Leggendo il mensile diocesano “Il Letimbro” di Ottobre ho fatto un sussulto, un tuffo nel passato. Il Direttore, Don Angelo Magnano, con il suo editoriale, mi ha ricordato lo stile, la ricerca della verità da parte di un indimenticabile Pastore di anime, il compianto Mons. Lorenzo Vivaldo.
Vescovo di Massa Marittima, ma per me sempre Don Vivaldo (con il suo permesso). Forse pochi ricorderanno le sue omelie . In particolare quando analizzava le problematiche locali. Insegnava, spiegava il significato della parola di Cristo, con la crudezza tipica, richiesta dalla verità che non permette gustificazioni ( si…ma; però… ). La verità è una, una sola.
Oggi, leggendo l’Editoriale di Ottobre dal titolo “Le nostre domande sulla Tirreno Power” nel mentre raccomando la visione ai volenterosi di fame di conoscenza, ritrovo, dal mio personale punto di vista, quel tipo di educazione civile, sociale e cristiana doverosa quanto auspicabile dalla mia Chiesa. Per cui, alla serie di ultime domande formulate, e cioè:
“Avete trovato ne “Il Letimbro” un corretto interprete delle vostre preoccupazioni? “Pensate che, come diocesi, si sarebbe potuto fare di più?” Le mie personali risposte sono solo SI! Ma sopratutto alla domanda conseguente: “Ritenete che la chiesa abbia il diritto dovere di fare sentire la sua voce su questi argomenti”, è proprio ricordando lo spirito di Don Vivaldo che urlo di si.
Sono certo che questi problemi economici, sociali e di salute sarebbero stati da Lui, dal Don, portati a conoscenza dei fedeli affinché potessero agire di conseguenza. Perché uscendo dalla sua Messa, “andavi in pace” sapendo quale era il tuo conseguenziale dovere.
Da diversi anni, sino ad arrivare ad oggi, chi si è interessato ed ha cercato di portare all’attenzione dell’opinione pubblica, al dibattito, la problematica dell’inquinamento non certo salutare per le nostre comunità? Sono coloro che da sempre, e mai come da oggi, trasmettono la delusione proveniente dal “potere”, dai parlamentari che hanno ingannato l’elettorato (di centro sinistra) con promesse non mantenute già il giorno dopo essere stati eletti al Parlamento Regionale.
Sono gli stessi che hanno organizzato convegni con personalità mediche,dimostrando, statistiche alla mano, l’anomalia di un sistema scarso di prevenzione. E la Chiesa dov’era? Solo una presa di posizione da parte di Mons. Lupi non molto tempo fa. E poi? Ecco quindi formulare da uno “che – non -si sente – più da tempo – parte attiva della chiesa locale” l’auspicio che la Chiesa entri nelle nostre menti, accompagni, indirizzi le nostre scelte sociali e di lavoro secondo i principi cristiani.
Benvenuto al “Il Letimbro” di oggi, benvenuto al Pastore che dal pulpito sarà in grado di inquadrare la realtà in cui viviamo, responsabilizzando i “politici”, quelli che dovrebbero essere i protettori della nostra salute e del lavoro, come in questo caso.
Non ho difficoltà a riconoscermi come una “pecora smarrita” in queste brutture che la nostra ignoranza, frutto di egoismo, ci propina quotidianamente, per cui chiedo, auspico che l’indirizzo futuro della Chiesa sia rivolto prioritariamente alle problematiche di vita quotidiana. “Il Letimbro” da solo non è in grado di diffondere presso i fedeli la parola, l’opinione della diocesi e dei suoi pastori.
Tanto si è detto, scritto, di tutto e di più sulla Tirreno Power. Da tanti anni, da quando c’erano state condanne, ridimensionamento con una ciminiera in meno mai abbattuta. Perché? L’occupazione la si difende anche con la volontà politica di agire nel rispetto delle regole più restrittive quando si tratta di salvaguardia della salute sui posti di lavoro. Se certe politiche di rigore si fossero attivate già a suo tempo, oggi il ricatto sulla disoccupazione non avrebbe motivo di sussistere.
Giusto quindi formulare agli Amministratori Pubblici tante precise domande . Quando hanno risposto, sollecitati da assemblee di associazioni ambientaliste o a difesa della salute,non certo da loro indette, si sono poi smentiti alla resa dei fatti, si sono pacatamente arresi alla resa dei conti.
Vedremo, vedremo quanti si premureranno di chiarire su “Il Letimbro” le loro posizioni; vorrei poter leggere dichiarazioni di personaggi politici come Nino Miceli per la Regione (in campagna elettorale aveva assicurato “no al raddoppio”, per cui è meglio non si ripresenti a chiedere voti a Noli), della Provincia (in campagna elettorale con il futuro Presidente possibilista), i Sindaci dei Comuni interessati come Savona, Vado Ligure, Quiliano, Bergeggi, Spotorno e Noli, questi ultimi sempre contrari …”a parole”.
Questo è prendere in giro la gente che ha dato loro fiducia. Non dimentichiamo, ad esempio, noi abitanti di questo golfo, che i nostri amministratori reclamano, insistono, ad esempio, per avere un porto turistico a mare che distruggerebbe parte essenziale dell’habitat protetto da leggi internazionali. Tre progetti bocciati dalla Valutazione Impatto Ambientale della Regione Liguria. Optare per la distruzione della vita nel mare per esigenze…turistiche? di lavoro? quando ci sono alternative di certo altrettanto produttive, ecologicamente ed ambientalmente adatte a dare sviluppo economico pulito.
Per quanto concerne Sindacati ed Azienda, le loro tesi difensive oggigiorno vincenti, come tante altre….su questo martoriato territorio ligure, non potranno prescindere da quelle verità nascoste nei cassetti romani, come in questa vicenda, che hanno occultato quei valori inquinanti i quali solo ultimamente e per uno/due giorni sono stati portati a conoscenza dell’opinione pubblica attraverso i mezzi stampa. Verità nascoste che hanno, di fatto, impedito già a suo tempo le dovute auspicate migliorie.
Sempre sullo stesso mensile, un articolo di Antonio Amodio sulla Cooperativa Pescatori di Noli dal titolo “Vincoli e sistemi arretrati e la rete è sempre più vuota” rispecchia la tragica realtà, anche se poi si riscontra un “fraintendimento” tra intervistatore ed intervistato, il Presidente M.L.Bazzardi, nella spiegazione dei perché. Che sono tanti e partono sempre da distante, sfociate in ultimo, in innegabili responsabilità politiche da parte dei nostri rappresentanti al parlamento europeo, non bene informati sulla peculiarità del nostro “Nolese” modo di pescare da secoli con piccole barche a remi, non pescherecci.
La realtà purtroppo è che la tradizionale rete a traino è proibita, e, come già scritto qualche tempo fa, non mi e non ci permette di gustare i fritti di “Zerli”. Vergogna oltre che idiozia collettiva. Diritti che hanno motivo di esistere e di essere difesi da doverosi interventi istituzionali.
Carlo Gambetta