L’ultima perizia geologica non lascia scampo. La borgata Piano (U’ Cian) deve essere sgomberata in toto. Il Comune di Mendatica provveda alle ordinanze di evacuazione in cui sono coinvolti tutti i proprietari della trentina di stabili, tra case e magazzini. E’ il responso ufficiale agli atti del Comune ad un mese dalla prima ordinanza di sgombero e dalla richiesta del consiglio comunale di stato di calamità naturale. Mentre il paese-faro dell’Alta Valle Arroscia ha dato un nuovo esempio di collaborazione. Almeno 20 volontari, per due domeniche, divisi in squadre, hanno partecipato alla pulizia delle cunette lungo la provinciale San Bernardo-Mendatica , rendendo ora scorrevole il flusso dell’acqua piovana.Una brutta ed una buona notizia si alternano nella cronaca del primo caldo estivo 2013 di una comunità che da tempo si distingue per vitalità, intraprendenza, resistenza dignitosa alle avversità. Vale la pena iniziare con un’informazione che non ha trovato spazio sui mass- media imperiesi e liguri. Questa volta anche la beniamina Imperia-Tv non ha mandato la sua troupe. Eppure merita di essere raccontata o se volete portata ad esempio, la nutrita squadra di volontari che ha risposto all’appello del sindaco, Piero Pelassa e dei suoi collaboratori di giunta. “C’è urgenza di ripulire le cunette che corrono parallele alla strada provinciale tra la frazione San Bernardo e l’abitato di Mendatica….”.
Poco più di cinque chilometri di strada provinciale attraverso prati e boschi, angoli e panorami suggestivi. I colori di fine primavera, i fiori profumati della montagna. Ma le cunette, in stato di scarsa manutenzione dell’ente provinciale, non svolgevano più il ruolo di canali laterali di scolo. L’acqua piovana non incanalata, si disperde e contribuisce a quello stato di abbandono in parte concausa (presumibilmente) del dissesto idrogeologico che, a valle, sta colpendo un’area del paese. Un disastro immane in una terra nei secoli avara. Zone franose rese ancora più vulnerabili dal progressivo abbandono della campagna e dei boschi. Mendatica ferita che da anni convive con l’allerta frane, con le ‘spie-segnalatori’ poste nell’ex scuola elementare. Ora saranno potenziate con altri ‘punti’ di monitoraggio costante.
La Provincia di Imperia che assai più della cugina e confinante Savona – entrambe amministrate dal centro destra di osservanza Berlusconiana-Scajolana – si era cimentata nella demagogica corrida affinché l’ente non fosse accorpato col savonese, in osservanza di una legge nazionale di razionalizzazione. Il presidente Ginetto Sappa e gli assessori si erano prodigati per sensibilizzare, mobilitare la ‘cultura civica’ , la società civile, contro l’accorpamento. Urlando e prevedendo, si fa per dire, un danno irrimediabile al territorio, agli abitanti, ai più indifesi, ai servizi pubblici e sociali, ai bisogni degli abitanti, in particolare facendo leva sul fanalino dell’entroterra montano.
Quel territorio, forse è il caso di ricordarlo a completezza di informazione, che avrà pure una vasta rete stradale, ma da sempre è di fatto il ‘parente povero’ nello sviluppo e nelle infrastrutture, rispetto all’opulenza delle cittadine costiere dove si vendono a peso d’oro terreni edificabili, spiagge, seconde case, business vari. Tempi di crisi, a parte. E dove non sono mancate opere pubbliche faraoniche all’insegna della malagestio. Basterebbe sfogliare l’archivio-stampa della cronaca giudiziaria, pur essendo garantisti.
E’ fiorita negli anni speculazione e ricchezza facile da un lato, disinteresse dall’altro. Significativo l’esempio della provinciale per Mendatica e Montegrosso Pian Latte. Alcune strettoie e curve sono pericolose, impediscono persino il transito di un pullman da turismo. Bisogna ricorrere ai piccoli-bus. E il doppio senso di marcia dei veicoli è una gara ad ostacoli, al pericolo incidenti.
E’ accaduto- ciliegina sulla torta – che ‘causa bilancio’ la stessa Provincia abbia revocato l’affidamento dello sfalcio dell’erba, taglio di rami, pulizia cunette e canali laterali, ad un giovane bisognoso che si era attrezzato per tenere ordine lungo le scarpate della rete viabile provinciale di pertinenza del Comune di Mendatica.
