Il 20 marzo 2013 sulle possibili prescrizioni al compagno Vendola scrivevo che, annullata la sentenza di assoluzione per le note vicende, il processo per la procura di Bari era da rifare. Sono passati alcuni mesi, siamo vicini alle ferie estive dei magistrati e di processo non se ne parla . Anche del caso Tedesco nulla si muove. Ed i termini di prescrizione dei reati per i compagni Vendola e per il compagno Tedesco sono sempre più vicini.
Caso Penati ed il c.d. sistema Sesto S. Giovanni.
FATTO QUOTIDIANO 25 agosto 2011
il gip di Monza respinge la richiesta d’arresto per il dirigente Pd e per il suo braccio destro Vimercati. In carcere l’ex assessore Di Leva e l’architetto Magni. Nel mirino dell’inchiesta della Procura di Monza, la riqualificazione delle aree Falck e il Piano di governo del territorio
A carico di Filippo Penati, le indagini “dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione”. Ma dato che gli episodi “risalgono agli anni Novanta e agli anni dal 2000 al 2004″ è scattata ormai la prescrizione. Quindi l’ex presidente della Provincia di Milano e alto dirigente del Pd non deve essere arrestato, nonostante “i gravi indizi di colpevolezza” e la presenza “delle esigenze cautelari”.
Il GIP di Monza non convalidò l’arresto per Penati e ci credo bene dopo 14 anni non gli avevano ancora fatto il processo ! Ma perché ? Bella domanda.
Dopo la prescrizione per tutti gli imputati per i quali erano stati accertati reati per corruzione, poco tempo fa si è prescritto il reato anche per il consigliere regionale Penati ex sindaco di Sesto.
CORRIERE DELLA SERA DEL 13/maggio 2013
<<Democratici di sinistra contro l’ex Ds Filippo Penati. Colpo di teatro lunedì mattina alla prima udienza al tribunale di Monza del procedimento con rito abbreviato a carico dell’ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della provincia di Milano . Penati, che non si è presentato all’udienza, deve inoltre ancora sciogliere la riserva sulla prescrizione alla quale aveva annunciato di voler rinunciare>>
CORRIERE DELLA SERA DEL 26/maggio
Penati non si presenta in aula neanche su richiesta del tribunale. Il suo avvocato fugge dai cronisti: «Se vuole ricorrere contro la prescrizione chiedetelo a lui»
Caso Penati illecito finanziamento ai partiti e gestione della società autostradale Milano-Serravalle
L’amministrazione provinciale di Milano guidata dal Penati comprò la partecipazione di una società autostradale ad un prezzo doppio del suo valore e la procura milanese non ritenne di indagare se nell’operazione ci fosse stata – per caso- qualche giro di tangenti anche in considerazione che la Corte dei Conti sulla liceità dell’acquisto avesse avanzato seri dubbi per lo sperpero di denaro pubblico ( 179 milioni di euro ! ).
Successivamente sulla vicenda si è mossa invece la Procura di Monza per il reato di finanziamento illecito ai partiti per i 360 mila euro finiti all’associazione “Fare Metropoli” dell’ex presidente della Provincia di Milano ( da parte dei banchieri come Massimo Ponzellini (ex Bpm) e imprenditori come Enrico Intini e Roberto De Santis ).
CORRIERE DELLA SERA 26/giugno
Filippo Penati «Sono qui per dimostrare la mia innocenza» si è presentato di buon’ ora al tribunale di Monza per la prima udienza del processo che lo vede imputato di corruzione e illecito finanziamento ai partiti e per la gestione della società autostradale Milano Serravallle. Prima di andarsene ha ripreso la «telenovela» sulla prescrizione, relativa alla dichiarata estinzione dei reati contestati per gli appalti Falck e Marelli a Sesto San Giovanni. «Lunedì- ha detto- i miei avvocati hanno presentato ricorso in Cassazione contro la pronuncia del tribunale che ha dichiarato la prescrizione. La prescrizione non l’ho chiesta io, ma la procura, io voglio fare il processo».
Quindi per la corruzione a Sesto S. Giovanni, i reati sono stati accertati ma per i colpevoli è arrivata la prescrizione, per i 179 milioni di sovrapprezzo sulle autostrade sono trascorsi molti anni e siamo ancora in primo grado per cui il reato è vicinissimo alla prescrizione e così dicasi per finanziamento illecito a FARE METROPOLIS.
