La grande nevicata, alla fine, è arrivata ma non ha fatto grandi danni e a un savonese ha addirittura portato fortuna. Del resto, l’attuale ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, deve avere, letteralmente, dei santi in paradiso o, almeno, degli oracoli infallibili in grado di prevedere nevicate assolutamente “opportune” e mirate con tre giorni di anticipo. Le gelate, infatti, non solo hanno causato lo spostamento a data da destinarsi delle prove per il concorso dei docenti previste per lunedì 12 e martedì 13 febbraio, ma hanno tolto Profumo e soci da un brutto ingorgo in cui si erano andati goffamente a cacciare.
La storia è semplice: il ministero di Viale Trastevere aveva previsto di far svolgere nella seconda settimana di febbraio le prove del concorsone per i docenti, da effettuarsi in più giorni. Le prove si svolgono nelle scuole e la sorveglianza dovrebbe essere effettuata da docenti in servizio volontario e, perciò, retribuito (sull’entità della retribuzione, peraltro, è meglio stendere un pietoso velo:
Ma, visto che di soldi non ce ne sono, l’Amministrazione scolastica decide che la sorveglianza ai concorsi è una prestazione obbligatoria da gestire con ordine di servizio e magari pro caritate et amore dei, cioè gratis. Questo, almeno, ha sostenuto in una intervista a “La Stampa” la reggente dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte, aggiungendo che per i docenti recalcitranti ci sarebbe potuta essere addirittura la precettazione. Eh già, perché l’11 e il 12 febbraio erano giorni di Carnevale e, in almeno otto Regioni, le scuole erano chiuse. Ma se la prestazione è obbligatoria…
Questa graziosa interpretazione normativa contrasta con il contratto nazionale, con diverse leggi e leggine scolastiche (ad esempio, con l’articolo 18 del D.P.R. 487/94, che prevede il pagamento di un compenso anche per gli addetti alla vigilanza) e con la Costituzione, e la cosa era nota al ministero fin da dicembre, quando alcuni sindacati, tra cui la FLC – CGIL, avevano diffidato il MIUR in tal senso. Ma chi se ne frega: il diritto a scuola non lo studia più quasi nessuno, devono aver pensato in Via Trastevere, chi vuoi che vada a protestare per una cosa del genere?
Il problema è che i prefetti, che un po’ di diritto lo masticano, sembravano non aver nessuna intenzione di ordinare le precettazioni carnascialesche nelle otto Regioni incriminate, perché la precettazione sarebbe servita non ad assicurare una prestazione essenziale ma a prestare lavoro coatto, con buona pace dell’articolo 23 della Costituzione e del principio di legalità. Il governo, quindi, si era trovato tra l’incudine di norme maldestramente ignorate e il martello della mancanza di fondi.
http://www.finanzainchiaro.it/dblog/articolo.asp?articolo=14944
Ma dove non arriva il diritto interviene la meteorologia: un comunicato del MIUR di sabato 9 febbraio dispone la sospensione delle prove scritte dell’11 e del 12 “a causa delle avverse condizioni meteorologiche previste dalla Protezione Civile per i prossimi giorni in tutta Italia”. Il 13 invece, dice sempre il comunicato, tutto si sarebbe svolto regolarmente. Insomma: nevicate al timer, che avrebbero ghiacciato l’Italia giusto per 48 ore salvo squagliarsi completamente nelle 24 ore successive. Oppure, nevicate ministeriali, perfette per uscire dal cul de sac delle attività sospese e dei docenti ingrati che preferiscono stare a casa piuttosto che lavorare in maniera coatta e gratuita per un compito che non gli compete.
Massimo Macciò