Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Monte dei Paschi e dintorni, la verità è vicina


Finalmente forse sta affiorando la verità. I bravi cronisti del Corriere della Sera e di Repubblica hanno recentemente scoperto e pubblicato che sotto sotto i misfatti della M.P.S. c’è il solito Verdini ( PDL ) che trattava con Mussari ( ci sono le intercettazioni ) e che, in base alle intercettazioni del 2009 fatte dalla Procura di Napoli, sarebbe Berlusconi che ad Arcore decideva sulle nomine nel c.d.a. della banca senese.

 

Quindi il fatto che i gruppi dirigenti della banca fossero iscritti PCI, DS e PD e che questi versassero ingenti somme al partito ( notizia comparsa su un blog con nomi e cifre mai poi sparito dalla circolazione ) non è rilevante. Che le nomine nel c.d.a. della banca fossero decise dalla segreteria provinciale del partito non è poi così importante. Ricordo a questo proposito che tanti anni fa uscì una notizia curiosa : fu trovata per strada a Siena una lettera con carta intestata del partito che convocava la segreteria per la nomina dei componenti il c.d.a. del Monte Paschi ( per statuto della banca la competenza per le nomine è del Comune di Siena e della Provincia e non del partito ).

Dalla fine del 2012 gli inquirenti toscani hanno iniziato ad indagare sul fatto che i dirigenti della M.P.S. avrebbero comprato alcuni anni fa la banca Antonveneta dal gruppo spagnolo Santander ad un prezzo di 9 miliardi di euro quando pochi mesi prima detta banca era stata acquistata per molto meno della somma sborsata dai bravi dirigenti senesi. Pare ora, per i nuovi inquirenti << che su questa “plusvalenza” ci possa essere stato qualche giro di tangenti. In effetti i 9 miliardi vennero versati in due tranche e su conti distinti : 7 miliardi direttamente a Santander e 2 miliardi su un conto di una banca londinese nella disponibilità dello stesso Santander : è la provvista della tangente, o, almeno, è questa l’unica logica spiegazione che può essere data a quelle anomalie nell’acquisto: il sovrapprezzo e il suo versamento su un conto separato >>.

Ho detto pare ora che ci sia stata una tangente perché l’affare è stato concluso nel 2007 e nessun inquirente ha prima d’ora ( e son passati quasi 5 anni !!!) evidenziato e, quindi, denunciato alcuna anomalia su questa operazione.

Come andrà a finire ?
Spero che non succeda come è successo tanti anni fa quando l’amministrazione provinciale di Milano comprò la partecipazione di una società autostradale ad un prezzo doppio del suo valore e la procura milanese non ritenne di indagare se nell’operazione ci fosse stata – per caso- qualche giro di tangenti anche in considerazione che la Corte dei Conti sulla liceità dell’acquisto avesse avanzato seri dubbi per lo sperpero di denaro pubblico ( 179 milioni di euro ! ).

Successivamente sulla vicenda si è mossa invece la Procura di Monza che sta procedendo con indagini.

Tornando a proposito della M.P.S, risulta che un funzionario di una banca d’affari tedesca, sentito il 13 ottobre 2008 dai p.m.
di Milano, fece mettere a verbale dell’esistenza dentro la banca della «banda del 5%» guidata da Gianluca Baldassarri. La questione si è arenata senza che la Procura in tutti questi anni, a quanto è dato di sapere, abbia fatto opportune ed ulteriori indagini !

Risulterebbe quindi che la competente Procura, forse impegnata in fronti più importanti per gli interessi della Repubblica, su queste “trascurabili” vicende sopra richiamate è stata a guardare ?

Ora tale denuncia è stata presa in considerazione dagli inquirenti senesi che stanno indagando.

Anche in questa indagine, come sull’altra, nessuna notizia circola più a causa del segreto istruttorio. Pare che – su questi casi – si sia finalmente deciso di applicare la norma così come prevista nel nostro ordinamento giudiziario.

Ma sono certo che la Procura di Siena svelerà tutti i retroscena e che quindi i responsabili saranno finalmente puniti ( e le notizie riportate dai due quotidiani fanno ben sperare ! ) salvo che , anche in questo caso, possano intervenire prescrizioni come già osservavo nel precedente mio intervento del 21 marzo scorso .

Aggiungendo fatti su fatti mi pare utile ricordare che l’inchiesta per il reato di finanziamento illecito ai partiti per i 360 mila euro finiti all’associazione “Fare Metropoli” dell’ex presidente della Provincia di Milano, Penati, è stata recentemente trasmessa da una Procura ad un’altra in quanto, dopo tre anni, si sono accorti dell’incompetenza territoriale. Errore imperdonabile in considerazione che la Procura di Napoli – notoriamente tra le più efficienti in Italia – per lo stesso reato, per evitarne la prescrizione, ha chiesto – dopo pochi mesi dall’apertura dell’inchiesta – il giudizio immediato.

La lodevole iniziativa è stata però bocciata dal Gip, ma la solerte procura non demorde e ha annunciato che procederà senza indugio col rito ordinario. Speriamo che la Procura competente per territorio, con lo stesso attivismo dei pm napoletani, ora faccia altrettanto per il caso “Fare Metropoli” affinché non si arrivi alla molto probabile prescrizione del reato !

Savona, 26 marzo 2013

                                 Luciano Locci



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L. Locci

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