenza di Giannino. La casa di campagna è nascosta dagli alberi d’alto fusto, si nota solo perchè a sinistra inizia una stradina sterrata e in lontananza abbaia qualche cane. Pochi passi ed ecco l’edificio, la grande stalla, cumuli di letame dal ‘profumo stallatico’.
La prima a rendersi conto della presenza di un ‘estraneo’ è la mamma, saluta con gesti della mano e torna subito dentro casa. Ancora pochi tornanti ed ecco i primi rintocchi dei sonagli, l’ inconfondibile presenza di cani da pastore. In lontananza in un prato scosceso pascolano esemplari di mucche ‘piemontesi’ (pregiate per le carni); in piedi il bovaro, un semplice bastone tra le mani.
Un incontro che conferma la natura diffidente e riservata, schiva, della ‘gente di montagna’. Buon giorno, come va ? Quassù è un paradiso terrestre. Una cartolina spettacolare, sullo sfondo il mare, la Riviera trafficata, affollata di bagnanti, rumoreggiante. Con il suo commercio, lo stress dei ‘tempi moderni’ diceva Ernesto Calindri in una popolare pubblicità televisiva.
Risposta, col sorriso: “Loro saranno stressati, ma qui è vita grama e quest’anno l’erba non abbonda per la siccità”.
Il pastore più solitario che abbiamo finora incontrato. Sulle colline di Nava vive quasi da eremita un religioso da oltre 20 anni, ma la sua è stata una vocazione. Coltiva un orticello e alle provviste provvedono alcune pie donne della zona. Un gatto e poco lontano alcuni cavalli di un commerciante della zona.
Con senno del poi, la serenità e la pace interiore fanno dire che lei è un cittadino-pastore fortunato.
“Preferirei dire abbelinato, ho fatto questa scelta, non mi sono pentito, non sono un eroe e vivo nei ricordi, non sono più interessato al consumismo, al lusso, ai piaceri. Ho frequentato la seconda media a Pietra Ligure, le elementari a Magliolo. Usavo la corriera e un pulmino del Comune. Io sono qui in mezzo ai boschi, tra le stalle e gli animali, gli altri hanno fatto strade diverse, ho perso quasi tutti i contatti. E poi perchè dovrebbero ricordarsi di un povero diavolo !”
Una vita combattuta, la sua, da insoddisfatto o sbaglio. Potesse tornare indietro ?
“Per quel poco che vedo in televisione, ora con la rivoluzione dei canali ricevo male il segnale, tutto sommato sto benissimo, con le mie bestie, i sei cani. La mamma resta un tesoro, ha i suoi acciacchi, malanni, ma riusciamo a prepararci i ravioli, le tagliatelle, il coniglio, le galline. La spesa la facciamo ogni tanto a Magliolo; a Pietra non ricordo di essere andato, non sento la nostalgia e se devo proprio muovermi non vedo l’ora di tornare a casa”.
Ci sarà pure un giorno che deve spostarsi? “Si , a qualche funerale di persone care, un parente, capita davvero di rado. Per il resto vivo rispettando il detto ‘Basta non far del male’. Non sono cristiano praticante. Mia mamma è devota e prega. Anche lei è d’accordo: fai come il prete dice e non fare come il prete fa. Comunque sono affascinato da papa Francesco, un vero papa, speriamo duri a lungo. E’ una persona eccezionale ed in Italia ne abbiamo tanto bisogno“.
Avrà pure necessità di sbrigare adempimenti normali, pagamenti, la pensione di mamma. “Per fortuna c’è il postino, si lamenta, ma arriva fin quassù. Prima vendevo i vitelli a commercianti piemontesi, da due anni ho detto basta, se ne approfittavano. Così rifornisco unicamente la macelleria Flaminio della frazione San Lorenzo a Giustenice. Nessuna bestia finisce all’ingrasso con metabolizzanti; speriamo che la gente lo apprezzi. Più salutare di così! O sbaglio ? Diciamola tutta, non è più di moda mangiare genuino”.
Non ha paura a vivere in un posto isolato, ha pensato a sposarsi o almeno avere una compagna per la vecchiaia, un affetto ?
“Mai pensato a sposarmi almeno finché vive mamma, penso che le donne moderne non accetterebbero questa vitaccia tra stalla, pascolo, levate mattutine alle 5,30. Ho anche un piccolo problema, sono claudicante. Parecchio più avanti, strada facendo sono venuti ad abitare una coppia di giovani, hanno ristrutturato un vecchio casolare, realizzato un orto modello. Lui lavora in Riviera, lei che credo cittadina straniera accudisce i campi. Ci sono anche un paio di case ristrutturate per seconda abitazione e alcuni orti. Qui siamo in piena montagna ligure, a 600 metri e oltre sul livello del mare. Quando c’è la neve, ci aggiustiamo, magari si rimane un paio di giorni isolati, ma il Comune fa la sua parte. Ho una cugina che, in paese, a Isallo, ha aperto un agriturismo, meritano fortuna. Un tempo c’era una trattoria, il negozio, alla feste si ballava. E’ stato il paese dei trovatelli, uno vive qui vicino, solo ed isolato, anche lui in mezzo al bosco, in compagnia di una decine di pecore e di una quindicina di cani. Si chiama Lorenzo Platano, ha qualche parente. E’ un solitario, provvede da solo alla sua dimora, non so se ogni tanto riceve la visita dei servizi sociali”.
E lei, cosa si aspetta dalla vita di ‘montanaro’ in Riviera, lontano dal ‘mondo’ e dalla folle società del consumismo, ignara delle nostre origini, dei suoi valori?
“Vivo alla giornata, in compagnia di una solitudine che non mi pesa, a mio modo sono felice e non invidio nessuno, se non chi è lo specchio della salute. Ho fede in Dio, poca fiducia negli uomini, sono fiero dell’esempio di vita e di educazione dei miei genitori….Alla sera non ho difficoltà a prendere sonno, non so cosa siano i tranquillanti, gli antidepressivi. Io appartengo, come vede, ad un’altra civiltà, quella che non stravolge le coscienze. Ma lei è un giornalista ? Perchè si interessa a come vive e chi è Giannino nella ‘sperduta’ Isallo?
Luciano Corrado