Il futuro sindaco di Varazze? Sono aperte le scommesse ad un anno e mezzo dalle elezioni comunali. Il candidato ‘papabile’ ha tutte le caratteristiche che può offrire Carlo Ruggeri. Nella città dove è nato, lui sta scaldando i motori. Gli osservatori più attenti avanzano realistici pronostici. Per una serie di coincidenti ragioni e motivazioni. Dalla ‘benedizione’ del cardinale Calcagno, alla possibilità di uno sviluppo edilizio collinare a San Giacomo di Latronorio, ai confini con Cogoleto.
E chi meglio di Ruggeri (ex sindaco di Savona, ex assessore all’Urbanistica della Regione, lodato spesso da esponenti del Pdl amici dei ‘cementieri’), oggi gran presidente dell’IPS (Insediamenti produttivi savonesi) e del Consorzio Savona Crocere, potrebbe offrire concrete prospettive di sviluppo edilizio in una delle aree di pregio di Varazze? In quella zona si potrebbero, ad esempio, realizzare ville per cittadini facoltosi. Ci sono diverse proprietà di genovesi ‘importanti’. Ci sono proprietà della Curia ed enti religiosi.
L’area comprende l’antico complesso di San Giacomo di Latronorio, detto anche di Areneto. E’ stato un edificio religioso che sorge sui Piani di San Giacomo, vicino ai confini con Cogoleto. La struttura è stata edificata nel corso del XII secolo dai Vallombrosani. Nel XVI secolo abbandonata dai monaci ed in seguito trasformata in casa rurale e quindi inglobato tra i possedimenti agrari dei marchesi Invrea.
Si legge dall’enciclopedia Wikipedia che “il complesso è altresi formato da una chiesa, a navata unica e ben conservata dopo uno specifico restauro, due costruzioni ai lati aventi anticamente funzione di ricovero per i pellegrini, e l’aula capitolare del monastero, sulla destra della chiesa”.
Insomma si potrebbe dare vita ad un nuovo e promettente centro di accoglienza per il turismo religioso. Uno dei filoni di sviluppo economico-residenziale di sicuro successo. Così come si prevede e sta in parte già avvenendo a Sassello dove il 6 agosto scorso, in occasione di un convegno nazionale, si sono ritrovati pure 71 vescovi. Un record. E nei prossimi dieci anni è previsto un forte incremento con l’impegno diretto della diocesi di Acqui, del movimento dei Focolarini, presumibilmente del Vaticano con il cardinale Bagnasco. Cosi il neo cardinale Calcagno (un pupillo del potente cardinale Nicora, con ottimi amici anche nel Savonese e già frequentatore di cene in quel di Loano, monastero di Monte Carmelo) potrebbe a sua volta diventare il più convinto sponsor di un rilancio residenziale in quel di Varazze.
La cittadina che dopo aver quasi interamente saturato la fascia costiera, potrebbe trovare convinti sostenitori-investitori per la ‘valorizzazione’ di una fascia collinare.
L’occasione di aprire i primi varchi all’ingresso di Carlo Ruggeri (pare sia l’unico esponente politico savonese che possa vantare ed esporre nella sua casa di Stella, un quadro-foto ricordo che lo ritrae, insieme al dr. Luciano Pasquale, nello studio privato del ‘beato’ papa polacco Karol Wojtyla) è stata la presentazione di un libro di pregio e che gli fa onore.
Nel pomeriggio di sabato 15 dicembre, nella sala congressi del Palasport di Varazze,c’era folla alla presentazione del libro “I Fratelli Stellati.Storia, poteri e simboli dell’Ordine Betlemiano”. Autore Carlo Ruggeri, appunto e quale migliore “padrino” poteva scegliere con la presenza del cardinale Calcagno, accompagnato dal successore Vittorio Lupi, il parroco e studioso della chiesa di Sant’Ambrogio, don Claudio Doglio, il sindaco Giovanni Delfino.
Il testo del documentato volume ricostruisce storicamente la vicenda dell’Ordine Betlemiano che nel 1139 ebbe in dono da Ardizio, vescovo di Savona, la cattedrale di Sant’Ambrogio. E fino al 1424 i Fratelli Stellati gestirono la chiesa, l’ospedale, l’oratorio intitolati a Santa Maria in Betlemme.
Ha ricordato Ruggeri, visibilmente soddisfatto dell’accoglienza e del successo dell’iniziativa editoriale: “Seppure con diverse pause, ho lavorato quasi un ventennio per scrivere il libro, in collaborazione con l’associazione San Donato. Sono riuscito a trasformare la vicenda, per secoli rimasta leggenda, in storia vera”.
Carlo Ruggeri ha fatto dunque il primo passo. Ora ha tutto il tempo per preparare un probabile trionfo elettorale nella ‘sua’ città natale. Con le dovute maniere, il sapiente e pratico Calcagno pare abbia pienamente condiviso la discesa in campo del suo ‘ammiratore’. Potendo contare su una solida platea di consenso in alcuni ambienti imprenditoriale interessati a sviluppare le potenzialità della collina varazzina di levante.
Da aggiungere che il tessuto socio-economico-politico di Varazze ha visto nel passato una forte presenza e successo della sinistra, diciamo ‘moderata’. Basti pensare al tre volte sindaco ed assessore all’urbanistica Giovanni Busso, alla costituzione dell’Associazione Per Varazze (2008). Il vulcanico Busso, già esponente dell’apparato Pci, considerato un pragmatico capace di conquistare consensi anche nel ‘popolo destroide’.
La sinistra è rimasta al potere anche nel 2004 con il sindaco Antonio Ghigliazza, col 33, 3 per cento dei voti. Poi la svolta col primo cittadino in carica Defino che ha capeggiato una lista Pdl-Lega che ha raccolto tra i 12.437 elettori – un’affluenza del 74,7% minore rispetto all’80,2% delle precedenti amministrative – 4.082 voti e 13 seggi in consiglio comunale.
Alla competizione erano presenti altre 5 liste civiche di diverse estrazione. Un boom di candidati che ha di fatto favorito il successo dei berlusconiani e dei leghisti (uniti si può vincere). Il centro-sinistra spaccato di Alessandro Bozzano ha ottenuto 2.719 suffragi (30,8%) e 5 seggi. Un seggio a Stefano Vallerga con 656 voti (7,4%). Un seggio a Mariarina Dagnino: 524 voti pari al 5,9%. Infine le due liste senza rappresentanti in consiglio, con i candidati sindaci Tomaso Pransati (464) e Giovanabattista Baglietto (397).
La discesa in campo e la presa del potere a Varazze significherebbe per Carlo Ruggeri rioccupare un peso politico nel levante della Provincia. In assenza di prospettive di una candidatura in Parlamento, di un ritorno sulla scena comunale, provinciale e regionale. Essere sindaco di Varazze gli garantirebbe una maggiore visibilità politica rispetto al pur consistente potere economico che oggi mantiene con le due presidente (di spessore) a Savona. Un modo, insomma, per ritagliarsi un feudo. Mantenere viva quella presenza di “cittadino che conta”, in attesa dell’ingresso in scena dei ‘figli d’arte’. Cosi come accade per un ‘compagno’ di lunghissimo corso, quale il parlamentare diessino Massimo Zunino. Entrambi hanno un figlio e perché disperdere il ‘patrimonio’ costruito sapientemente dai padri?