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Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure ti accoglie con le pecorelle


Non è frequente uscire dal casello autostradale di una città di mare e turistica imbattendosi nelle pecore, tra gli animali simbolo della pastorizia. Accade a Pietra Ligure che nella sua storia, pochi lo ricordano, ha avuto anche i pastori provenienti dalle Alpi Marittime (Alta Valle Arroscia) dediti alla transumanza. C’è chi, ad esempio, pur di famiglia montanara risultava nato nella cittadina per via del fatto che i genitori ‘svernavano’ nella campagna-collina pietrese.

La fotto, scattata nei giorni scorsi, ci è stata inviata da un turista tedesco che prima del suo arrivo aveva seguito, nell’universo di internet, la notizia del libro (Donna fugata)  scritto dallo storico pietrese Renato Rembado, tradotto in tedesco da un vescovo luterano da anni turista a Ranzi, e presentato nel corso di una simpatica festa popolare dalla città di Offenburg. Il frutto insomma di una promozione, passaparola.

Forse quest’immagine, sullo sfondo, in primo piano, del cartello di Benvenuti a Pietra Ligure e del Gemellaggio con la Citta di Offenburg, è un fatto davvero insolito, per alcuni aspetti affascinante. Pietra Ligure ha la fortuna di avere tra le sue memorie storiche giornalisti autorevoli e qualificati, quali i coniugi Augusto Rembado  e la moglie Marina Beltrame, corrispondenti per La Stampa dalla Riviera. La loro presenza potrebbe dare ancora più lustro, nelle visite in Germania, ai gemellati di Offenburg e alla stampa tedesca.

C’è un’altra curiosità. Ci sono vecchie guide turistiche degli anni ’90 che, in varie lingue, italiano compreso, descrivono tra i piatti tipici della cucina pietrese “le verdure ripiene,  gustosissime lumache e soprattutto la farinata che a Pietra resta quella della Virginia, preparata nel forno a legna di una piccola bottega“. E ancora: “L’attuale gerente segue la ricetta della bisnonna Virginia, gelosamente tramandata in famiglia da generazione in generazione”. Inoltre  si parla del Vermentino di Pietra Ligure che “veniva prodotto ed esportato sin nelle Americhe dal famoso enologo  Cristoforo Accame (1821-1900) e soprattutto il Nostralino, di cui ogni anno si celebra la sagra per le vie di Ranzi”.


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