Se si affittano case in ordine- se si abbassano un po’ i canoni- se non si chiudono gli alberghi per trasformarli in condomini – se si cura la zona di balneazione – se si manutiene la diga soffolta – se non si scassano i timpani e si rispettano la salute e il riposo delle famiglie – se si cura la sicurezza – se si elimina la spazzatura alla rinfusa dalla passeggiata – se si fa una politica dei prezzi nei negozi- se …si usa il cervello – il Turismo…, chissà, forse tiene e riprende –
Le pagine 18 e 19 di “Savona/Provincia” de “Il Secolo XIX” di lunedì 20 maggio ultimo scorso (vedi pagina 18– vedi pagina 19), dedicate alla crisi del turismo locale, sventolano alcuni sottotitoli evidentemente dettati, per via trascendentale, dal compianto Catalano di “Quelli della notte” in arboresca memoria.
“I clienti sembrano prediligere gli alloggi in ordine e attrezzati in modo adeguato” . Sic !?!
Ma va? Ma pensa un po’? Oh bella , credevamo che preferissero i bivacchi per manipoli di fascistica memoria, rilanciati da quelli della “Lega nord per l’indipendenza della Padania (ilarità)” in branco a Pontida.
“A rimanere vuoti (sono) gli alloggi meno confortevoli” . Sic !?! Ohilà! ma come?
Adesso si vogliono anche i conforti. Il richiamo, non sappiamo se consapevole, è abbastanza macabro: cosa vogliono i “conforti religiosi?”, con tutte le chiese che abbiamo c’è l’imbarazzo della scelta.
Udite, udite: chi si salva? Albenga. No, non c’entra niente la Sindachessa : c’entra che è più economica ( gli albenganesi, in genere, con rare eccezioni, sana stirpe contadina, non hanno la puzza sotto il naso) e “…ha una sua nicchia turistica fatta di persone che apprezzano il centro storico, le bellezze cittadine, e inoltre le prelibatezze enogastronomiche.”
Dunque ci sono turisti acculturati (poverini, ma come se la godono la vita questi qui!?) al punto da soggiornare ad Albenga – città con vestigia medioevali ma anche risalenti alla romanità – per l’attrattiva del suo centro storico, effettivamente unico per pregio e antichità in tutto il ponente rivierasco.
Ma come? Che noia! Invece di venire a Loano dove esistono cosiddetti “operatori turistici” già prodottisi in trogloditica presenza di pornodivi, femmine reduci dai monacali mistici conviti di Arcore e ululanti karaokeisti notturni, questi sprovveduti preferiscono la museale Albenga ? E’ proprio il caso di dirlo: non c’è più religione.
I prezzi poi ! Ma non vorrete mica che i nostri commercianti si confrontino per attuare, congiuntamente, una politica dei prezzi che ci consenta di essere una città meno cara, almeno non più cara di Parigi, come avviene adesso ?
La sicurezza poi! Non vorrete mica lamentarvi per la mancanza della vigilanza municipale ? Cos’è questo amore per gli sbirri ? Va a finire che non si può neppure più scorrazzare tranquillamente in bicicletta sulla passeggiata a mare !
E’ vero, noi, a Loano, abbiamo anche qualche altro problemino. Cosucce, per carità :
un costoso gioiello come la passeggiata a mare invasa nel suo bel mezzo da due “isole ecologiche” che sarebbe dove si raccoglie la spazzatura dopo le ore venti, d’estate (ma anche nei fine settimana di primavera abbiamo fotografato un notevole ammasso di rifiuti liberi), alla rinfusa, con sacchi aperti e beanti o sfondati a pochi passi dai mitici dehors dei ristoranti, essendo i contenitori stracolmi e comunque essendo più comodo buttarla lì;
corsa serale e notturna di auto e moto su corso Roma, sempre a ridosso della passeggiata e dei dehors, con corroboranti effusioni gasoliche e pericolo per i passeggiatori e per il personale dei dehors che, in mancanza dell’isola pedonale, attraversa obbligatoriamente corso Roma dove, evidentemente, è sospesa la vigenza del codice della strada;
disfacimento della “diga soffolta” con spargimento di materiali su tutta la zona di balneazione a ridosso della battigia, tra il Kursaal e i Bagni Saitta, a scapito dell’agibilità del tratto per i “bagnanti”, che poi sarebbero i turisti, essendo i loanesi balneanti in Loano una minoranza.
C’è dell’altro ma…lasciamo perdere. Il Sindaco ci ha promesso miglioramenti, specie per quanto riguarda l’inquinamento acustico, che dovrebbero già essere stati notati e che certamente lo saranno, ci auguriamo, nel fuoco della sopravveniente stagione.
Per il resto, i Comuni, si sa, fanno quello che possono e vedremo se, anche con qualche ritocco governativo al cosiddetto patto di stabilità, gli interventi necessari appariranno all’orizzonte.
Intanto ci risulta che il “Comitato Civico Loanese per la Tutela del Centro Storico” ha presentato nel mese di marzo 2013, collaborativamente, in Comune il “Regolamento per la Partecipazione Popolare” previsto dallo Statuto, in modo che, magari, oltre agli interventi diretti dei cittadini e delle associazioni, su qualche scelta si possa indire il referendum.
Si tratta di discuterlo, se del caso emendarlo e comunque dotarne la Comunità, come d’obbligo.
Non costa niente.
Non vorremmo sentir dire dall’Amministrazione comunale che ci sono cose più importanti da fare.
Non c’è nulla di più importante della Democrazia.
BELLAMIGO