L’antico ponte detto di san Sebastiano, con relativa statua e nicchia, fa parte del paesaggio storico artistico della città di Loano. Domenica pomeriggio intorno alle 19 nicchia, statua e parte della spallina del ponte verso monte, sono precipitati nel torrente sottostante. Al crollo si sono immediatamente accese le polemiche su chi doveva, deve e dovrebbe avere la responsabilità di quanto accaduto, sull’attenzione, sulla sorveglianza, il monitoraggio e la tutela dei beni della città.
Mi sono recato a ridosso della loggetta dei Doria e la vista del cumulo di frantumi e macerie, al centro del Nimbalto, più che polemiche mi ha fatto fare una riflessione : forse, per il crollo di san Sebastiano, sono anch’io un po’ responsabile; forse tutti siamo un po’ responsabili.
Il ponte, come tanti altri manufatti della Loano antica, fa parte del patrimonio della Città, è di tutti.
Certo chi è delegato ad amministrare ha il compito, gli uomini, i mezzi e gli strumenti per controllare e monitorare il territorio ed i suoi manufatti ma ciò non esenta ognuno di noi ad essere vigile ed attento per la tutela del nostro patrimonio.
Giornalmente percorriamo le vie di Loano senza vedere e senza renderci conto delle ricchezze che ci circondano. Abituati alla loro presenza, siamo più o meno indifferenti alla loro bellezza, salvo quando avviene qualcosa che li porta alla ribalta. Se quel qualcosa è in negativo, allora la nostra distrazione diventa mugugno, lamentela, polemica. Fuochi di paglia, rapidi ad accendersi come a spegnersi, dopo di che tutto torna come prima.
Perchè?
Forse non sentiamo più il diritto-dovere, il piacere di appartenere, di condividere, di partecipare alla vita della Città, alla “cura” del nostro bello, che in questo caso è storico artistico, ma è anche naturale, ambientale, culturale. Questi fanno la ricchezza e l’unicità di Loano!
Forse, nella frenesia della vita di oggi, abbiamo perso un po’ del senso civico che ci faceva essere e sentire parte della Comunità di Loano.
Perchè è questo che rende viva la città : la capacità dei suoi abitanti di essere “civici”, presenti, partecipi, attivi, per migliorare e far crescere il proprio territorio, dai piccoli gesti quotidiani, che ognuno di noi può fare, fino alle scelte di chi amministra : per il bene-comune..
Forse è proprio questo che dovremmo fare: re-imparare ad apprezzare e rivalutare il bene-comune, scrollandoci di dosso quell’indifferenza che troppo spesso ci caratterizza e lo porta ad essere bene di nessuno, la cui attenzione e cura non spetta mai a noi, ma è sempre compito di qualcun altro.
Ora per il ponte di san Sebastiano inizierà l’iter burocratico-amministrativo per il suo ripristino, auguriamoci che questo diventi il punto di partenza per “vedere” con nuovi occhi e “sentire” con nuovo cuore la Città , ognuno nella parte che gli compete.
Dino Sandre
QUANDO UNA CITTA’, TURISTICA O MENO, TRASCURA L’ANTICO ED IL QUOTIDIANO