Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Caro cinghialone della Valle Arroscia tra cacciatori, animalisti e politici roditori


Caro cinghialone della Valle Arroscia, di te si parla, ti hanno visto. Sei veramente grande, grigio, quasi bianco. Hai due zanne color tabacco per l’età e molto vistose. Facendo le dovute proporzioni penso che potremmo essere coetanei. Questa mattina si è aperta la caccia.

Sono salito verso il monte nella luce ancora fioca dell’alba, ho raggiunto il passo e mi sono seduto sulla pietra ai piedi di un grosso faggio. Poi il mio cuore, reduce da un lontano infarto, ha cominciato a fare i capricci. Ho sentito un dolore al petto e ho avuto paura. Il tutto è durato pochi minuti. Mi sono messo a pensare a te. Ho immaginato che tu fossi fermo in quell’intrico di rovi impenetrabile, con le orecchie grandi sempre in movimento per tenere sotto controllo un lontano latrato di cani.
Ti hanno messo in bocca, qualche giorno fa, parole molto umane. Dicevi che forse non avresti visto il sole di marzo, braccato da un’orda di cacciatori armati di carabine con anemometro (sic) e aggeggi sofisticati, veri colpi di penna d’autore. Io ero lì, con la carabina sulle ginocchia, col cannocchiale da battuta nuovo e mai provato. Pensavo a te che magari approfittando di un momento di distrazione potevi anche andare via quatto quatto. Nella presunzione di carpire i tuoi pensieri, pensavo che le tue preoccupazioni fossero meno filosofiche e più pratiche.

Il cibo scarseggia, i castagni sono morti quasi tutti, il lupo, che l’uomo ha introdotto,divora la tua prole. E poi chilometri e chilometri di notte per affrontare combattimenti sempre più duri per il possesso di una femmina in calore. E allora ti dicevo che magari anch’io non avrei visto il sole di marzo.“Chi ti ha fatto venire qui?”  Hai risposto. Nessuno, ma un posto vale l’altro per morire!
E anch’io sono braccato da un’orda di politici corrotti, che rosicchiano ogni giorno la mia pensione, che rubano il futuro delle mie figlie e di mia nipote, che rotolano parole su parole per giorni e mesi cercando di trattenere per il parrucchino un ricco depravato ladro che non vuole togliersi dai coglioni. Politici di tutti i livelli, anche i più periferici assistono con indifferenza alla tragedia di un paese che frana e porta via la casa di mia figlia.
Sono braccato anch’io come vedi. Spesso la TV mostra quell’infame col cagnolino in braccio che cerca un facile consenso e una lacrima ipocrita, quando poi il Parlamento ha votato una legge che getta allo sbaraglio migliaia e migliaia di precari e lascia altrettanti lavoratori senza lavoro, senza pensione, senza reddito.

Cominciavo a sentire freddo, ma ormai la caccia era finita e mi sono avviato verso la macchina sognando il tepore di casa. Arrivederci cinghialone della Valle Arroscia, forse ci incontreremo ,chissà quando e può essere che il destino conservi ancora per tutti e due il sole del prossimo marzo.Contiamoci. (N.S)


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