Per il compagno Penati & compagni tanti anni di sofferta attesa, ma stiano tranquilli che tutto finirà ” in gloria ” e “Fare Metropoli” potrà godersi i frutti del suo impegno !
E che dire di Bassolino ?
Ha scritto il fatto quotidiano del 25 giugno scorso poche righe:
Rifiuti in Campania, il pm afferma “Colpevole, ma ritengo che Antonio Bassolino abbia concorso nella perpetrazione dei reati, ma si chiede la pronuncia di prescrizione per tutti i capi di imputazione a lui attribuiti . Il dibattimento doveva accertare i colpevoli di quella che il pm ha definito l’immane tragedia campana, ma si è chiuso con un colpo di spugna: reati estinti per avvenuta prescrizione nel maxi processo per l’ex governatore della regione e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti dal 2000 al 2004. “
Il GUP ne aveva chiesto il rinvio a giudizio nel febbraio 2008 su istanza del PM dell’anno prima. Dal 2007 al 2013 per fare il processo per fatti del 2000 ed anche in questo caso nessuno si è posto il problema per cui si sia atteso così tanto tempo per farlo.
In conclusione per il disastro ambientale in Campania sui rifiuti perpetrato in modo osceno da 20 anni ed oltre con danni incalcolabili alla salute ed anche alla agricoltura, per il compagno Bassolino & compagni tutto prescritto con pochissima rilevanza data sui giornali in questi anni di processi e così ora sull’avvenuta prescrizione : poche righe sui mas media. Bene , contenti loro !
E sul caso 5% legato agli affari del banca senese MPS ( cioè dentro la banca volavano mazzette per ogni business compiuto ! ) ricordo che la notizia del reato nella procura milanese è del 2008 e che però, a quanto risulta, sul giro di mazzette non è stato aperto alcun fascicolo e non è stato incriminato alcuno . Ora nel 2013 se ne sta interessando la procura di Siena ma sono passati già 5 anni dai fatti per cui è facile prevedere che, terminate le indagini, anche per i “traffici di mazzette” sulla banca senese arrivati a processo scatterà la prescrizione per i dirigenti- compagni.
Ho citato solo i casi di Penati – Bassolino – Vendola in quanto personaggi di primissimo piano della sinistra nella scena politica da tanti anni, per non annoiare con altre citazioni di casi minori in altre parti della bell’Italia.
Tirando le somme ai flash riportati mi domando se sia possibile che in un paese civile ci vogliano 14 anni per iniziare un processo per corruzione . E’ evidente che se per il processo si fanno passare 10 anni dai fatti contestati tutto finisca al primo grado senza che a far maturare la prescrizione sia la durata dell’appello e del ricorso in Cassazione.
A Napoli c’è stato il reato di disastro ambientale ma gli imputati non sono punibili perché i reati dopo 10 anni si sono prescritti . Gli imputati dovrebbero ringraziare S. Gennaro , e non solo !
Allora non è che la corruzione c’è perché non c’è la legge anticorruzione, come molti sostengono a sinistra, ma forse perché chi deve combatterla ( con le leggi che ci sono ) talvolta ci mette 10 anni (e abbiamo visto anche 14 ) per le sole indagini preliminari portando a giudizio l’imputato quando ormai il reato è prescritto ( non è successo così a Sesto? ). Perché ciò possa accadere è una domanda che credo solo pochi si pongono.
La prescrizione è eguale per tutti ( come la Legge ) ma gli effetti cambiano se il processo te lo fanno dopo pochi anni dalla notizia di reato o dopo molti. Nel primo caso niente prescrizione nel secondo invece si.
In Italia, con buona pace della obbligatorietà dell’azione penale, ogni anno ci sono 180.000 prescrizioni e mi viene naturale porre una domanda : chi è che stabilisce “chi” deve essere prescritto o “chi” invece deve essere processato . In Tribunale tirano a sorte o è tutto frutto del caso ? in altre parole tutto dipende dalla fortuna ?
Domande semplici alle quali occorrerebbe dare risposte semplici, perché sono convinto che, andando avanti di questo passo, i sospetti delle “prescrizioni a sinistra” continueranno a crescere con il disinteresse di molti intellettuali di casa nostra che preferiscono parlar d’altro. Che peccato !
Luciano Locci