Nella “Svizzera italiana” non si è spento – a 6 anni dal barbaro omicidio- l’eco del ‘caso Roveraro. I possibili misteri del movente, gli esecutori (condannati) e forse ignoti mandanti? Un chiacchierato uomo d’affari, Federico De Vittori, in rapporti con Roveraro, scrivendo dal carcere le sue memorie, lascia trapelare nuove ‘verità’. ‘Pentito’ affidabile, almeno in questo ruolo, o presunto manipolatore? Roveraro: personaggio stimato e benemerito nella sua terra d’origine, Albenga. Dal 2001 al 2006 membro del consiglio della Fondazione De Mari (Carisa).
Sul finanziere albenganese, per anni tra i big della finanza italiana, sono stati pubblicati due libri che affrontano, in alcuni capitoli, la terribile morte (fatto a pezzi dopo il rapimento) di Gianmario Roveraro. I congiunti che hanno continuato a mantenere un dignitoso ‘silenzio stampa’ vivono tra Milano, la Lombardia e l’immediato entroterra ingauno.
Il primo volume è stato scritto da Angelo Mincuzzi e Giuseppe Oddo. Titolo: Il segreto dei soldi. Dentro i misteri dell’omicidio Roveraro.
Il Secondo di Franco Stefanoni. Titolo: Il finanziere di Dio. Il caso Roveraro e l’Opus Dei. L’intrigo ed il mistero. La truffa e l’omicidio.
Il 9 dicembre scorso il quotidiano ticinese IL CAFFE’ ha pubblicato un nuovo servizio che ha come principale protagonista il cittadino elvetico Federico De Vettori, 55 anni, definito custode di tanti misteri finanziari italiani: dal San Raffaele, all’Opus Dei. Fino all’ultimo mandato di arresto. Considerato un ‘architetto’ di società – ne gestiva ben 8 mila- con sede soprattutto in centri off shore e capace di costruire sofisticati sistemi per sfruttare fiscalmente i vantaggi dei trattati internazionali.
De Vittori annunciando ai giornalisti Minguzzi e Oddo che stava scrivendo un libro di memorie ha dato una sua versione sull’efferato omicidio Roveraro. Ecco cosa scrive IL CAFFE’: “...Roveraro si era imbarcato in un’operazione di finanza internazionale. E quando venne sequestrato dal suo ex socio Filippo Botteri, che sosteneva di essere stato raggirato, aveva chiamato per 33 vole su Skipe proprio De Vittori, chiedendo invano 10 milioni. De Vittori parla poi di altre inchieste in Italia….”.
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