Firmarono in 67, capeggiati dal giovane vice parroco. Si trattò di una clamorosa e civile protesta che mobilitò centinaia di abitanti di Borghetto S.Spirito. Uniti per chiedere il promesso Palazzetto dello Sport (poi realizzato in via Tevere). Fu una della prime contestazioni che vedeva in prima linea un sacerdote, impegnato nel sociale, in una cittadina per anni emblema di ‘cemento selvaggio’ e paginate di cronaca di vero far west. Nel copia dell’allora ciclostilato o fotocopiato appello si ricordavano a sommi capi le tappe della mancata realizzazione della struttura. Una denuncia si direbbe contro i ‘poteri forti’ che in quegli anni dominavano la segna pubblica. Un appello a scuotere le coscienze di chi avrebbe dovuto dare priorità ad un’opera utile soprattutto per l’aggregazioni dei giovani, la loro formazione, sottrarli alla strada.
Tempi in cui le pagine locali e qualche volta nazionali erano ricche di episodi di cronaca nera dove Borghetto S. Spirito faceva solo notizia per il susseguirsi di piccoli e grandi episodi di criminalità. In particolare ad opera di meridionali. In origine erano arrivati come conseguenza del boom edilizio, della forte richiesta di manodopera nel pullulare di cantieri edili. Un fenomeno protrattosi nel tempo, con contraccolpi che i giovani d’oggi non hanno vissuto. Per fortuna.
Pure in un contesto di arretratezza culturale e con l’imperare della ‘legge’ del massimo profitto, le ultime generazioni hanno portato concreti cambiamenti. Nel bene e nel male, si suole dire. Certamente Borghetto deve fare ancora molta strada per rimediare ai danni e alle distruzioni del suo tessuto urbano. Anche la memoria storica può essere d’aiuto, per non dimenticare e spronare la buona amministrazione, la buona politica. Valorizzare, infine, quanti – forse troppo pochi – con coerenza si battono per il bene comune. Contro le “cricche” e senza demonizzare. Basta promesse!
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LA NOTIZIA SULLA CRONACA DI SAVONA DEL SECOLO XIX DEL 17 APRILE 1975