Quella stessa provincia, si è fatto più volte notare, che per anni ha primeggiato, in Liguria, nel rapporto abitanti-dirigenti dell’ente. Con alcuni funzionari ben pagati, magari amici degli amici. Una eredità che prima di Sappa aveva interessato il presidente avvocato Giuliano. Tuttavia non sarebbe corretto additarli unici capi espiatori. Forse chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Non sembra il caso neppure di invocare la ‘provincia matrigna’ – così viene considerata Genova da certi savonesi – , ma la Provincia di Imperia non si è molto distinta nelle priorità verso un entroterra sempre decantato a parole come risorsa della costa, da valorizzare attraverso il binomio mare-montagna e nei fatti lasciato in condizioni quasi da terzo mondo. Escluso dal miracolo economico. Con i comuni che devono arrangiarsi, non da oggi, a tirare la cinghia. Mendatica virtuosa è tra le fortunate località dove il ‘governo locale’ si è distito per iniziative e spese in conto capitale (non effimere) e con corretta diligenza ha sfruttato tutte le occasioni per accedere a finanziamenti regionali ed europei. Non basta però, se si arriva al punto di mobilitare il volontariato per la pulizia di aree pubbliche provinciali. Si bussa e la risposta è la solita litania: non abbiamo soldi, bisogna risparmiare.
Veniamo al doloroso capitolo frana. Il 23 maggio scorso col titolo ‘Mendatica frana, 20 alloggi evacuati. Da 5 anni silenzio sul progetto di bonifica….vedi) , era stata fotografata da trucioli.it la mappa dei giorni dell’emergenza. Giornali e web avevano descritto cosa stava accadendo. Dato voce al grido di allarme e richiesta di aiuto del consiglio comunale. In questi ultimi giorni il team di due geologi incaricati della relazione peritale hanno messo nero su bianco. L’emergenza è inequivocabile. Tutta l’area di borgata Piano resta ad alto rischio frana. I tecnici ritengono che l’autorità comunale debba ordinare lo sgombero, con divieto abitativo di tutti gli immobili e magazzini, nessuno escluso. Con un’ulteriore piccola estensione rispetto alla prima mappatura.
Uno dei geologi, tra l’altro, può essere considerato la memoria storica dell’annoso scivolamento a valle dell’ampio fazzoletto di paese. Da anni provvede al monitoraggio. Ora con la collaborazione del collega, di un ingegnere, del geometra di fiducia del Comune, si è arrivati alle conclusioni finali. A proposte e suggerimenti. Il pericolo, ipotetico, coinvolge pure le strutture più recenti, non interessate da crepe o lesioni.
La situazione, del resto, registra un progressivo seppure lento deterioramento. Segnali inequivocabili di un’evoluzione franosa in atto. Nuove crepe, fessure sull’asfalto che si allargano. Addirittura più a valle, sulla provinciale, poco lontano dalla zona di atterraggio del parapendio, si corre il rischio che l’intera carreggiata, già transennata, sia interessata dal cedimento totale.
L’amministrazione comunale pare fiduciosa in un primo intervento della Regione Liguria. Cosi come era accaduto, in proporzioni minori, nell’evento alluvionale del 2006. Con richiesta di 96 mila euro furono assegnati d’urgenza 59.500 €. Oggi si spera in un finanziamento regionale di 600-700 mila euro per avviare opere necessarie a drenare il sistema di acque del sottosuolo che interessa la zona di levante del paese.
Il dramma dei cittadini direttamente interessati e danneggiati rimane sul tappeto. Chi potrà aiutare gli incolpevoli proprietari? La frana non sembra destinata, invece, ad incidere negativamente sul fronte del richiamo turistico-escursionistico. Non ce ne sarebbe davvero motivo. Nessuna attività ricettiva-commerciale sorge in borgata Piano. Rimane arduo rispondere ad un altro non secondario quesito: quale sarà il futuro dell’agglomerato di case nel perimetro franoso? Una sorte irrimediabile o resta acceso il lumicino della speranza? Ultima a morire, soffrendo in dignitoso silenzio da mendaighini.
Luciano Corrado