C’è anche la presenza nel direttivo dello Yacht Club di Marina di Loano tra gli elementi che secondo la Procura di Torino dimostrano la pericolosità di Paolo Ligresti, figlio di Salvatore, latitante in Svizzera, colpito da ordine di cattura mercoledì scorso insieme al padre e alle sorelle Giulia e Jonella. E’ quanto ha scritto oggi (domenica) Luca Fazzo su il Giornale della famiglia Berlusconi. Trucioli.it che già dal maggio scorso suonava il campanello d’allarme per vicende al centro di indagini sui Ligresti, pubblicherà le 136 pagine dell’ordine di cattura richiesto dalla Procura di Torino (Pm, Vittorio Nessi e Marco Gianoglio) al Gip del tribunale, Silvia Salvadori. Intanto Il Secolo XIX di sabato ha ‘scoperto’ che una segnalazione (2010) dell’antimafia sui lavori del mega porto è rimasta in un cassetto della Regione Liguria. Leggete tutti gli articoli apparsi su trucioli savonesi e trucioli.it, cliccando ‘porto di Loano- Ligresti’. Non siamo oracoli, ma se la pentola esplode… altro che Imperia! Testo ripreso da Il Giornale del 21 luglio 2103
È un dettaglio forse surreale, ma che illumina bene uno dei temi meno trattati nei giorni seguiti all’arresto in massa della famiglia Ligresti: quello delle «esigenze cautelari», come vengono chiamate in gergo giudiziario. Ovvero dei motivi che giustificano, a più di due anni dai reati, la necessità spedire in galera degli indagati che non ricoprono più alcun ruolo operativo nell’azienda su cui la procura torinese sta indagando.
Paolo Ligresti in carcere non c’è finito per puro caso: la Procura non sapeva che da pochi giorni era cittadino svizzero, e come tale non è estradabile. Così invece di acciuffarlo a Milano, dove era fino al giorno prima, gli hanno lasciato il tempo di varcare il confine. Ma le sue sorelle Giulia e Jonella sono in cella, una a Vercelli e l’altra da ieri alle Vallette, a Torino. Il vecchio don Salvatore si è visto concedere i domiciliari solo per i suoi ottantun’anni. Le 136 pagine dell’ordine di cattura offrono uno spaccato disarmante delle abitudini personali dei Ligresti e dei loro manager, che – con Fondiaria Sai sull’orlo del precipizio – continuavano a assegnarsi emolumenti stratosferici e benefit da sibariti…